Ci sono partite che non hanno bisogno di presentazioni, partite dove il risultato va al di là del divario tecnico tra le due squadre, partite dove conta il particolare, l’ambiente, la convinzione, il carattere.

Si gioca, all’Arena Garibaldi,l’andata della semifinale dei play-off per accedere alla Serie B. Nei quarti di finale il Pisa ha avuto la meglio su l’Aquila, il Frosinone ha sconfitto la Salernitana ed ora le due squadre si ritrovano l’una davanti all’altra, per cercare di ottenere l’accesso alla finale.

Con una simile posta in palio, la risposta del pubblico non può che essere ottima ed infatti il popolo neroazzurro affolla l’Arena Garibaldi in ogni ordine di posto; qualche vuoto si nota nelle zone laterali di gradinata e tribuna, ma la Curva Nord è piena come un uovo ed inizia ad incitare la squadra già durante il riscaldamento della stessa.

Gli ospiti arrivano a Pisa belli compatti e fanno il loro ingresso nel settore qualche decina di minuti prima del via. Ad accoglierli c’è qualche fischio proveniente dalla gradinata, il botta e risposta è immediato e qualche tifoso locale prova a farsi vedere sulla recinzione per discutere in maniera più animata.

I numeri portati dai Frusinati si possono stimare in qualcosa come 350 persone, del resto non tutta la tifoseria è tesserata e naturalmente vige sempre l’equazione “No TdT no entry”, ragion per cui i numeri non possono essere sbalorditivi.

Molto carico il pubblico di casa che, dopo aver intonato qualche coro per la squadra, comincia a prepararsi per la coreografia di inizio partita, il cui risultato è davvero d’impatto: vengono distribuiti a tutta curva bandierine nere, azzurre e bianche, sventolate nel momento dell’ingresso in campo delle squadre. A contorno di ciò vengono aperti due striscioni: uno il classico “Forza ragazzi”, l’altro è il completamento della frase, “Lottate da ultras”.

Nel settore ospiti, l’ingresso in campo delle squadre è salutato dallo sventolio di qualche bandiera ma, in definitiva, non c’è niente di organizzato.

A livello di tifo, i padroni di casa si fanno forti dei numeri a loro disposizione (la curva è praticamente piena), perciò l’unico problema da affrontare è quello di dover coordinare un bel numero di persone. Ad agevolare il compito ci pensa un megafono, che si fa sentire per dare le indicazioni giuste, mentre un tamburo detta tempi di cori e battimani. La voce esce senza troppi problemi ed i cori di incitamento alla squadra sono praticamente monotematici; le uniche divagazioni sono i cori per ricordare i diffidati, mentre la squadra è sostenuta a gran voce ed in maniera continua.

Per dare un po’ riposo alle ugole, viene mostrato a centro curva uno striscione che chiama in causa l’aeroporto della città, divenuto protagonista di uno scontro politico tra Pisa e Firenze. Lo striscione recita: “Giù le mani dal Galilei”, e durante l’esposizione dello stesso non mancano i cori contro Firenze e la tifoseria viola; del resto, l’antipatia reciproca tra le due fazioni è cosa ormai risaputa, tanto che nel passato non sono mancati momenti di incontro-scontro anche all’interno degli stadi, sia a Firenze che a Pisa.

Gli ospiti non stanno con le mani in mano, anche se è difficile farsi sentire in un’Arena Garibaldi che è in completa ebollizione. Qualche battimano è ben fatto ed il tifo dei Frusinati, pur tra alti e bassi, non manca mai. Generalmente privilegiano cori secchi e quelli a ripetere, difficilmente si cimentano in melodie lunghe e ripetute, le pause sono abbastanza frequenti ma mai troppo prolungate.

Gli ospiti non mancano di offendere la controparte in più di un occasione, ed a rispondere per le rime sono i tifosi neroazzurri presenti in gradinata, che possono sentire le parole in maniera chiara.

Sul terreno di gioco la prima frazione termina sul nulla di fatto e, se la partita ha partorito ben poche emozioni, a tutt’altra storia si è assistito sugli spalti.

La ripresa si apre con gli ospiti che mostrano uno striscione rivolto alla squadra: “Combattiamo” a firma Curva Nord, che viene contornato dall’accensione di qualche fumogeno giallo. L’esortazione agli undici in campo viene rimarcata con i cori che si alzano, la squadra sembra gradire e qualche giocatore non manca di ringraziare a distanza per l’incitamento ricevuto.

Anche la curva dei padroni di casa non manca di salutare il ritorno in campo delle squadre con una coreografia. Questa volta vengono calati dall’alto tre bandieroni molto simili tra di loro, se andiamo a leggerne i contenuti: “Ultras liberi”, “No art. 9 trasferte libere”, “Diffidati presenti. Curva Nord”. A centro curva, nella parte bassa, viene aperto uno striscione che prende di mira l’informazione, sempre più nel mirino degli ultras d’Italia: “03/05/14 Per vendere il giornale tutti gli ultras avete voluto infangare… giornalisti mercenari”.

Il tifo delle due tifoserie riprende con vigore. I padroni di casa continuano a proporre cori su cori che, generalmente, vengono seguiti da una gran parte della curva, mentre gli ospiti insistono su cori secchi e ripetuti. Quest’ultimi si organizzano piuttosto bene a livello di colore: qualche bandierone viene sventolato in maniera ossessiva ai lati del gruppo principale, mentre un paio di bandiere a due aste, spesso e volentieri, fanno capolino. A margine di tutto ciò, non sono trascurabili neppure le bandierine e qualche tricolore mostrato con tanta fierezza ad un pubblico che naturalmente, almeno in larga maggioranza, non mostra di avere le medesime idee dei Ciociari.

Gli ospiti, in un paio di circostanze, continuano ad offendere la controparte ed, in questo secondo tempo, arriva pure la risposta della Nord che infiamma il pubblico dell’Arena Garibaldi, pronto a seguire la curva in un botta e risposta che fa alzare i decibel prodotti. C’era già poca simpatia tra le due fazioni, ma questa partita, se possibile, ha alimentato una rivalità che non può trascendere dall’ambito politico, visto che nel settore canarino non si fa mistero di avere idee non troppo simili al pubblico locale.

La partita continua ad essere avara di emozioni, a riscaldare l’ambiente ci pensano le due tifoserie: se gli ospiti attraversano una fase tutta sostanza, con cori accompagnati da battimani, la Curva Nord si cimenta in una bella sciarpata completata dalle bandierine usate per la coreografia di inizio partita. Viene accesa pure qualche torcia, mentre i bandieroni dei gruppi sono sempre alti al centro della curva.

La partita arriva alla conclusione e, quando l’arbitro decreta la fine delle ostilità, entrambe le squadre si dirigono sotto i rispettivi ultras per lo scambio di applausi ed il consueto lancio di maglie e pantaloncini.

Dalla Curva Nord si apre l’ultimo striscione della giornata, questa volta la tifoseria chiama in causa il suo presidente: “Battini vattene”. Tutti a casa e tra sette giorni ci sarà da decidere chi andrà avanti e chi terminerà la propria corsa verso la serie cadetta.

Valerio Poli.