Altamura e Gravina sono tra i centri più popolosi della Puglia: 70 mila abitanti la prima e quasi 60 la seconda. Le due comunità sono divise non solo da una manciata di km ma anche da un forte campanilismo, mai sfociato però in episodi di violenza. Non sorprende quindi che anche gli eventi sportivi non abbiano mai fatto registrare spiacevoli episodi di cronaca.

Il D’Angelo di Altamura, intitolato ad una vecchia gloria del calcio locale, presenta il tutto esaurito: 5 mila spettatori presenti, con mille tifosi giunti dalla vicina Gravina. Gli ultras Altamurani accolgono gli 11 in campo con una riuscitissima coreografia: cartoncini bianchi lungo tutto il settore e un leone accompagnato dalla scritta “i leoni della Puglia siamo noi”.

Gli ospiti, dal canto loro, colorano il settore con una sciarpata e l’accensione di fumogeni. In campo la partita è combattuta e in un paio di occasioni sono i padroni di casa a sfiorare il gol del vantaggio. Sia in campo che sugli spalti la partita è avvincente, ma al minuto 27, in uno scontro di gioco, il capitano del Gravina Gargiulo cade a terra perdendo i sensi. Immediatamente partono i soccorsi e l’arbitro per precauzione sospende la partita.

Lo stadio attende in religioso silenzio l’evolversi degli eventi e non si lascia trascinare nelle polemiche accese del campo che rischiano di sfociare in rissa. Dopo una ventina di minuti arrivano notizie positive e l’arbitro invita le due squadre a riprendere il gioco. I giocatori ospiti ancora sotto shock preferiscono rientrare negli spogliatoi.

In settimana il giudice sarà chiamato ad esprimersi.

Michele D’Urso