Io e te ci saremmo dovuti conoscere in una giornata come questa.

Caldo afoso di fine estate che ti sorprende quando ti sforzi di pensare già all’autunno, maglietta sudata, tribuna stampa dove non tira nemmeno un filo di vento.

Tu di certo non mi avresti notato e avresti tirato dritto.

Io ti avrei vista di sfuggita e saresti rimasta uno dei miei amori immaginati, di quelli per cui spreco inchiostro, vita e poco altro.

E invece faceva un freddo che si gelava e offrirti un caffè mi sembrava l’idea migliore per allungare di qualche minuto il dono del tuo sorriso.

Non potevo sapere saresti rimasta per così tanto tempo da farmi innamorare e da farti odiare, con tutto l’amore che avevo.

Ad essere onesto, l’avrei dovuto capire subito.

La tua faccia da temporale e il vento che tirava sempre in direzione contraria alla nostra, sembravano lì per raccontarlo.

L’estate più piovosa di Milano, avrebbe scritto poi qualcuno.

E i segni del tempo che rimanevano sempre e solo sulla mia pelle, mai sulla tua, che correvi senza voltarti mai.

Se quel giorno ci fosse stato questo caldo afoso non mi sarei trovato qui a pensarti, anche oggi.

Avrei guardato Giana-Carrarese e sarei tornato a casa, triste.

Poca gente, per essere onesti, ed un settore ospiti quasi deserto.

E invece no.

Perché nonostante la guerra che si sono trovati a combattere gli Highlanders, falcidiati dalle diffide, sono ancora vivi e, al netto dei molti silenzi e dei numeri risicati, riescono a farsi sentire e ad offrire un buono spettacolo.

Il vero peccato è l’assenza di un confronto ultras dall’altro lato, visto che da Carrara si muovono soltanto i club.

Ma tanto basta per farmi sorridere.

Trovare chi ancora ci prova è sempre un piacere.

Somigliano così tanto a me, che nonostante avrei preferito che quel giorno fosse un giorno di sole, ancora mi trovo ad aspettare un tuo messaggio.

Ad aspettare, con coraggio, giorni migliori.

Gianluca Pirovano.