A volte non si tratta di punti di vista o di aspettative, ma di dare un peso specifico ed un senso alla tristezza interiore ed esteriore della propria giornata. La mia fortuna è che oggi Monza è solo una tappa di passaggio, visto che mi attende, alle 18:00, la partita di basket femminile tra Milano e Broni. Tuttavia la mia breve permanenza brianzola passa tra una pioggerella mista a nebbia che si abbina al grigio del cemento dello stadio Brianteo ed all’asfalto bagnato

Arrivo in anticipo, ed è la prima volte che mi viene l’ispirazione di fare un giro completo dell’impianto. Così, nel vuoto demografico della zona nonostante la partita si avvicini, vedo una delle vecchie biglietterie ormai serrata, il vecchio ingresso della Curva Pieri, la gigante ed abbandonata tribuna scoperta ed, infine, il settore ospiti. Già. Un vialetto vuoto, una camionetta della polizia con gli agenti asserragliati all’interno, alcuni steward agli ingressi. Poco l’affanno dei preposti: da Arezzo non arriverà nessuno. Questo già si sapeva, e il risultato è l’ennesima testimonianza dello squallore assoluto della terza serie calcistica italiana, nonché l’ennesima riprova dell’incompetenza delle autorità che non sanno distinguere tra sicurezza e campagna di desertificazione. Purtroppo, allo stato attuale delle cose, sono più che d’accordo con gli aretini nel disertare.

Torno mestamente al mio ingresso. Entro a bordo campo, faccio qualche timido scatto. Oggi ricorre il sedicesimo anniversario della scomparsa di Davide Pieri, il tifoso del Monza a cui è stata intitolata la curva. Persino lo speaker dell’AC Monza ricorda l’anniversario e la figura di Davide. Applausi da tutto lo stadio, un coro dalla sua curva.

La partita inizia. Provo a spostarmi in tribuna per avere una prospettiva diversa ma anche, onestamente, per sottrarre la mia macchina fotografica alle intemperie. La partita non è pessima, ma sugli spalti non c’è nulla da segnalare. Gli ultras monzesi quest’oggi sono meno del solito e non tifano. Qualcuno riprende a più riprese Eziolino Capuano, ora allenatore dell’Arezzo, ma non so da dove nasce questo astio. L’aria è greve in tutti i sensi. La società è assente, deve onorare diversi debiti e, nonostante alcuni segnali di schiarita, si aspetta ancora una svolta. La piazza lo meriterebbe, ma anche una squadra che sta comunque onorando questo campionato.

Il tifo monzese inizia al 40°: cori potenti per invitare la società a pagare gli stipendi e per onorare i diffidati. Poi è tardi perché devo andare via. Magari arriveranno tempi migliori per tutti.

Stefano Severi