05-11-2017, Avezzano – L’Aquila 1-1, Serie D Girone F

Dopo aver visto e vissuto il derby della lanterna insieme a Simone ed Andrea, con quest’ultimo condivido anche il viaggio di ritorno (dormendo sul pullman) così che l’indomani sono fresco e pronto a vedere un altro interessante e sentito derby, questa volta di serie D e che si disputa nella regione Abruzzo: Avezzano – L’Aquila.

Per questo secondo derby sono in solitaria: dopo averlo già visto lo scorso anno a L’Aquila, sono tornato per rivederlo questa volta in casa dei bianco verdi marsicani.

Arrivo per le 11 ad Avezzano, curioso di vedere come la città si approccia all’evento, con la squadra posizionata nella parte medio alta della classifica, proprio con gli stessi punti dei rivali rossoblù. Attraverso le vie e le vedo pullulare di persone con sciarpe dell’Avezzano al collo poi, nei pressi dell’impianto sportivo, vedo arrivare tre macchine con le bandierine al vento e i ragazzi radunarsi in un bar per bere e vivere insieme il prepartita.

Vado avanti fino ad arrivare al Castello di Avezzano nei dintorni del quale è ubicato lo stadio “Dei Marsi” e trovo già gli addetti ai lavori che hanno piantato divisori e transenne tra la curva di casa ed il settore ospiti. Mi fermo nei pressi dello stadio e continuo a girare intorno in cerca di tifosi, ma trovo solo transenne a chiudere strade con steward e polizia municipale a vigilare su di loro.

Di tifosi ce ne sono veramente pochi e così sarà per un’altra ora abbondante, in cui vedo arrivare solo polizia, carabinieri e celerini e forse ha ragione il presidente dell’Avezzano Paris quando, nei giorni scorsi, aveva dichiarato che per questa partita ci sono troppe restrizioni. Come dargli torto questa volta? Divieto di vendita di alcolici nel raggio di 700 metri dallo stadio, vietato introdurre bevande o consumare bevande in contenitori di vetro, divieti di sosta e di transito molto più numerose rispetto a quelle della passata stagione con circa 150 fra agenti di polizia, vigili urbani e carabinieri a garantire la sicurezza.

Sono le 13 ma intorno allo stadio ci sono solo pochi tifosi ed un dubbio vi giuro mi assale: si invocano tanto le famiglie, le persone allo stadio per poi costringerle a peripezie ed ostacoli per viverlo appieno. Ma forse per questo si invocano tanto stadi nuovi con centri commerciali annessi ed in nome della sicurezza si fanno arrivare i tifosi prima e magari in attesa della gara li si porta in questi centri commerciali per farli spendere e far girare l’economia, ma allora lo stipendio medio di un italiano dovrebbe aggirarsi sui duemila euro al mese, ma questa è un’altra storia.

Devo dire che qui ad Avezzano l’entusiasmo c’è ancora, solo che la gente vive in modo diverso dal passato, lontano dallo stadio sempre più militarizzato, controllato ed inaccessibile.

Cerco di allontanarmi da questo luogo un tempo trasudante di passione e vissuto già parecchie ore prima del calcio d’inizio. Ritorno al castello Orsini, quando vengo rapito da alcune voci e urla, provenienti proprio dalle sue adiacenze: sono gli ultras marsicani che partendo dal simbolo di Avezzano hanno organizzato un corteo per raggiungere lo stadio a piedi, tra cori e sventolii di bandiere. Durante il tragitto, seguendo il corteo, un gesto mi colpisce e mi emoziona più di ogni altra cosa: una mamma che prende per mano il suo bambino che a sua volta le dice di sbrigarsi perché vuole raggiungere il corteo, evidentemente rapito dai cori e dal colore delle bandiere. Checché se ne dica questo “mondo” attira ancora molto, nonostante la non proprio edificante pubblicità di giornali e televisioni.

Quando manca poco meno di un’ora il corteo arriva davanti alla Curva Nord. Seppur venga indetta la “giornata biancoverde”, i prezzi rimangono abbastanza popolari e vanno dai 7 euro per la curva fino ad un massimo di 20 per la tribuna centrale.

Entro che ancora manca una buona mezz’ora all’inizio della sfida, in tempo per vedere la targa ricordo donata dal presidente Paris al pugile avezzanese Ivan Di Berardino con l’augurio che possa diventare campione italiano. Lo stesso poi andrà a raccogliere gli applausi, con tanto di sciarpa al collo, sia dalla curva che dalla tribuna.

Prima della partita, per caricare la squadra in campo durante il riscaldamento, si susseguono i battimani, mentre nel settore ospiti ci sono ancora pochi tifosi.

Simultaneamente all’entrata in campo dei giocatori, la Nord espone la bella coreografia che aveva in serbo, esponendo nella parte centrale un bandierone con sopra scritto “CURVA NORD 12 AVEZZANO” mentre ai lati sventola tante bandierine bianco verdi a croce. Inoltre sulla vetrata, in basso, viene esposto uno striscione che rimarrà appeso per tutta la partita e che recita: “MENTRE TUTTO PASSA E SE NE VA, QUESTO AMORE SEMPRE RESTERÀ”. La coreografia resterà alzata oltre il fischio iniziale, peccato che i rivali aquilani non la vedranno in quanto entreranno tutti insieme dopo cinque minuti dall’inizio.

Appena entrati, gli ospiti vengono investiti da una serie di fischi e cori contro, ma loro, con noncuranza e senza rispondere, si disporranno in maniera compatta nel settore e con l’esposizione degli stendardi, rigorosamente tenuti a mano per tutto l’incontro, inizieranno il loro tifo con il bel bandierone riportante i monumenti più importanti di L’Aquila, che sventolerà praticamente sempre.

La curva avezzanese, oggi veramente piena, è organizzata in maniera egregia con addirittura tre lanciacori, appoggiati ai pali della recinzione in alto, a far spingere la curva affinché i cori si sentano il più forte possibile. Il tifo nella prima frazione sarà potente e ricco di battimani, a dir la verità peccheranno un po’ nel colore dato che bandiere e bandierine non sempre verranno sventolate. Dopo una ventina di minuti espongono uno striscione di benvenuto per Nicole e alla mezz’ora esulteranno grazie al gol siglato da Dos Santos. Il tifo dopo di ciò aumenterà a livello d’intensità, così come il colore grazie allo sventolio di qualche bandiera in più.

Dalla parte ospite, in questa prima frazione, il tifo sarà caratterizzato da discreti battimani e cori a ripetere tutti abbracciati. Al ventesimo minuto i rossoblù si metteranno in evidenza per l’accensione di un paio di fumogeni rossi ed un paio blu che poi getteranno in campo, con l’intervento dell’estremo difensore avezzanese che raccoglierà i fumogeni per sgomberare il rettangolo verde. Il tifo poi proseguirà abbastanza continuamente, nonostante il gol subito che non intaccherà minimamente la loro prestazione.

Durante la pausa comincerà una leggera pioggerella che poi diventerà pioggia battente durante la ripresa, ma entrambe le tifoserie non sembrano risentirne, tant’è che i padroni di casa effettueranno una bella e fitta sciarpata, con le stesse lasciate agitare in aria, cosa che si ripeterà per ben tre volte. Nonostante la pioggia sempre più insistente, il tifo dei padroni di casa è sempre continuo con numerose battimani ad accompagnare i cori e a dispetto della pioggia, ci saranno anche delle belle sbandierate a colorare la curva.

Poco prima della mezzora di gioco espongono un altro striscione per chiedere giustizia sulla morte del ventisettenne avezzanese Matteo Mirasole, avvenuta il 7 giugno del 2017, in circostanze misteriose nella clinica di Colle Cesarano, a Villa Adriana di Tivoli.

A cinque minuti della fine, ma soprattutto quando tutti pregustavano questa importante vittoria che avrebbe permesso di staccare i rivali in classifica, arriva il pareggio ospite che lascia un po’ l’amaro in bocca a tutti, ma che non farà cambiare idea quando si tratterà di applaudire la squadra, che regalerà le magliette per ricambiare l’affetto ricevuto.

Tornando nuovamente agli ospiti e al loro secondo tempo, lo apriranno con il coro cantato a squarciagola “noi siamo il capoluogo”, per poi tifare in maniera continua con discreti battimani e il bandierone che sventolerà sempre, accompagnato dallo sventolio di qualche bandierina in maniera discontinua. Si distingueranno per l’accensione di un fumogeno rosso e per i giochi di braccia effettuate sotto la pioggia battente, che non andrà a scalfire in nessun modo la compattezza del gruppo. A cinque minuti dalla fine esultano per il gol del pareggio con i giocatori sotto al settore, identica scena si verificherà dopo il triplice fischio dell’arbitro.

A fine gara il pubblico di casa viene trattenuto dentro lo stadio per permettere agli ospiti di lasciare per primi lo stadio. Con il calare delle tenebre e sotto una pioggia sempre più insistente, mi accingo a lasciare lo stadio per tornare a casa, convinto da entrambe le tifoserie che pure questo derby, ovviamente con le dovute proporzioni, può lasciare emozioni difficili da dimenticare.

Marco Gasparri