Proprio nel giorno in cui ho deciso di seguire questa partita, giungeva da Bisceglie (prontamente pubblicato sul nostro portale), un duro comunicato da parte degli Ultras di casa attraverso il quale annunciavano la diserzione interna a partire proprio dalla gara odierna.

Il motivo? Prezzi alle stelle che dimostrano, secondo la loro lettura dei fatti, come anche in una realtà piccola come appunto quella biscegliese, il calcio giri intorno ad un business non indifferente, impedendo così a buona parte del popolo, di assistere alle gare interne.

E non finisce qui. Sempre all’interno del comunicato si legge che “..dopo svariate richieste di confronto con il Presidente e la Società, sempre rinviate, gli è stato proposto di ricevere biglietti a prezzo agevolato in cambio della cessazione della loro protesta”. Proposta ovviamente rifiutata dalla tifoseria proprio per chi, come già ribadito, non può permettersi una spesa così elevata ed è costretto a rimanere fuori o a casa solo perché meno fortunato di chi riesce a racimolare qualche spicciolo in più a fine mese.

Il vero problema, molto più verosimilmente, è la mancanza di un vero e proprio “settore popolare. Quel settore in cui può accedere chiunque, dal ragazzino all’anziano, dal tirchio facoltoso al meno fortunato. Quel settore in cui, almeno per due ore, ognuno di noi mette alle spalle i problemi quotidiani e si gode in totale spensieratezza quel sano spettacolo che solo il calcio sa offrire.

D’altronde uno dei principi che insegnano sin da bambino, è “lo spirito di aggregazione. Il saper stare e convivere con la gente, il sapersi rapportare con il mondo, il sentirsi “tutti uguali”. E chi meglio del calcio può farlo? Perché allontanare anziché unire? Perché solo alcuni e non tutti? Questo insomma il succo delle proteste della tifoseria.

Tornando alla gara non c’è molto da raccontare. La gradinata di casa sarà totalmente spoglia di vessilli nerazzurri e dei suoi Ultras. Il pubblico presente cercherà di sopperire a questa mancanza improvvisando “un tifo dell’ultimo minuto” ma con scarsi risultati, data la mancanza di un vero e proprio coordinatore.

Detto ciò, come facile prevedibile, si assisterà ad un monologo giallorosso. Saranno circa una settantina i supporter giunti dal capoluogo calabrese posizionati nel piccolo settore in ferro collocato dietro una delle due porte di gioco.

In prima linea i soliti due striscioni Ultras Catanzaro 1973 e Massimo, tifoso giallorosso prematuramente scomparso in un tragico incidente stradale a cui, dal 1996, venne intitolato il settore più caldo del Ceravolo. A completare il quadro, le pezze Volti Noti, Tipsy Group e Sala Ultras.

Come già anticipato, il loro tifo rimbomberà all’interno del Ventura per tutti i novanta minuti, complice il clima di assoluto silenzio e la sontuosa prestazione della loro squadra, capace di espugnare un campo difficile come quello adriatico. Non mancheranno i cori contro Cosenza e a sostegno delle Aquile, intervallati di tanto in tanto da treni di mani per far riposare la voce.

Totale indifferenza verso il pubblico di casa il quale, a fine partita, applaudirà comunque i propri beniamini sperando in un pronto riscatto già dalla prossima partita nuovamente tra le mura amiche contro la Leonzio. L’auspicio, mio e di tutti, è quello di ritrovare finalmente un settore accessibile a tutti.

Antonio Vortex.