Domenica 8 Aprile 2018 è una di quelle date che verrà ricordata a lungo dalle parti del Manuzzi.

Principalmente, per il tributo che la Curva Mare ha reso alla memoria di uno dei suoi fratelli, Daniele Magnani, detto Gagio, un ultras di Bellaria Igea Marina appartenennte allo storico gruppo dei Mad Men, deceduto a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto il 27 Marzo scorso, mentre si trovava per conto della sua ditta in Calabria.

Un tragico incidente, come purtroppo ne avvengono tanti, ogni giorno, nelle centinaia di cantieri sparsi in giro per l’Italia. Una vicenda drammatica, che ha strappato all’affetto dei suoi cari e dei tanti amici un ragazzo che era assolutamente benvoluto.

A tutto questo, purtroppo, non devono aver pensato nemmeno per un istante certi solerti tutori della legge in servizio presso lo stadio di Novara che, dimostrando scarsa sensibilità ed ancora minore buon senso, hanno vietato l’accesso sugli spalti ad uno striscione commemorativo nei confronti del Gagio, aggiungendo altro dolore, misto a rabbia impotente, a chi già stava soffrendo per colpa di questa grave perdita.

E dire che su quello striscione c’era scritto semplicemente “Ciao Gagio, fratello di Bellaria. Per sempre nei nostri cuori” e che, nel corso della stessa partita, nella curva in cui prendono posto gli ultras del Novara, ne era stato esposto uno in ricordo del compianto Emiliano Mondonico. Evidentemente, per qualcuno, la morte ed il dolore non sono uguali per tutti.

Per tutta risposta, gli ultras bianconeri giunti a Novara per sostenere il Cesena, non hanno potuto fare altro se non mandar giù il boccone amaro, trattenere la propria rabbia e rispettare il lutto, in maniera civile e composta, decidendo di rimanere all’esterno del settore ospiti, in silenzio, per tutta la durata dell’incontro.

Per contro, però, sarebbe opportuno che chi ha imposto questo divieto fosse chiamato a spiegarne le ragioni, possibilmente davanti ad una commissione formata dai rappresentanti di quelle stesse istituzioni in nome e per conto delle quali ha dichiarato di agire, così come sarà opportuno che una spiegazione in tal senso la fornisca anche il ministro uscente Minniti, magari rispondendo all’interrogazione parlamentare urgente promessa dal deputato Jacopo Morrone.

Nel frattempo, ad onorare la memoria del Gagio, ci pensano i suoi amici della Curva Mare, tutti i gruppi, nessuno escluso, ed in particolare i suoi amici dei Mad Men di Bellaria. A più riprese, prima, durante e dopo la fine della partita, sono tanti i cori inneggianti al Gagio che si alzano dal settore centrale della curva di casa dove, tra l’altro, viene esposto un grande striscione in suo onore.

A questi si uniscono gli applausi di tutti gli altri settori dello stadio quando il capitano del Cesena, Romano Perticone, annunciato dallo speaker dello stadio, si reca personalmente sotto il settore abitualmente occupato dai ragazzi di Bellaria per donare un mazzo di fiori ai suoi famigliari ed agli amici del suo gruppo.

Questi ultimi, a loro volta, espongono uno striscione con i tipici caratteri in “stile Mad Men” e, in onore del Gagio, sventolano il bandierone del gruppo per tutti i novanta minuti di gioco, dandosi il cambio tra di loro affinché non smettesse mai di garrire al vento.

A fine partita, ancora cori per il Gagio da parte di tutta la Curva Mare e, soprattutto, da parte dei suoi amici del gruppo che, in uno stadio ormai deserto, si trattengono ancora un po’ su quei gradoni che tante volte hanno visto gioire e soffrire il loro amico. Ed allora, un altro coro per il Gagio e poi un altro ancora. Per consegnare il suo nome al cielo ed alla storia.

Tutto il resto, poi, passa in secondo piano.

E così, almeno per questa volta, non starò a raccontarvi del tifo bello e caloroso della Curva Mare per tutti i novanta minuti di gioco, o della ventina scarsa di supporter dell’Entella al seguito dei biancocelesti, oppure del 3 a 0 con cui il Cesena schianta la compagine ligure, diretta avversaria dei bianconeri romagnoli nella lotta per non retrocedere.

Giangiuseppe Gassi