Il Cesena torna a casa.

Per la prima volta, da quel Cesena – Cremonese che ne aveva sancito la permanenza in serie B, sentenza poi ribaltata dalle ben note vicissitudini societarie, che hanno portato dapprima al fallimento dell’A.C. Cesena e, successivamente, alla nascita del nuovo Cesena F.C. che è ripartito dalla serie D.

L’estate è stata lunga e tormentata ma, sulle sponde del Savio, si è lavorato bene ed incessantemente fin dal primo giorno successivo al fallimento, per mettere in piedi una nuova compagine societaria che, ad oggi, vede una larga partecipazione di imprenditori locali a cui la tifoseria ha deciso di dare fiducia.

Cosa non da poco, dopo le amare delusioni del recente passato. Tant’è che, alla fine, sono stati ben 8.354(!) gli abbonamenti sottoscritti dai sostenitori del Cavalluccio alla vigilia della prima vera partita casalinga del nuovo Cesena F.C.

Ed anche per questo è davvero tanta l’attesa per il vero esordio casalingo della squadra allenata da Beppe Angelini. Un’attesa spasmodica ed un entusiasmo alle stelle, alla vigilia di questo ritorno a casa che ha il sapore di una vera e propria rinascita.

Il manipolo ospite

Alla fine, agli oltre ottomila abbonati, si dovranno sommare anche altri duemila e passa tagliandi venduti, per un totale di oltre diecimila spettatori che assisteranno, di fatto, all’incontro tra Cesena F.C. e ASD Francavilla Calcio 1927, valevole per il campionato di… serie D!

Così come era avvenuto in occasione delle precedenti gare ufficiali che, tra coppa e campionato, si erano disputate sui campi di Cesenatico e Forlì, anche quest’oggi la presenza massiccia di sostenitori bianconeri sugli spalti è rappresentativa dei quattro angoli della Romagna, come dimostrano gli striscioni e le bandiere che fanno bella mostra di sé sugli spalti.

Per l’occasione, la Curva Mare indossa l’abito migliore e, all’ingresso delle squadre sul terreno di gioco, accoglie i propri beniamini con una imponente coreografia. Una di quelle che, negli anni scorsi, si erano viste solo in occasione delle decisive sfide dei play-off promozione o in occasione di qualche big match di serie A.

Una coreografia composta da alcuni teloni esposti in curva, che vanno a comporre un collage di immagini molto significative. Nella parte centrale, su sfondo nero, si notano, oltre allo storico stemma del Cavalluccio marino, anche altri due simboli che stanno molto a cuore alla gente di Romagna. Vale a dire, la “Caveja” e l’effige del “Passator Cortese” (alias Stefano Pelloni, noto brigante romagnolo della metà dell’800, considerato da queste parti alla stregua di un Robin Hood locale).

Ai due lati, invece, su sfondo bianco, campeggiano un sole che sorge, simbolo di un futuro che ci si augura radioso e, dalla parte opposta, un libro che sulla copertina riporta la scritta Curva Mare e che, aprendosi, mostra una pagina con la scritta “Capitolo 78, Cesena FC” con affianco un’altra pagina, vuota, a simboleggiare che c’è una storia ancora tutta da scrivere. Il tutto, accompagnato da un Romagna mia cantato a squarciagola dall’intera curva e anche da una buona parte dei presenti che occupano gli altri settori dello stadio.

Per la recente scomparsa di Checco

Il tifo della curva di casa, nel complesso, non risente affatto della differenza di categoria, né tanto meno della caratura dell’avversario di turno. La Curva Mare di oggi sostiene la propria squadra a gran voce, contro un ostico ma modesto Francavilla, allo stesso modo in cui fino a poco tempo fa la sosteneva con altrettanta grinta e slancio quando c’era da conquistare una finale play-off o da affrontare una delle grandi del calcio italiano.

E gli effetti sul campo si fanno presto notare, visto che il Cesena riesce a conquistare la vittoria per ben 2 reti a 0, malgrado si sia ritrovato in dieci uomini per larga parte dell’incontro. I giocatori avversari mostrano di soffrire la tensione causata dal tifo incessante dei sostenitori locali e così, in breve tempo, cominciano a perdere di lucidità nelle giocate, lasciandosi andare spesso a gesti di nervosismo e falli di frustrazione, con la complicità di un direttore di gara fin troppo benevolo nei loro riguardi.

Alla fine, la vittoria del Cesena è il giusto finale per questa domenica speciale, vissuta al massimo da parte di tutti gli attori presenti sul palcoscenico dello stadio Manuzzi.

E fin qui, nulla da dire. Ma è d’ora in avanti che viene il bello.

Con una tifoseria che sarà chiamata a mostrare per tutto il prosieguo del campionato di che pasta è fatta e, soprattutto, quanto saprà essere il vero valore aggiunto capace di far vincere le partite casalinghe ad una squadra ben messa in campo da mister Angelini ma non ancora irresistibile.

Verrà l’inverno. E porterà con sé il freddo e l’umidità che ti penetrano nelle ossa e la prospettiva sarà quella di dover andare allo stadio per affrontare piccole ostiche squadre che scenderanno in campo convinte di giocare la partita della loro storia. Decise a fare di tutto pur di portarsi a casa un risultato da scrivere negli annali e raccontare ai nipoti. E sarà allora, soprattutto allora, che la tifoseria del Cesena dovrà fare la differenza, per caricare al massimo i propri beniamini e far tremare le gambe ai giocatori avversari.

I ragazzi dei Distinti

Infine, un paio di note a margine a cui tengo particolarmente. La prima, riguarda l’altra anima della tifoseria ultras del Cesena, ossia i ragazzi che si posizionano abitualmente dei Distinti e che quest’oggi erano presenti in numero significativo, considerando la categoria e l’avversario di turno. Hanno tifato, per conto loro, e sostenuto la squadra, tanto da meritarsi a fine partita il ringraziamento e l’applauso dei propri giocatori, che dopo aver salutato la Curva Mare si sono recati anche sotto il loro settore. Anche in questo caso vale lo stesso discorso fatto per i ragazzi della curva di casa. Dall’inferno della D se ne esce solo se si resta uniti al fianco della propria squadra, domenica dopo domenica, ossia sempre.

La seconda ed ultima nota a margine, la voglio dedicare ai sostenitori ospiti, agli ultras del Francavilla Calcio 1927 che, a mio modesto avviso, oggi hanno offerto davvero un grandissimo sostegno alla loro squadra. I numeri di certo non li hanno accompagnati, essendo una ventina o poco meno, su un totale di una quarantina di ospiti in totale, però hanno tifato sempre, continuamente, incessantemente, dal primo all’ultimo minuto, anche quando il risultato in campo era ormai scritto.

È vero, era impossibile sentirli dagli spalti, però li si vedeva chiaramente in costante movimento, sempre con le braccia tese o alle prese con un battimani. Da parte mia, complimenti davvero, perché meglio di così non avrebbero potuto fare.

Giangiuseppe Gassi