La curiosità di vedere la reazione al doppio balzo dalla B ai dilettanti del pubblico senese mi spinge quest’oggi in quel di Civita Castellana, 80 chilometri a nord di Roma. I tracolli del calcio di oggi ci hanno ormai abituato a tutto, ma fa un certo effetto pensare che lo scorso anno vidi una partita del Siena a Latina in cui i toscani stravinsero per 3-0 avvicinando nettamente i play-off per conquistare la massima divisione. Ancor più strano mi fa andare a ritroso di 2-3 anni e pensarli addirittura in Serie A.

Ormai il salto dall’Olimpico a campetti sperduti della provincia italiana è molto più facile di quanto si pensi, ma ciò non sembra dispiacere poi tanto agli ultras. Anzi, questo coincide spesso con una rinnovata vitalità dovuta agli stimoli che categorie senza tessere e senza divieti offrono giocoforza.

La cittadina situata nella provincia di Viterbo non è certamente distante da quella del Palio, tanto è vero che volendo si potrebbe anche evitare l’autostrada e percorrere per intero la storica Via Cassia. Ci si aspetta così una buona presenza di pubblico ospite, forte anche del buon inizio di campionato e dell’ultima netta vittoria sulla Sangiovannese.

Quando arrivo fuori lo stadio è già un via vai di sciarpette bianconere e tifosi in fila ai botteghini per acquistare il loro tagliando. Si dice che la passione per il calcio in Italia sia morta e che questo decesso sia avvenuto soprattutto grazie agli ultras. Non si vuole riconoscere invece, nel paese della menzogna e della presunzione, che basterebbe semplificare la vita a chi va allo stadio per tornare a riempire gli spalti. Passi il biglietto nominale, se proprio ci tenete a stadi con mille telecamere e riprese della Digos dal campo, ma togliere tessere, aprire i botteghini il giorno della partita ed evitare stupidi divieti per strumenti come tamburi e striscioni, sarebbe solamente un toccasana. Tutto ciò avviene in Serie D, ed infatti in questa categoria si vedono maggiormente sorrisi sulle labbra quando ci si avvicina agli stadi.

Ritiro il mio accredito ed entro in campo. Dopo aver indossato la pettorina, effettuo un primo giretto di ricognizione per dare un’occhiata alla tribuna. Giusto parlare al singolare, visto che si tratta di una gradinata unica che verrà quasi tutta occupata dai tifosi senesi. Per i supporters laziali c’è un piccolo angoletto diviso da una recinzione, tuttavia vi troveranno posto una decina di bambini armati di qualche bandiera ed un paio di fumogeni. Sì, proprio quei fumogeni tanto vituperati e combattuti in Europa quanto in Italia, ma evidentemente non poi così pericolosi ed anzi, in grado di rendere felici e contenti dei pargoli. Viviamo in un mondo di contraddizioni, c’è poco da fare.

Quando le due squadre rientrano negli spogliatoi dal riscaldamento anche la tribuna bianconera si sistema, e qui si nota la netta differenza di composizione del pubblico. Sotto la copertura del piccolo impianto Cimino prendono posto i tanti tifosi non di curva, che si mettono a sedere, mentre nel lato scoperto si posizionano gli ultras. Peraltro, nonostante ad inizio partita venga intonata la classica e mai noiosa Verbena, noto che mancano ancora i Vecchi Ultras. Il gruppo infatti farà il proprio ingresso dopo qualche minuto dall’inizio.

Messi gli striscioni e fatti rullare un paio di tamburi, il sostegno alla Robur può avere inizio. I numeri di chi è in piedi a cantare non sono esorbitanti, questo va detto. Va dato loro atto però, soprattutto nella ripresa, di riuscire a trascinarsi dietro anche buona parte dei restanti tifosi facendoli alzare e cantare.

Noto come tra le fila senesi ci siano molti over 40, i quali si divertono molto tra torce e canti. L’elisir di giovinezza passa per la curva, l’ho sempre sostenuto. Non mancano i cori contro Firenze mentre sul terreno di gioco il Siena va dapprima in svantaggio, per poi recuperare e travolgere spietatamente il Flaminia con un 6-1 che non lascia spazio ad ulteriori commenti.

L’andamento del match infiamma il pubblico ed il sostegno sarà più che piacevole per me, osservatore esterno e neutrale della situazione. Di certo, conoscendo un pochino come funzionano le cose attorno all’Artemio Franchi, con repressione a volte smodata ed abusi facili da perpetrare vista la piccola realtà, questa deve essere una vera e propria boccata d’ossigeno per gli ultras bianconeri.

L’incontro termina con le squadre che ormai, a risultato acquisito, passeggiano in campo ed i tifosi ospiti che fanno festa con una sciarpata ed un paio di bei cori a rispondere, ben riusciti anche grazie alla grancassa della copertura.

Al fischio la Robur si porta tutta sotto la tribuna a raccogliere il meritato applauso, mentre io effettuo gli ultimi scatti sotto ad un sole cocente che ha formato un’altrettanto fastidiosa cappa di umidità.

Riconsegnata la pettorina e ripresa la patente posso uscire assieme al pubblico toscano e riguadagnare la strada di casa. Sarà un anno di rodaggio ma anche di ritorno alle origini per il tifo senese, ne sono convinto. La Serie D, negli anni, ha rafforzato e fatto emergere tante tifoserie.

Il traffico del rientro chiaramente mi coglie lungo la strada, ma il caldo ed il sonno mi hanno talmente fiaccato che non ho neanche la forza per incazzarmi ed inveire. Bevo il calice amaro della viabilità italiana fino in fondo.

Simone Meloni.