08-10-2017: Como 1907 – Seregno Calcio 0-2, Serie D, Girone A

L’ultima volta che entrai allo Stadio Giuseppe Sinigaglia il Como militava in Serie B dopo una meritata e sorprendente promozione.

Da quel giorno molte cose sono cambiate sulla sponda del Lario, oltre ai cambi societari, è cambiato il logo e il nome della squadra, passando da Calcio Como, a Como FC e poi in Como 1907.

Prima del match visito rapidamente l’incantevole centro storico della città di Alessandro Volta godendomi un caldo sole autunnale; mentre mi perdo per i vicoli e per le piazze noto con piacere la presenza di molti tifosi comaschi che, sfoggiano le loro sciarpe camminando verso lo stadio, distante veramente poco dal centro cittadino.

Entro sugli spalti molto prima della partita e lo stadio è abbastanza già animato.

All’inizio delle ostilità gli spalti offrono una buona cornice di pubblico, con la partecipazione anche di diverse scuole calcio in tribuna; ovviamente sono lontane le presenze della Serie B di qualche anno fa, ma comunque posso ritenermi soddisfatto per ciò che ho visto, tenendo in considerazione categoria e vicissitudini societarie che falciano l’entusiasmo.

La presenza ospite è all’incirca sulle 30 unità, ma solo la metà di esse partecipa attivamente al tifo, creando un compatto gruppo dietro lo striscione “Curva Nord Seregno” e in più occasioni, soprattutto nel secondo tempo, si fanno sentire con cori dedicati alla squadra che riesce a portare a casa un importante risultato per la classifica. Per tutti i 90 minuti vi è una totale indifferenza tra le due curve.

Passando alla tifoseria di casa; la Curva Ovest espone sulla cancellata uno storico striscione con scritto “Nel nome di Como combattiamo!e varie pezze e drappi da cui si possono individuare i gruppi che compongono la Ovest: “Como Supporters”, “Banda Como”, “Fö da Co Como”, “Blue Generetion”, “Fedelissimi Bellagio”, “Le ragazze dello Stadio”, “Alto Lago”, “Gruppo Edera” (e mi scuso se dimentico qualcuno).

All’entrata in campo delle squadre la curva si anima con molte bandiere, alcune di pregevole fattura, qualche due-aste e con laccensione di alcuni fumogeni dai colori bianco blu, mentre in tribuna centrale il gruppo “Pesi Massimi” espone uno striscione in solidarietà agli ultras del Cantù Basket recante la scritta “Più rispetto per Cantù… Eagles non mollate”.

Per tutta la durata del primo tempo il sostegno da parte del settore più caldo del tifo lariano non viene mai a mancare, nonostante i due gol subiti al 31 e al 35’; vengono inoltre ricordati a più riprese i diffidati.

Anche nel secondo tempo il tifo si mantiene su buoni livelli nonostante il risultato ormai certo. Da segnalare una bella sciarpata sulle note di “Oh comasco dal cuore ubriaco”.

Il coro, però, che mi è rimasto più impresso è stato “Questa categoria non ci appartiene”; il Como e la sua gente non meritano davvero di stare in questa categoria, ma hanno di diritto a ben altri palcoscenici sia per il blasone, che per lo stadio che per il grosso seguito che questa squadra ha sempre avuto.

Nonostante il tifo incessante la squadra non riesce a recuperare lo svantaggio e forse mai nemmeno ci prova. Al triplice fischio scoppia la rabbia e la frustrazione del popolo bianco blu che sommerge i giocatori di fischi e li chiama sotto la curva per un rapido, ma civile confronto. Non so, e non mi interessa cosa si siano detti, ma penso che molti dei pensieri lariani si accomunino a quello di un sessantenne volontario della Croce Rossa che era affianco a me: “Questi qua non hanno ancora capito il peso della maglia che indossano”.

Nicolò Manfrinati.