Potrebbe sembrare inusuale ai più il fatto che una tifoseria organizzata decida di convocare una conferenza stampa, ma quando le situazioni contingenti giungono effettivamente al limite è, senza dubbio, normale, oltre che legittimo, utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per far valere le proprie ragioni. È questo sicuramente il caso degli Ultras Imperia che, nella serata di mercoledì 6 giugno, hanno invitato i giornalisti, i tifosi, i giocatori, i genitori dei ragazzi del settore giovanile nerazzurro, e tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della squadra cittadina, ad un incontro pubblico al fine di discutere in merito all’attuale situazione societaria dell’Imperia Calcio.

Tale appuntamento faceva seguito al comunicato stampa diramato nei giorni precedenti dalla tifoseria nerazzurra, nel quale si prendevano nettamente le distanze, una volta per tutte, da “una dirigenza incompetente, presuntuosa e balbettante come quella attuale”.

In serata mi reco quindi al bar “Dolce&Amaro”, a pochi passi dallo stadio “Ciccione” di Imperia e consueto ritrovo della tifoseria nerazzurra. La conferenza stampa è prevista per le 19.45 e al mio arrivo ci sono già diverse persone che aspettano che il tutto abbia inizio. Presenti anche alcuni giornalisti locali e, nel corso dell’evento, arriveranno anche due candidati sindaci (su 8), vista l’imminente tornata elettorale (si voterà per la nuova amministrazione cittadina proprio al termine di questa settimana, il 10 giugno 2018).

Al centro del locale è stato allestito un tavolino con i drappi degli ultras nerazzurri affissi sul davanti. Varie sedie e alcuni tavolini disposti tutti intorno. Ma sono pochi quelli che prenderanno posto a sedere. La maggior parte preferirà assistere al tutto in piedi, al centro del bar. Dietro il tavolo tre rappresentanti della curva imperiese iniziano a spiegare le ragioni di questa conferenza stampa ed i motivi che li hanno spinti a contestare l’attuale dirigenza dell’Imperia Calcio. Oltre ad elencare alcune interessanti proposte per risollevare le sorti della loro amata squadra.

Tifosi presenti alla conferenza stampa

LA CONTESTAZIONE – Gli ultras hanno tenuto innanzitutto a precisare che l’attuale società non ha nulla a che fare con quelle che l’hanno preceduta. “Nessuna di queste persone è un criminale o un delinquente incallito”. Ma ciò non toglie che i dirigenti attuali abbiano “delle grandi incapacità, soprattutto a livello sportivo”. La tifoseria nerazzurra ha poi raccontato di avere, nel corso degli anni, provato più volte a fornire dei suggerimenti o dei consigli, per invogliare la gente a venire allo stadio o per migliorare l’immagine della squadra stessa. Ma è stato perso solo del tempo.

“Uno dei primi consigli è stato quello di modificare la società in una Srl. Questo perché al momento l’Imperia è una Asd e quindi non esistono delle quote reali. Ogni dirigente, al di là del fatto se abbia investito mille o centomila euro, vota ad alzata di mano. Senza alcuna differenza. In pratica si è solo soci e non proprietari di quote. Abbiamo proposto di creare la Srl solo per la società sportiva, lasciando che l’eventuale questione dei beni mobili e immobili venisse gestita come meglio credevano. Ma la creazione della Srl è di fondamentale importanza, perché nell’eventualità si dovesse avvicinare qualcuno in qualità di sponsor o semplicemente per investire nella squadra, possa avere un minimo di garanzia, trovando una società con un bilancio, con debiti e crediti, e con delle quote ripartite. Al momento invece, chi decidesse di portare dei soldi rischierebbe solo di buttarli”.

Ma ovviamente non c’è solo questo. Gli Ultras dell’Imperia, dietro il tavolo allestito per l’occasione, hanno continuato a snocciolare dati su dati, evidenziando innanzitutto la storia sportiva della squadra, con diversi anni di Serie D e di Serie C. “Negli ultimi sei anni l’Imperia ha militato 5 volte in Eccellenza ed una sola, falimentare, in serie D, terminata con la retrocessione. Negli ultimi 18 anni ha fatto solo un anno in C2. Il problema è che anche le dirigenze passate hanno lasciato un’eredità sportiva disastrosa. Le società, però, cambiano, ma i tifosi restano. Noi ultras, dopo il fallimento del 2008, siamo stati sempre presenti al seguito dell’Imperia in Seconda Categoria, e continuiamo a seguirla adesso in Eccellenza. Così come, i più vecchi tra noi, la seguivamo in C2. Il patrimonio dei tifosi, al di là degli ultras, va considerato. Perché Imperia ha un bacino di utenza non indifferente, che arriva anche ai paesi limitrofi. Basti pensare, ad esempio, che in occasione dello spareggio playoff di andata contro il Lumignacco è riapparso lo striscione con la scritta “Cervo”. L’Imperia bisogna cercare di mantenerla ai livelli che merita.”

L’attuale società dell’Imperia appare però carente da tanti altri punti di vista. Prima degli spareggi, in un momento, quindi, molto importante per la squadra, per la tifoseria e per la città, abbiamo saputo da alcuni giocatori, che mancavano dei rimborsi. Questi ragazzi, che hanno comunque onorato la maglia e contro i quali non abbiamo nulla da recriminare, non erano però certamente nelle condizioni ottimali per poter affrontare una sfida importante come quella degli spareggi e ottenere il risultato sperato. Noi l’abbiamo saputo il giovedì prima di partire per la trasferta di Udine, e la cosa ci ha fatto arrabbiare veramente molto”.

Il tavolo dei relatori

Ma non è tutto, purtroppo. “Al ritorno da Udine, dopo oltre mille chilometri di trasferta, il caldo assurdo e la sconfitta che bruciava, apprendiamo dai giornali che il Presidente dell’Imperia calcio ha annunciato che non presenterà la domanda per il ripescaggio della squadra in Serie D. Scatenando ovviamente la polemica. In quelle ore è stato detto di tutto: che il giornalista aveva interpretato male, che noi stessi avevamo interpretato male ciò che era stato riportato. Ma a distanza di neanche ventiquattro ore un altro dirigente dell’Imperia Calcio dichiara invece che la squadra avrebbe presentato la domanda per il ripescaggio, anche se c’erano poche possibilità che questa fosse accolta. I dirigenti che noi conosciamo in questa società sono tre: il presidente Fabrizio Gramondo, Daniele Ciccione, che nel sito della società, quello ufficiale, non risulta neanche, anche se sappiamo che è un socio, ed il vice presidente Fabio Ramoino. Quest’ultimo non ha detto nulla, forse facendo più bella figura. Gli altri due invece hanno parlato dicendo cose completamente diverse. È ovvio quindi che non possiamo e non vogliamo più avere a che fare con questa dirigenza. Rimarchiamo il fatto che sono sicuramente delle persone differenti rispetto a chi era proprietario dell’Imperia negli anni passati e che l’onestà debba essergli riconosciuta. Però ora basta! Come Ultras abbiamo deciso che la nostra contestazione andrà avanti fino a quando questi dirigenti ricopriranno un ruolo importante in questa società. Si facciano dunque da parte o per lo meno vadano a ricoprire un ruolo marginale all’interno dell’Imperia Calcio”.

ESEMPI DA SEGUIRE – Nello spiegare le possibili soluzioni per far ripartire la società dell’Imperia, gli ultras nerazzurri hanno voluto portare anche degli esempi concreti di buona gestione e di passione per lo sport e per il proprio lavoro. Uno di questi esempi era anche presente nel corso della conferenza stampa, e si tratta di Denis Muca, al quale, tra l’altro, gli ultras imperiesi avevano anche dedicato uno striscione in occasione di una partita di inizio stagione (contro la Sammargheritese), per salutare il suo ingresso come sponsor della squadra. Una scelta, quella del giovane imprenditore locale, che aveva riaccesso l’entusiasmo dei tifosi attorno alla formazione nerazzurra. Una persona appassionata di calcio che è diventata tifoso dell’Imperia. Ci ha dato fiducia, diversamente da questa dirigenza, che non lo ha mai fatto. E che ha dimostrato la sua passione e le sue capacità come presidente in una piccola realtà, come Cervo, che fa la seconda categoria. Chi ha giocato a Cervo ci ha detto di essere stato trattato come un professionista. Noi abbiamo potuto inoltre constatare delle strutture di alto livello: il bar, gli spogliatoi, degli impianti da far invidia all’Imperia Calcio.”

Ma non c’è solo lui. “Un’altra persona che ha fatto un lavoro importantissimo è Claudio Mandica, che non è un dirigente di spicco della società, ma è una persona che si è occupata di fare i video e le foto delle partite e le interviste ai giocatori durante la settimana. Senza dimenticare che il sito ufficiale della società è una cosa impietosa e questo ragazzo, senza il minimo aiuto, ha creato un altro sito internet, davvero molto ben fatto, tutto di sua iniziativa, inserendo dati, foto e video da lui realizzati. Un lavoro da professionista, a differenza del resto della società”.

LA FIGURACCIA DI UDINE –  Tornando alla recente trasferta contro il Lumignacco, valevole per il playoff di Eccellenza, spunta poi un altro aneddoto davvero imbarazzante. Per la squadra, ma anche per la città intera. “Sappiamo che l’impianto sportivo è gestito direttamente dal Comune ed al suo interno c’è un bar. Tecnicamente bisognerebbe fare una gara d’appalto per gestirlo, ma abbiamo anche saputo che ci sarebbe stata la possibilità di tenere aperta questa struttura almeno la domenica, semplicemente trasferendo la licenza da un impianto già esistente allo Stadio Ciccione,  al costo di appena 80 euro. L’Imperia, però, negli ultimi anni ha sempre tenuto il bar chiuso. Quando ci siamo recati in trasferta contro il Lumignacco, che è, addirittura, la squadra di una frazione di un paese di circa 4 mila abitanti in provincia di Udine, abbiamo invece giocato in un impianto dotato di almeno due punti ristoro per i tifosi. Non si è giocato nel loro campo, perché non era a norma per gli spareggi di Eccellenza. Ma la partita si è disputata in un impianto sportivo limitrofo. Un impianto, non uno stadio come il Ciccione, dove però erano presenti delle strutture in cui fornivano da bere e da mangiare agli spettatori. E contemporaneamente, su un giornale di Udine, si raccontava che nello stadio di Imperia, con oltre 3.000 posti a sedere, il bar era completamente chiuso. E si invitavano, per tanto, i tifosi locali ad accorrere al campo perché invece il Lumignacco avrebbe disposto i  punti ristoro.  Mentre qui da noi qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di Imperia città dello sport.

Striscioni a fine conferenza

PROPOSTE E SOLUZIONI – Non ci sono state, però, solo critiche nel corso della serata. Ma anche proposte concrete e probabili soluzioni. Alcune delle quali nate anche grazie all’esempio di realtà vicine, e amiche, come Nizza e Tortona. “Conosciamo perfettamente quello che è successo a Tortona, dove, grazie sopratutto all’impegno dei tifosi, è stato addirittura rifondato l’HSL Derthona, che ha ottenuto subito degli importanti successi, con la vittoria del campionato e della Coppa di categoria. Tantissime persone sono tornate allo stadio, ma soprattutto si è riscontrato l’avvicinamento della piccola imprenditoria, seguita a ruota dal resto della città. Mentre le ultime indiscrezioni dei giornali parlano addirittura di un interessamento di Gavio, che è già impegnato nello sport a Tortona con il basket. Se c’è un impegno concreto da parte della città e dei tifosi, quindi, i risultati si ottengono. E sulla base di questo, vogliamo valutare la possibilità, se avremo le forze e se ci sarà qualche risposta dall’imprenditoria locale, della creazione di un trust di tifosi, come, per l’appunto, è già accaduto da altre parti.”

Ma non basta. “Abbiamo inoltre intenzione di stilare un documento del tifoso da far firmare a chiunque ne abbia voglia e presentare poi questa petizione alla futura amministrazione comunale. Già in passato abbiamo provato a chiedere l’intervento della politica e degli imprenditori, come in occasione del dicembre del 2007,  quando era stato creato il Comitato Cuore Neroazzurro. Riuscimmo a raccogliere mille firme, che presentammo all’allora Assessore allo Sport, Marco Scajola, che vi aveva assicurato piena vicinanza all’Asd Imperia Calcio  Una vicinanza che però nei fatti non c’è mai stata. E questa non vuole essere un’accusa diretta a Marco Scajola, visto che è una consuetudine verificatasi con tutti gli assessori allo Sport e con tutti i Sindaci che si sono succeduti negli ultimi anni. In occasione dei risultati positivi, la classe politica spuntava sempre. Nei momenti di difficoltà, invece, è rimasta sempre e solo la tifoseria. La speranza, comunque, è che la nuova amministrazione comunale e l’assessore allo Sport, sollecitati da questa petizione, si pongano realmente il problema e vadano a verificare cosa succede nel mondo del calcio cittadino. Il primo obiettivo che vorremmo raggiungere è quello di veder rilevata l’attuale società dagli imprenditori locali, magari supportati dall’amministrazione. O per lo meno che qualcuno si decida ad intervenire concretamente per gestirla al meglio. Se poi gli attuali dirigenti in qualche modo vogliono continuare a dare il loro contributo, non verranno di certo mandati via a calci. Possono anche restare, ricoprendo, però, un ruolo non di primaria importanza, e smettendola di fare danni. Tutto sommato gli viene riconosciuto il fatto che, grazie a loro, Imperia ha ancora una squadra di calcio. Ma tutto questo è stato ottenuto con il minimo sforzo e con minimi risultati.”

VOGLIAMO UN PRESIDENTE – La conferenza termina tra gli applausi dei presenti. L’atmosfera è più rilassata. Gli ultras rispondono alle domande dei cronisti, ribadendo i concetti già espressi nel corso della serata. Ci si sposta poi all’esterno del locale, per alcune foto dietro gli striscioni. Tra di loro c’è anche Denis Muca, che indossa una sciarpa nerazzurra. È quindi ora di andare, ma mentre mi allontano un coro riecheggia fortemente, lanciato a gran voce dai tifosi imperiesi: “Un presidente, vogliamo un presidente”.

Daniele Caroleo.