L’ultima volta che avevo messo piede al PalaEstra, se non vado errato, si giocavano le semifinali scudetto, con la Mens Sana protagonista come sempre. E’ passato solo un anno, eppure non si direbbe. Nella città del Palio gli avvenimenti si sono susseguito prepotentemente, con lo sport cittadino che in pochi mesi è passato dagli allori della Serie A calcistica e degli scudetti nella pallacanestro, alla Serie D per la Robur e la B per i biancoverdi. Un declassamento che non ha però fiaccato la voglia di basket, ed oggi l’ottimo colpo d’occhio offerto dal palazzetto ne è l’esemplare dimostrazione.

Si tratta di un partita molto importante, con i padroni di casa primi in classifica che ospitano la seconda della classe, Cecina. Come da consuetudine, una volta entrato a Siena mi perdo, girando attorno alle mura almeno un paio di volte e trovando soltanto casualmente il PalaEstra. Parcheggio ed entro in maniera alquanto trafelata quando la Brigata sta già eseguendo il classico coro della “Verbena”. Ad occhio e croce, se non sapessi che si tratta di una partita delle quarta (terza dal prossimo anno) serie cestistica, crederei di essere in un palazzetto di Serie A. Tante persone infatti hanno raccolto l’invito degli ultras e della società a comprare i tagliandi per questa gara e l’effetto è sotto gli occhi di tutti. Nel settore ospiti, almeno per il momento, ci sono soltanto tifosi normali.

Prendo posto in tribuna, mentre la curva di casa ha iniziato il suo classico spettacolo. Per loro sembra non esser cambiato nulla, nonostante un campionato che a livello pratico sta nascondendo più insidie del previsto. Basti pensare ai numerosi divieti notificati ai tifosi mensanini, con la questura locale promotrice di terrorismo psicologico presso le questure delle città dove il sodalizio toscano gioca (su tutti vale l’esempio della trasferta interdetta a Varese proprio su suggerimento della Questura di Siena, che paventava ai colleghi prealpini il rischio di eventuali incidenti tra biancoverdi e varesini).

Come detto, a livello canoro c’è ben poco da imputare ai ragazzi della Brigata. Cori tenuti a lungo e seguiti spesso da tutto il pubblico, manate, continue sbandierate e intensità che si alza ancor più negli ultimi due quarti. Da sottolineare uno striscione contro l’ex presidente Minucci, ritenuto dagli ultras il maggiore artefice del fallimento. La sorpresa però viene dal settore ospiti, dove nel secondo periodo fanno il loro ingresso una trentina di ragazzi con le pezze “Curva Nord”. Si tratta, con tutta probabilità, degli ultras del calcio. Per me che ero venuto con l’idea di vedere una sola tifoseria, è comunque tanto di guadagnato. E devo dire che non sfigurano affatto, riuscendo, in più di un’occasione, a tirarsi dietro anche il resto dei presenti nel settore ospiti.

In campo la partita è davvero avvincente, con le due squadre che si battono punto a punto e Cecina che nel terzo quarto prende addirittura il largo, subendo però la feroce rimonta di Siena. La reazione della Mens Sana infiamma ancor più il palazzetto, e gli ultimi dieci minuti sono veramente da manuale del tifo cestistico. Se si vuol trovare una pecca al gruppo di casa, bisogna forse sottolineare l’aspetto numerico, che potrebbe essere maggiore se si pensa alla tradizione che la città ha in questo sport.

Finisce con la curva di casa che si esibisce in una bella sciarpata ringraziando i propri giocatori per il successo che li proietta a +4 sui cecinesi. Lascio il PalaEstra soddisfatto, avviandomi verso la macchina che, come da tradizione, è stata parcheggiata in una sorta di pantano poco distante dall’entrata. La certezza è che il basket non delude quasi mai.

Simone Meloni