Alma Juventus Fano e Parma non si incontravano dai tempi in cui Arrigo Sacchi allenava i ducali. Di acqua sotto i ponti da allora ne è passata tanta soprattutto per i gialloblu, ma lo spettacolo sugli spalti, in occasione dell’undicesima giornata del girone B di Lega Pro, non è certamente mancato.

Sono 300 i parmigiani arrivati nelle alte Marche, muniti di tanti bandieroni dall’elevato impatto coreografico, che dominano la parte centrale del settore, laddove si compattano gli ultras. I cori sono costanti e nel rimpallo con la curva di casa, restituisce una buona cornice di tifo canoro, a favore delle rispettive squadre ma anche degli amanti del mondo ultras.

Al rientro delle squadre in campo, a farla da padrone è la maestosa coreografia dei tifosi granata: un enorme copricurva azzurro con sopra raffigurati i simboli storici della città della Fortuna, dall’Arco di Augusto passando per la Porta della Mandria, i campanili di Piazza XX Settembre e San Paterniano. L’impatto è notevole e conferma la vena creativa di questa tifoseria la quale, nel giro di due anni, tra dilettanti e professionisti, ha offerto almeno cinque coreografie dall’alto impatto scenico.

Il settore ospiti non resta ovviamente a guardare ed accoglie l’ingresso in campo delle squadre con cori e sbandierate. La squadra non è al momento in linea con le aspettative della piazza ed è quindi liberatorio il gol nel finale, a firma di Calaiò, che regala ai ducali tre punti fondamentali per la rincorsa al vertice.

Dopo la girandola di emozioni degli ultimi minuti, entrambe le squadre vengono salutate dalle rispettive tifoserie con applausi ed incoraggiamenti, mentre tra le due fazioni regna l’indifferenza.

Conferme per tutti dunque in una bella e sana domenica di grande calcio. La curva di casa continua, come detto, il suo magic moment soprattutto a livello coreografico, mentre i tifosi del Parma si affidano ad esperienza e compattezza a difesa del proprio blasone e della propria storia buttata nel fango del fallimento dalla gestione Ghirardi.

Testo e video di Tommaso Giancarli.
Foto di Tommaso Giancarli e Giovanni Padovani.

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