Stando ormai al calcio moderno, con tutti i suoi divieti, le sue date sballate, i suoi appuntamenti noiosi e omologati ad avvenimenti teatrali da far scendere il proverbiale latte alle ginocchia, la pausa estiva dovrebbe essere un forte deterrente a tale sport, movimento ultras compreso. Sta di fatto però, che da qualche anno a questa parte il programma delle amichevoli estive richiami molto interesse per gli appassionati del tifo. Vuoi perché propone a volte incontri inediti, magari riaccendendo rivalità storiche sopite per decenni; vuoi perché, fatta eccezione per casi straordinari (a memoria ricordo ad esempio un Reggiana-Modena di qualche anno fa), le limitazioni per i tifosi in trasferta sono praticamente nulle, tessera del tifoso ivi compresa.

Bari-Marsiglia è una delle partite che entra di fatto nel mio mirino. Non appena la società pugliese comunica la data dell’incontro consulto il sito di Ryanair e con soddisfazione noto che la tratta Roma-Bari è acquistabile alla modica cifra di 24 euro andata e ritorno. Non ci penso due volte e prenoto. Contestualmente alla mia discesa in terra di Puglia, anche l’amico Michele fa ritorno nella sua Altamura. Ci si organizza così per incontrarci e passare la mattinata assieme.

Partire da Ciampino il 30 luglio significa anche mischiarsi alla marmaglia di truzzi che, armati dei loro ridicoli cappelli in paglia e costumi già in aeroporto, lasciano la Capitale alla volta delle mete balneari europee. Ogni città ha i suoi cliché, quindi io mi becco quelli della mia senza fiatare, ma solamente tirando un sospiro di sollievo nel constatare che per il mio volo di coda ce n’è davvero poca, tanto è vero che l’imbarco avviene in poco più di dieci minuti.

I 40 minuti di viaggio sono una pura formalità e l’arrivo all’aeroporto di Palese avviene persino con qualche minuto di anticipo. Essendo la mia prima volta in questo scalo aeroportuale devo dire che ne rimango abbastanza colpito, in positivo. Ben tenuto, pulito e con tutti i servizi essenziali. Molto al di sopra dello stesso Ciampino. Nel frattempo, portandomi verso l’esterno, noto uscire un quindicina di tifosi marsigliesi. Tutti con maglie e sciarpe del Commando. Saranno gli unici a presenziare.

Dopo una ventina di minuti arriva Michele. La Strada Statale 96 ci porta fino ad Altamura, dove la mattina trascorre tra primizie culinarie del luogo, chiacchiere a fiume sugli ultras e tutto ciò che vi gravita attorno, infine curie vescovili con tanto di preti e perpetue ad accogliere l’amico presto convolante a nozze. Un’ultima sana abbuffata di cavatelli è il preludio alla mia partenza per il capoluogo. Il futuro sposo mi accompagna alla stazione delle magiche Ferrovie Appulo-Lucane, unica linea ferrata che al momento collega Matera al resto d’Italia. Purtroppo le vecchie “littorine” sono state sostituite da moderni treni, più simili a tram in realtà.

Dopo i saluti ed i ringraziamenti per la splendida accoglienza, mi siedo osservando l’hinterland barese che scorre ai miei lati fino a raggiungere la stazione centrale. Ad aspettarmi, proprio in Piazzale Aldo Moro, c’è quel Sascha compagno di tante partitelle lo scorso anno, ed ogni tanto redivivo nel Belpaese per gustarsi qualche incontro interessante. Le chiacchiere, anche qui, non mancano. Ciò che davvero rende il nostro mondo magnifico, ed a volte persino irreale se confrontato con gli standard dei rapporti umani nell’attuale società, è il saper interagire anche se da perfetti sconosciuti. Una sorta di marchio di fabbrica che ti fa superare qualsiasi barriera. Penso a tutta la storia del razzismo e dell’intolleranza che gira attorno agli ultras. Poi ripenso alle persone, ad i ragazzi, e spesso anche alle ragazze, conosciute in tanti anni di movimento. Gente di città totalmente diverse dalla mia, inglese, francesi, tedeschi, bulgari. Birre bevute gomito a gomito, racconti ascoltati e narrati. Ignorando qualsiasi differenza. Nel nostro piccolo, con i nostri inevitabili limiti e le nostre palesi contraddizioni, siamo forse la parte meno discriminatoria di questa società.

Terminato il pistolotto sociologico ed autocelebrativo torniamo a parlare di cose serie. I controllori posti all’ingresso degli autobus speciali per lo stadio vogliono convincere i tanti ragazzi armati di sciarpa biancorossa a fare il biglietto. Gli stessi non sono d’accordo ed alla fine hanno la meglio con una bella entrata a spinta, che costringe controllori ed autisti a desistere esortando, anzi, la partenza del bus. Io e Sascha assistiamo divertiti alla scena e partiamo alla volta del San Nicola. In una ventina di minuti siamo a destinazione.

Ritirare l’accredito non è affatto impresa semplice. Nessuno sa infatti quale sia il botteghino preposto al rilascio degli stessi e solo dopo un giro completo attorno al perimetro dello stadio riusciamo a trovarlo ed a prendere i nostri pass.

Nonostante le divergenti opinioni su questo impianto, vetusto, mal costruito ed orrendo per alcuni, avveniristico, stupendo ed ottimo per il tifo per altri, entrarvi è sempre un’emozione. Un’opera imponente e monumentale, anche se con i suoi limiti strutturali e di netta lontananza spalti/campo.

La Curva Nord, quando mancano venti minuti all’inizio, è piena in ogni ordine di posto, mentre in tutto lo stadio si contano 25.000 spettatori. Un numero di tutto rispetto per un incontro amichevole. A Bari, dopo il fallimento dei Matarrese, è tornata la voglia di fare e seguire il calcio. Lo dimostrano i numeri e l’entusiasmo dell’ultima parte della stagione passata.

Per questa stagione ci sono grandi attese ed il pubblico non fa nulla per nasconderlo. Nel settore ospiti, come anticipato, ci sono una quindicina di ragazzi sullo striscione Ultras. La sola presenza del Commando la dice lunga su chi nella città francese ancora viva lo stadio in una determinata maniera. Non stiamo qui ad assegnare titoli, non è nostro interesse, ma seppur ridotta all’osso, ho apprezzato la loro presenza. Come a voler dire “Il Marsiglia siamo noi”. Tutto ciò proprio a ridosso della spinosa faccenda Velodrome che, attualmente, vede l’Olympique senza stadio. Dopo i lavori di ristrutturazione in vista di Euro 2016 infatti, il comune pretende una quota di affitto di ben 8 milioni di euro, a fronte di 1 milione sborsato fino allo scorso anno. I dirigenti marsigliesi si sono ovviamente opposti e allo stato attuale l’OM giocherà il suo primo incontro a lo Stade de la Mosson di Montpellier.

Poco prima che le due squadre facciano il proprio ingresso sul terreno di gioco, gli ultras del Bari si mettono in mostra con una delle specialità della casa: la sciarpata. Chiaramente è sempre d’impatto e fa un certo effetto, soprattutto al cospetto di quella parte di movimento, a mio modo di vedere malsana, che si fregia di questo presunto “casualismo” nel quale sciarpe e colore vanno accuratamente evitati. Assieme a questo spettacolo di sciarpe tese, in curva fa la sua apparizione anche il nuovo striscione Seguaci della Nord.

Il primo coro dopo il fischio d’inizio è  “con le mani alzate al ciel, tutti insieme canterem, alè alè Bari alè” . Un bel boato, con mani tese e battute da quasi tutti i presenti. Sul tifo dei biancorossi ci sarà davvero poco da dire. Torce accese qua e là, cori tenuti a lungo, battimani e coinvolgimento costante anche delle zone più “fredde”. Ovviamente qua si scrive con il metro di paragone attuale. Quindi, come nella maggior parte dei casi, ciò che nel 2014 viene esaltato e definito “bello”, nel 2001 sarebbe stato oggetto di commenti dispregiativi. Ma anche se non ci si vuole adeguare ai tempi, bisogna pur sempre contestualizzare l’evento a cui si assiste.

In campo la partita è piacevole, il Bari appare quadrato e mette in difficoltà un avversario di rango superiore come quello transalpino. Nell’intervallo c’è da segnalare lo scavalcamento dei tifosi ospiti in Curva Sud per ultimare una bevuta con i padroni di casa iniziata ben prima della partita.

Nella ripresa gli ultras baresi “beccano” gli storici rivali leccesi e tarantini portandosi dietro l’intero stadio, mentre il tifo rimane su ottimi livelli con la ciliegina della seconda sciarpata sulle note di You are not alone di Michel Jackson.

In campo la squadra di casa passa addirittura in vantaggio grazie al rigore di Caputo. Un’esultanza più vera di quanto si possa pensare quella della Nord, con il conseguente tormentone della passata stagione “Forza la Bari alè, canto e tifo per te…” che risuona davvero imponente. La risposta degli ospiti non tarda ad arrivare e, dopo una rete annullata, arriva il pareggio.

Al triplice fischio ci sono gli applausi soddisfatti del pubblico di fede barese. Una prestazione buona e convincente che fa ben sperare in vista della nuova stagione. Io e Sascha rimaniamo ancora un po’ a commentare quanto visto sugli spalti. Queste amichevoli riescono ancora a tenerci legati con un sottile filo al passato. Non c’è la cappa repressiva ad esacerbare gli animi, e la cosa si fa nettamente sentire. Le potenzialità poi, in una città come Bari, non mancano, e se si saprà lavorare oculatamente si potrà davvero contare su un’ottima base numerica e, chissà, qualitativa.

Raccolte le ultime impressioni e sistemata l’attrezzatura, è ora di uscire e riprendere l’autobus per la stazione. Un ultimo giretto in centro e poi le nostre strade si separano, il teutonico torna in ostello mentre il nomade/mitomane italiano si reca all’aeroporto dove passerà la notte prima di riprendere l’aereo per casa. Come si diceva una volta? Ad ogni andata corrisponde sempre un ritorno.

Testo di Simone Meloni.
Foto di Simone Meloni e Massimo D’Innocenzi.
Video di Simone Meloni.