Ambiente un po’ scarico quello ad Empoli di questo pomeriggio. I vuoti sia in Maratona inferiore che in quella superiore sono evidenti, segno di una scollatura tra il pubblico non abitudinale e la squadra che pur con qualche battuta d’arresto, sta conducendo un campionato ai vertici della classifica del campionato di serie B.

Chi non può saltare l’appuntamento odierno sono gli ultras, Desperados in testa, un po’ perché lo zoccolo duro deve essere sempre presente ma la ragione più importante è che in dicembre cade l’anniversario della morte di Emiliano Del Rosso, un ultras empolese morto in un incidente stradale nel lontano 2004 e mai dimenticato nei cori e nelle parole dalla tifoseria azzurra.

Ed infatti anche questo pomeriggio, dopo appena una decina di minuti, nella zona dei Desperados viene aperto uno striscione con su scritto:”Emiliano sempre con noi”, un modo semplice ma efficace per ricordare una persona cara, un ultras che troppo presto ha lasciato i tanto amati gradoni.

Da Carpi arrivano un buon numero di tifosi, ma come tante altre realtà dello Stivale la divisione tra i gruppi, pur non essendo netta ed intransigente, è visibile sia a livello estetico, sia in qualche coro. Carpigiani che partono abbastanza bene ma non sfruttano assolutamente tutto il potenziale a loro disposizione, segno evidentemente di un diverso modo di intendere lo stadio tra i “Guidati dal Lambrusco” e chi si ritrova dietro la pezza “Carpi 1977”.

A far da ipotetico ponte tra le due realtà, gli “Sconvolti” che provano visivamente ad unire le diverse entità del tifo biancorosso. Alcuni cori sono cantati indistintamente da tutto il settore ma la maggior parte di questi non trovano unità d’intento, cosicché il potenziale viene in parte disperso. Nulla da eccepire perciò nella continuità del tifo, i carpigiani tirano la carretta fino a fine partita, senza momenti di silenzio troppo prolungati, resta evidente che una maggior collaborazione tra le varie entità del tifo biancorosso, gioverebbe a tutto l’ambiente.

Padroni di casa che in questo pomeriggio hanno il pregio di mettere il dito nella piaga e lo fanno prima con gli “Young Ultras” che espongono, accanto alla loro abituale pezza, una seconda con l’immagine di Federico Aldrovandi. In seguito anche a centro Maratona viene esposta una gigantografia del ragazzo, seguita dallo striscione “Federico ovunque”. Il divieto d’ingresso della bandiera degli ultras spallini a Roma, ha creato un comune sdegno tra le varie tifoserie che, con diverse maniere, hanno dimostrato sia la vicinanza agli ultras estensi, sia uno sdegno unanime rispetto ad una decisione che ha dell’incredibile.

Ovviamente in questa occasione il mondo ultras si è schierato compatto come raramente nel passato è successo. A mio parere, questa mancanza di unità di pensiero è il maggior tallone d’Achille del movimento ultras dei nostri tempi, un periodo dove certe magagne devono necessariamente essere portate alla luce, mostrando un’immagine più linda possibile di una controcultura che, nel tempo, ha assunto una posizione più matura e meno intransigente. Come per Aldrovandi, anche la vicenda di Luca Fanesi deve essere gestita obbligatoriamente con i guanti di seta per evitare di cadere nei tranelli di chi vuol mettere in evidenza solamente l’aspetto violento dell’essere ultras.

Alla stessa maniera degli ospiti, anche gli empolesi vanno lodati per la continuità nel tifo ma in questo caso è il numero ad apparire come la più evidente delle loro lacune: si nota qualche assenza in più del lecito e pur con tutto lo sbattimento possibile, il tifo raramente decolla per intensità.

A partita finita, i carpigiani chiudono la loro prestazione offrendo una bella sciarpata: sono i “Guidati dal Lambrusco” a chiedere ai presenti di alzare le sciarpe e la risposta non è affatto male.

Da segnalare ripetuti cori offensivi tra le due fazioni per alimentare una rivalità che ormai è viva e vegeta fin dai primi anni ’90 e che nel tempo ha visto il susseguirsi di contatti realizzati e sventati coll’immancabile corollario di diffide.

Valerio Poli