Trovare biglietti per una partita in casa della Fortitudo è diventato ormai impossibile: il Paladozza, la cui capienza si aggira poco oltre i 5500 spettatori, è andato quasi interamente esaurito già in campagna abbonamenti. Detratta dunque la quota riservata agli ospiti, i pochi biglietti rimasti sono stati polverizzati in pochissimo tempo.

La curva dove risiede la “Fossa dei Leoni” risulterà una vera bolgia, tutti parteciperanno e verrà coinvolto tutto il resto del palazzo, ma fra tutti i cori cantati durante la partita, ce ne sarà uno in particolare che farà veramente venir la pelle d’oca. Da segnale due striscioni in favore di Luca Fanesi, tifoso della Sambenedettese rimasto gravemente ferito al termine della gara di Vicenza del 5 novembre. Luca rimarrà a terra dopo l’intervento della Polizia per schermare le due fazioni: poco chiare le dinamiche, da una parte la questura parla di scivolone, i tifosi presenti accusano la polizia di aver procurato le ferite a colpi di manganello e su questa contrapposizione si sono poi ulteriormente scontrate le parti a livello mediatico nei giorni successivi. Anche se, bisogna dirlo, l’attenzione del giornalismo “mainstream” s’è accesa solo quando il tam tam dei tifosi era diventato martellante, mentre all’inizio gli stessi amici di Luca lamentavano un assordante e colpevole silenzio in merito da parte di chi aveva il dovere di tenere alta la soglia di guardia sul caso.

Da Bergamo poco più di 60/70 tifosi, arrivati con un pullman ed alcune macchine si dispongono dietro allo striscione “Fò de Có” (Fuori di testa in dialetto) con un teschio. Non si tratta di ultras, la loro composizione consta di famiglie con bambini al seguito, uno megafono e due bandieroni di color giallo-nero proveranno a dar corpo spontaneo al tifo, ma praticamente finiranno sempre sommersi dal tifo biancoblu.

Luigi Bisio