A distanza di un anno dall’ultima trasferta udinese sottoposta a divieto di vendita di biglietti ai residenti della provincia di Bologna, ci ritroviamo nuovamente a subire un provvedimento repressivo direttamente da un organo del Viminale quale l’Osservatorio Sulle Manifestazioni Sportive; il quale costituisce una coercizione inaccettabile. La <<trasmissione a cura della società sportiva ospitata dell’elenco degli acquirenti alla Questura di Udine, comprensivo del nominativo e della data di nascita>> rappresenta una schedatura de facto che va a colpire ulteriormente il tifoso fortitudino, ledendo le sue libertà costituzionali. Dopo i divieti sul campionato in corso riguardo le trasferte di Treviso e Forlì, ora per Udine viene ulteriormente alzata l’asticella; con l’inspiegabile assurdità che le tre tifoserie rivali hanno potuto –giustamente– tifare al Paladozza.

In un periodo in cui lo Stato già dispone di innumerevoli norme che gli consentono di diffidare elementi di FOSSA dei LEONI, per “reati” che commessi in contesti diversi da quello della partita nemmeno vengono contemplati come tali, ci pare inaccettabile dover produrre una lista di elementi diffidabili al primo alzarsi d’alito di vento.

E’ per questi motivi che non concederemo il fianco ad un sistema che sinora ci ha sempre e solo represso e che pur differenziandosi da quello calcistico, ha infine scelto di attuare un meccanismo di vendita del biglietto che prevede tagliandi nominali per le partite a rischio. Questi pericolosi criteri hanno già contribuito fortemente allo svuotamento degli stadi, evitiamo che capiti anche nei palazzetti!!!

Con l’occasione ricordiamo ai Presidenti della Federazione Italiana Pallacanestro e della Lega Nazionale Pallacanestro, resisi disponibili a risolvere le problematiche del tifoso della palla a spicchi, che per l’ennesima volta, senza che esistessero effettive condizioni di emergenza, si è scelto di sopprimere la passione che anima il tifo.

FdL1970