4_5_2008 – 4_5_2018
10 ANNI DI RICORDI SEMPRE ONORATI MINO E GIACOMO… A VOI IL SALUTO DI CHI NON VI HA MAI DIMENTICATI!

Domenica 4 maggio 2008 si gioca l’ultima giornata del campionato di Serie D Girone H. Allo stadio Puttilli (o in quel che ne resta) scendono in campo Barletta e Ischia.

Per tornare dopo 13 anni tra i professionisti (Lega Pro Seconda Divisione, la vecchia Serie C/2) i biancorossi di mister Marcello Chiricallo, e del capitano Savino Daleno, sono obbligati alla vittoria e devono sperare che l’Aversa Normanna, avanti in classifica di un punto, non vinca in casa del Bitonto terzo in classifica e miglior difesa del campionato. Almeno fino a quella gara.

Si perché non poche opacità aveva suscitato tra gli addetti ai lavori lo strepitoso cammino dell’Aversa Normanna nel girone di ritorno, più che altro per il curioso e non certo encomiabile appello del presidente dell’Aversa alle squadre campane del girone a “coalizzarsi” contro le compagini pugliesi.

Il clima di sospetti non fu certo stemperato dalla notizia dell’immediato doppio vantaggio dell’Aversa a Bitonto, intervallato dall’effimero pareggio dei nero-verdi padroni di casa, tra i quali, numerosi – stando a quel che si diceva – erano gli elementi di origine campana.

Pochi istanti dopo, siamo più o meno al 15° del primo tempo, la Curva Nord, feudo del tifo barlettano più caldo, inizia a svuotarsi, con i ragazzi del Gruppo Erotico intenti a togliere gli striscioni. Successivamente anche gli Ultras della squdra ospite tolsero i propri striscioni.
Vista l’ insolita malleabilità della difesa del Bitonto manifestata nei confronti dei comunque fortissimi avversari, in tribuna iniziarono a circolare le voci più disparate. Alcuni mitomani – che raramente mancano in queste circostanze – ipotizzarono addirittura che il repentino svuotamento della Curva Nord fosse spiegabile con l’intenzione di buona parte del tifo biancorosso di un “fare un salto” nella vicina Bitonto per una “resa dei conti” con i tifosi aversani.

Purtroppo la realtà era ancora più nefasta e drammatica. Poco prima dell’inizio della partita, due giovani tifosi biancorossi persero la vita in un terrificante incidente stradale sull’Asse attrezzato che collega Via Foggia alla SS 16 bis.
Ben presto la tragica notizia si diffuse, ed in tutto lo stadio – giocatori compresi – calò un silenzio irreale, un qualcosa di veramente indescrivibile.

Indelebili nella nostra memoria di noi tifosi biancorossi resteranno lo sguardo basso e assente di capitan Daleno e le lacrime di Gaetano Romano, capocannoniere del campionato, poco dopo aver trasformato il rigore del definitivo – ma inutile ai fini della classifica – 4-0 del Barletta sull’Ischia.

Naturalmente la notizia della tragedia fa rapidamente il giro della città, unita all’ovvia curiosità di conoscere i nomi di questi due sfortunati ragazzi.

Si chiamavano Giacomo Iodice e Mino Leonino. Due giovani padri di famiglia, due ragazzi ben lontani dallo stereotipo più becero del tifoso da curva.

Non si tratta delle solite frasi fatte che inevitabilmente si dicono in circostanze simili. Chi scrive era amico di infanzia di uno dei due sfortunati ragazzi ( ometto di fare il nome per doveroso rispetto dell’altra vittima) e di lui ha come primo ricordo una maglietta del Milan di fine anni Settanta, di quelle senza sponsor, tanto per rendere l’idea della persona semplice e senza grilli per la testa che era.

L’ultimo ricordo che ho di lui risale a pochi giorni prima della tragedia, ed è una dritta su di un appartamento in affitto del quale ero alla ricerca nell’imminenza del mio matrimonio.
Un ricordo semplice, forse banale, ma ben lontano dalle retoriche alle quali siamo stati abituati in queste tragiche occasioni.

Un ricordo che però è il più calzante per descrivere un bravo ragazzo, un barlettano come ce ne sono tanti. Forse per questo a dieci anni di distanza fa ancora più male.

Ciao Mino, e ciao Giacomo, siete ancora vivi nel cuore di chi vi ha voluto bene.

~Cosimo Campanella 4-5-18~