Edimburgo, luglio inoltrato. La città si gode il classico flusso turistico estivo mentre il sole la riscalda minimamente dall’atavico freddo che la caratterizza per tutto l’anno. Easter Road ha già riaperto i battenti con un paio di amichevoli e quella contro il Sunderland mi dà l’opportunità di vedere gli Hibs all’opera dopo il ritorno in massima divisione con la vittoria della Championship lo scorso anno. Un successo che ha risollevato i supporter da un incubo che ormai durava da alcuni anni.

Pur essendo una semplice amichevole, quella contro gli inglesi rappresenta una sfida importante per Lewis Stevenson, che milita nell’Hibernian da ben dodici anni, avendo collezionato 292 presenze in maglia verde. Questo per lui è il “testimonial match”.

Cos’è, vi chiederete giustamente, ricalcando lo stesso quesito che mi sono fatto quando ne sono venduto a conoscenza?

Nei Paesi britannici vige l’antica usanza di omaggiare chiunque abbia vestito lungamente (e solamente) la maglia di un club. Non solo nel calcio, ma in tutti gli sport. È un momento molto sentito, una sorta di premio alla carriera. Sovente vengono organizzate anche delle raccolte fondi per beneficenza. Di sicuro è un orgoglio per i tifosi che, seguendo le indicazioni dello speaker, applaudono lungamente Stevenson.

Il calcio scozzese, soprattutto negli ultimi trent’anni, è diventato uno spettacolo alquanto noioso e privo di interesse dal punto di vista sportivo. Le due squadre di Glasgow la fanno da padrone e per trovare un successo diverso da quelli di Rangers e Celtic bisogna risalire addirittura all’annata 1984/1985, quando l’Aberdeen di Sir Alex Ferguson bissò il successo dell’anno precedente. Con questa premesse è anche facile comprendere perché spesso gli stadi non raggiungano il sold out e spesso ritorni la proposta di trasferire almeno le due di Glasgow nel campionato inglese.

Per la cronaca – e per gli amanti delle statistiche – oggi a Easter Road troveranno posto 9.309 spettatori, con una buona rappresentanza ospite. Dal punto di vista del tifo, come quasi sempre accade, le gradinate britanniche non offrono certo uno spettacolo indimenticabile. I supporter di casa si fanno sentire raramente, mentre quelli dei Black Cats regalano spesso bei boati seguendo tutta la sfida in piedi, come sempre accade per i tifosi ospiti.

Chi segue il calcio in maniera maniacale e, in particolar modo, è solito gettare un’occhio su quello d’Oltremanica, conoscerà la vicenda di Bradley Lowery, il bambino tifoso del Sunderland morto pochi giorni prima al termine di un’estenuante lotta con il cancro. La sua vicenda era salita agli albori delle cronache grazie a un importante tam-tam mediatico foraggiato anche dal club inglese. Per omaggiarlo tutti i presenti si sono alzati in piedi al sesto minuto tributandogli un lungo applauso.

In campo le due squadra impattano sul 2-2, con gli Hibees che rimontano lo 0-2 iniziale firmato da Kahzri e Lens grazie alle reti di Boyle e Murray.

Marco Meloni