Finisce con tutta la squadra dell’Ideale sotto il settore, a festeggiare in simbiosi con il pubblico amico. Al di là di una vittoria in campo o meno qui, in queste categorie, è sempre festa.

Sono passati troppi mesi dall’ultima visita in casa dell’Ideale Bari, assenza colpevole considerando che questa tifoseria, di partita in partita, mostra una grandissima coerenza ideologica con tutto il percorso tracciato fin dal principio di questo sodalizio, rientrando a mio avviso tra i gruppi più importanti del panorama pugliese attuale.

Autentici e strenui difensori del calcio di una volta e di un certo modo di intendere la mentalità ultras, rifuggendo il business ed ogni altro tipo di compromesso. Anche se poi, queste categorie, non sono isole del tutto felici: nel corso degli anni infatti, anche a queste latitudini non sono mancate partite disputate a porte chiuse e proprio i ragazzi dell’Ideale ne sono stati talvolta vittime.

Arrivo purtroppo a partita iniziata e seppur a passo veloce, non posso fare a meno di notare le scritte fuori dall’impianto che abitualmente li ospita, con le intemperie che sbiadendole le hanno rese forse persino più vissute e affascinanti.

Mi piazzo al solito posto, forse l’unico punto per scattare in maniera idonea la tifoseria, considerato che il campo, facendo le debite proporzioni, ha una tipica conformazione all’inglese che quantomeno giova dal punto di vista degli spettatori, sia visivo che di supporto canoro.

Il solito gruppo ben ordinato, prende ulteriore forma con il proseguo della partita. Quando sembra perdere di quadratura, è subito richiamato all’ordine dall’occhio vigile dei responsabili, che curano davvero tutto con scrupolo, a partire dalle pezze appese fino al rispetto di ogni singolo compito legato al tifo.

Oramai questo gruppo lo conosco dagli albori, dai primi pochissimi elementi che hanno creduto fortemente nel progetto, fino alla crescita esponenziale in numero e qualità nel corso degli anni con la quale hanno raccolto il rispetto di parecchie tifoserie. Mentre in un bar distante pochi metri, tanti ragazzi pensano di passare un pomeriggio in relax tra caffè e aperitivi, nel silenzio del quartiere rimbomba il coro “Vaffanculo al calcio moderno” che sembra una sorta di manifesto ideologico in questo scenario.

La gara prosegue dunque con un incontrastato monologo in campo e sugli spalti, l’unica vera pausa è durante l’esposizione del significativo striscione sul caso Cucchi, ultimamente ritornato in auge per le ammissioni di colpa di un Carabiniere.

Cori secchi, manate, torce accese: è il solito tipico pomeriggio di questo gruppo e di questo progetto sportivo, partito dal nulla ma che, nonostante la categoria, riesce ad emozionarmi ogni qual volta mi ci approccio. Guardando il loro settore, mi rendo conto che se il mondo ultras nella sua forma più autentica continua a rimanere vivo, è solo grazie a queste realtà che ne difendono valori e principi, spesso snaturati e messi in forte discussione nel tempo proprio nei massimi palcoscenici laddove le luci dei riflettori sembrano aver accecato chi se ne dovrebbe far portatore.

Massimo D’Innocenzi