Su indicazione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, il quale ha connotato ad elevato profilo di rischio il match, per la gara odierna sono stati sospesi i programmi di fidelizzazione e quindi a nessun tifoso ospite è permesso di poter seguire la propria squadra in questa trasferta.

Per l’occasione non voglio rimarcare ancora una volta l’inutilità’ della tessera del tifoso (sarebbe come sparare sulla croce rossa), piuttosto penso, senza aver paura di essere smentito, che questa di vietare le trasferte a chi è in possesso di regolare tessera del tifoso stia diventando un’abitudine esclusivamente campana, dopo i vari Paganese-Nocerina degli anni scorsi, la famosa Salernitana-Nocerina e quella di oggi. Probabilmente in questa regione c’è qualcuno che fa male il proprio lavoro, o addirittura non lo fa affatto, lavandosene le mani, come si suol dire, rifugiandosi in improbabili escamotage che non risolvono affatto il problema. Problema che si ripresenterà, giocoforza, nella gara di ritorno.

Ed è proprio a causa di questa assenza forzata da parte della tifoseria ospite, che la gradinata locale, in segno di rispetto e solidarietà nonostante la forte rivalità, resta in rigoroso silenzio per i primi dieci minuti di gioco, salvo poi esprimere tutto il proprio disappunto (ricordo che il “Gruppo XXX” è uno dei più decisi nel panorama nazionale contro la lotta alla tessera), con alcuni striscioni. Il tifo costante di tutto lo stadio non porta al risultato sperato perché, anche nell’occasione odierna, la Paganese perde la partita, mandando su tutte le furie il pubblico amico, stanco dell’ennesimo passo falso del proprio undici.

Alla fine della partita ci sarà una pesante contestazione della quale, come quasi sempre accade, ne farà le spese il tecnico Cuoghi, poi esonerato nella speranza di dare una scossa a tutto l’ambiente.

Alfonso Ceglia