Diluvia letteralmente sulla Capitale. È il giorno della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Buona parte della città è congestionata a causa del traffico che inspiegabilmente raddoppia quando la pioggia comincia a cadere rigogliosa.

Sono onesto fin da subito: da Juventus-Milan non mi aspetto granché a livello di tifo. Mi fa piacere assistere a una sfida del genere per il mero gusto di partecipare a una finale composta da due squadre blasonate del nostro calcio, ma nella mia mente ho pochissimi stimoli rivolti alle due curve. Forse perché negli anni, quando mi sono trovato di fronte a bianconeri e rossoneri, quasi mai sono uscito dallo stadio con considerazioni positive.

Tuttavia partecipare a un evento che assegna una coppa, con le due squadre più titolate del nostro Paese, è sempre stimolante se si ama il calcio. Sì, lo so, il nostro di calcio è ormai talmente disastrato che la Coppa Italia ne è un perfetto manifesto: iniqua, noiosa e sempre ad appannaggio dei grandi club. Ma questo passa il convento. Per una sera meglio non fare troppo i sofisticati.

Tutti i tagliandi sono andati via nella fase di prevendita e questo è facilmente riscontrabile nei numerosi torpedoni giunti da ogni parte d’Italia per seguire la sfida. Chissà in quanti avranno rimembrato quando Juventus-Milan assegnava sì una coppa, ma quella dalle grandi orecchie. Erano gli ultimi sprazzi della “belle epoque” del pallone nostrano, che ora fatica terribilmente nel confronto con gli altri club europei e ha ridotto la propria portata a spettacoli tecnicamente indecenti a cui assistiamo ogni domenica. Oltre che a campionati ormai quasi sempre scontati, che arrivano a fine stagione con verdetti già scritti.

Tornando a quello che più dovrebbe interessare i nostri lettori, una volta saliti gli scalini della Monte Mario lo sguardo va subito alle due curve. In Nord sono sistemati i milanisti, con tutti i loro classici striscioni. Mentre la Sud è stata riservata ai fan della Vecchia Signora. Su ambo i fronti si stanno preparando le coreografie, con il direttivo della Sud rossonera impegnato sulla pista d’atletica per coordinare il tutto.

Dopo la discutibile esecuzione dell’inno nazionale da parte di Noemi, le squadre si preparano a fare il loro ingresso sul terreno di gioco. E le scenografie cominciano a prendere forma. Bella, elaborata e difficile da realizzare quella dei milanisti. Penso di non fare torto a nessuno dicendo che attualmente sono tra i migliori in Italia nel realizzare simili spettacoli. E questo credo che rifletta anche una loro peculiarità che ho potuto apprezzare in questa serata: l’estrema organizzazione. Quasi maniacale.

Più semplice quella degli ultras bianconeri. Anche se tuttavia non l’ho trovata poi così male. Diciamo che negli ultimi anni, allo Stadium, hanno spesso toppato. In questa occasione invece mi sembra ingeneroso criticare eccessivamente il loro lavoro. Mettiamoci anche che non deve essere semplice instillare nella mente dei molti tifosi “occasionali” le regole base per far riuscire una coreografia.

Dicevo dell’organizzazione dei milanisti: forse è l’aspetto che mi ha più impressionato. Sapevo del loro periodo di buona forma, ma non mi aspettavo una prestazione così buona. Sarà che almeno in trasferta sono sempre stato abituato a vederli infarciti di tifosi provenienti da ogni luogo d’Italia e non solo, con cui è davvero difficile coordinare bene il tifo. Eppure si vede che in questi mesi ci dev’essere stato un buon lavoro da parte della Sud. Tanto che, malgrado il pesante passivo di 4-0, i meneghini sfoderano una prestazione davvero molto buona: cori tenuti a lungo e cantati quasi sempre dall’intero settore, belle manate, tamburi battuti alla perfezione e numerose torce accese qua e là. Evidentemente la voglia di risultati e il pessimo andamento sportivo delle ultime stagioni ha prodotto la giusta fame!

Discorso diverso per la sponda bianconera. Se si fa eccezione per qualche coro eseguito da tutto il settore, gli juventini fanno davvero fatica a farsi sentire con una certa continuità. Non so se a causa di una difficile coordinazione interna o per l’abitudine alla vittoria che ormai ne ha giocoforza alterato l’entusiasmo, però complessivamente la loro performance è tutt’altro che esaltante. In compenso belle esultanze ai gol e buona dose di colore quando tutti si ricordano di utilizzare le bandiere.

Come detto in campo finisce 4-0 per la Juventus, che conquista così la tredicesima Coppa Italia della sua storia.

All’esterno solita, pessima, organizzazione della viabilità attorno allo stadio Olimpico. Strade chiuse, autobus deviati e tifosi provenienti da fuori costretti a brancolare nel buio.

Testo di Simone Meloni.
Foto di Lello Onina.