Le partite della Lazio al Marassi hanno sempre avuto un sapore piuttosto particolare per me: la mia prima trasferta, da ragazzino, fu infatti proprio a Genova, per una sfida di inizio campionato tra la Sampdoria e i biancocelesti. Era il 6 settembre del 1992, io avevo appena 13 anni, era appena iniziata l’era di Sergio Cragnotti, Gianluca Vialli era stato da poco ceduto dalla società blucerchiata alla Juventus, e quella partita terminò con il pirotecnico risultato di 3 a 3 (con una doppietta di Beppe Signori al suo esordio con la maglia della Lazio).

Da qual giorno, complice anche il mio successivo trasferimento in Liguria per motivi di lavoro, sono state davvero moltissime le partite a cui ho assistito in questo stadio, ma ogni volta che varco i cancelli di ingresso, l’emozione è sempre tantissima. Sarà anche per l’atmosfera che si respira tra questi spalti, sarà forse per la struttura simile agli stadi inglesi, sarà per la vicinanza al campo, sarà forse per l’effetto acustico, sarà per il particolare attaccamento e la passione dei tifosi genovesi per le due squadre della città (molti simili, anche se con sfaccettature un po’ diverse, ai sostenitori capitolini).

La partita di oggi vede di fronte due squadre che stanno attraversando un periodo di evidente difficoltà. La compagine blucerchiata, infatti, è invischiata, suo malgrado, nella lotta per non retrocedere ed è quindi alla ricerca spasmodica di punti per allontanarsi quanto più possibile dalla zona calda della classifica. Gli ospiti, invece, stanno vivendo l’ennesima stagione mediocre della gestione Lotito, galleggiando a metà classifica nonostante alcuni dirigenti continuino a fare proclami e a millantare di essere ancora pienamente in lotta per staccare l’ultimo biglietto per l’Europa.

Dal punto di vista del tifo, la Gradinata Sud, il settore più caloroso della tifoseria doriana, si presenta comunque pieno e pronto a sostenere la propria squadra.

Nel settore ospiti sono presenti circa 300 tifosi laziali che, poco prima dell’inizio delle ostilità, minacciano di abbandonare lo stadio perché gli addetti alla sicurezza, all’ingresso, hanno vietato l’esposizione di uno striscione per i quattro tifosi biancocelesti arrestati a Palermo e non ancora rilasciati, in quanto il processo è stato già rimandato più volte.

Lo striscione originale riportava la scritta: “MASSY DANNY PAPPO MARCO LIBERI”, ma alla fine, i tifosi laziali, dope le evidenti proteste, riusciranno ad esporre solo i nomi dei quattro ragazzi, senza la scritta “LIBERI”. Al fianco di questo striscione verrà affisso un drappo con il viso di Gabriele Sandri ed un altro, più piccolo, con la scritta “Diffidati vanto nostro”.

All’ingresso in campo delle squadre, la Gradinata doriana, dopo aver cantato a squarcigola, insieme a tutto il resto dei sostenitori blucerchiati, la bellissima “Lettera da Amsterdam”, diffusa a tutto volume dall’impianto audio dello stadio (non era la prima volta che assistevo a questo spettacolo, ma come era già accaduto nelle occasioni precedenti, mi è venuta la pelle d’oca per questa vera e propria lettera d’amore per la propria squadra, intonata a gran voce da ogni singolo tifoso blucerchiato presente sugli spalti del Marassi), accoglie i giocatori con una bellissima sbandierata ed un’altrettanto bellissima coriandolata. Vengono anche accese alcune torce e alcuni fumogeni.

Nel settore ospiti intanto i tifosi laziali cantano, per i primi dieci minuti della partita, continuamente, il coro “Liberate i nostri Fratelli”. Sventoleranno, per tutta la durata della partita, tre enormi bandieroni e cercheranno di farsi sentire nonostante l’evidente inferiorità numerica.

Bandieroni presenti, ovviamente più numerosi, anche sul fronte opposto. Anche qui sventoleranno incessantemente per tutta la durata della partita, creando un effetto scenografico davvero molto bello ed intenso.

La Gradinata Sud si presenta con al centro del settore, nella parte bassa, lo storico striscione dei “Fedelissimi”. Più in basso viene invece affisso lo striscione “Non Tesserati”. Nella parte alta lo striscione degli Ultras Tito non è presente, ma sulla balaustra viene affissa solo una piccola pezza riportante la scritta “Struppa non tesserata”.

Segnalo inoltre la presenza, nella parte in basso a sinistra della Gradinata Nord, di un manipolo di ragazzi che, a petto nudo, si compattano nell’angolo inferiore del settore, intonano cori per la Samp ed espongono alcuni vessilli blucerchiati.

Verso il quindicesimo del primo tempo, nella parte superiore della Gradinata Sud, viene esposto lo striscione “VICINI ALLA FAMIGLIA COLLEONI”, firmato UTC. Lo striscione si riferisce alla triste vicenda avvenuta sabato pomeriggio, che ha visto la tragica morte di Italo Colleoni nel cimitero di Bogliasco. L’uomo era andato al cimitero per mostrare al figlio 13enne, appassionato tifoso sampdoriano, la tomba di Paolo Mantovani, ex presidente della squadra blucerchiata sepolto proprio in quel luogo, ma, durante la visita, si è appoggiato ad una ringhiera che ha ceduto e l’ha fatto precipitare per diversi metri. A nulla sono valsi, purtroppo, i soccorsi.

Sul campo la Lazio si porta in vantaggio dopo pochi minuti di gioco ed il gol scatena, ovviamente, l’entusiasmo dei tifosi biancocelesti presenti nella “gabbia”, che risultano autori di un’ottima prestazione a livello vocale. Belli anche alcuni battimani, molto ben coordinati. Numerosi i cori contro Lotito, in ricordo di Gabriele Sandri e contro i palermitani.

Vengono anche effettuati dei cori di reciproci insulti tra le due fazioni presenti sugli spalti.

In Gradinata Sud, nonostante il momentaneo svantaggio, l’intensità del tifo non accenna assolutamente a diminuire. Le bandiere garriscono al vento, le manate sono numerosissime, così come i cori, alcuni dei quali coinvolgono anche il resto dello stadio. Molti degli Ultras in Gradinata assistono alla partita a petto nudo.

Una cornice davvero stupenda per una partita comunque divertente, con tantissime azioni da rete e capovolgimenti di fronte improvvisi. Al 20° la Samp riesce ad agguantare il pareggio, ma al termine del primo tempo viene concesso un rigore per la Lazio che viene però parato dall’estremo difensore blucerchiato Viviano, che diventa quindi l’idolo della giornata.

Nel secondo tempo si continua con un ritmo piuttosto frenetico in mezzo al campo, ma all’80° è la Samp che riesce a segnare la rete del 2-1 firmando quindi una importantissima rimonta anche in chiave salvezza.

L’entusiasmo sugli spalti è alle stelle. Lo stadio diventa una vera bolgia mentre la compagine biancoceleste cerca, in qualche modo, di ottenere per lo meno il gol del pareggio.

Nel settore ospiti, intanto, a pochi istanti dalla fine della partita, viene esposto un nuovo striscione che riporta la scritta “OLTRE I COLORI… CIAO ALESSIO!”.

Il triplice fischio sancisce la vittoria della Sampdoria che, con questo risultato, ottiene sostanzialmente la quasi certezza della permanenza in Serie A (manca solo la matematica ormai).

I tifosi laziali, invece, masticano per l’ennesima volta amaro, ed esprimono tutto il loro disappunto nei confronti dei calciatori biancocelesti che, come ormai di consueto in questo stagione, si recano a testa bassa nei pressi del settore dei propri sostenitori per omaggiare chi, anche in questa occasione, non ha mai mollato di un centimetro ed è comunque stato presente,

nonostante i risultati in campo e la gestione societaria fallimentare. Numerosi, ovviamente, i cori contro il presidente Lotito.

Dall’altra parte, nel contempo, è festa grande: i tifosi blucerchiati sventolano i loro bandieroni e ringraziano i propri calciatori per l’impegno profuso in campo. Gli stessi calciatori che vanno sotto la Gradinata Sud a ringraziare i propri Ultras per il costante sostegno e per l’apporto continuo.

Daniele Caroleo.