“Crediamoci”: questo è lo striscione che un centinaio di ultras novaresi hanno portato al centro sportivo di Novarello per caricare la squadra in vista della sfida contro il Livorno. Bandiere e torce hanno fatto da contorno all’ennesima prova d’amore di questi ragazzi per la propria squadra: in casa ed in trasferta, da Nord a Sud… solo per i colori azzurri.

Il gruppo, dopo aver scortato il pullman della squadra allo stadio, si è trasferito sugli spalti del Piola per spingere la squadra alla vittoria. In balaustra presenti le pezze dei diversi gruppi ultras novaresi: Vecchio Stampo, Sezione, Zoo, Provincia Alcolica e Zucloi e armati di voce e bandiere sono pronti per tifare.

Sul versante opposto i livornesi sono circa una 40ina, ad essere generosi. Da una parte alcuni club del tifo, mentre sul versante opposto si vede una pezza dalle parvenze ultras (Since 1990) i cui membri, circa 10, si sistemano a quadrato dietro di essa.

Nemmeno il tempo di scaldare le voci che il Novara passa in vantaggio con Faragò, esplosione dello stadio per una rete molto importante nell’economia del match. Il gol fa sì che i cori degli ultras siano seguiti, almeno con le mani, dal resto dello stadio, rendendo piacevole il clima sugli spalti. L’inizio del secondo tempo è occasione, per i novaresi, di esporre lo striscione: “Continuiamo a lottare… dai ragazzi vietato mollare”, l’ennesima dimostrazione di vicinanza alla squadra della curva azzurra, pronta a sostenere in questa corsa il sodalizio della propria città.

I livornesi, dal canto loro, si limitano a seguire in religioso silenzio la partita, soltanto verso la mezz’ora il gruppo “Since 1990” inizia a cantare in favore dei diffidati e a sostegno dei colori amaranto, spronando i propri giocatori a tirare fuori gli attributi, richiesta che viene recepita solo nel secondo tempo quando il Livorno, con l’ex novarese Comi, agguanta il pareggio. Da segnalare “l’elegante” esultanza del numero 9 sotto la Curva Nord che si attira le ire del pubblico locale.

La partita volge al termine accompagnata dall’incessante tifo dei novaresi, che a spron battuto chiedono la reazione dei propri undici per continuare ad inseguire il treno play-off, ma gli assalti alla porta avversaria sono infruttuosi; quando le speranze sembrano perdute, e molti “tifosi” hanno già lasciato i propri posti, Faragò la butta dentro facendo venir giù letteralmente lo stadio.

Una prova, ancora una volta, di grande attaccamento alla maglia quella degli ultras azzurri: non saranno numeri eccezionali i loro, ma come dice il motto meglio “pochi ma buoni” e questi ragazzi ce la mettono tutta nel sostegno alla causa. Onore a loro.

Difficile dare un giudizio del tifo amaranto, il recente scioglimento del gruppo principale in curva fa sì che le presenze siano al minimo storico e di certo la classifica non aiuta…

Testo di Alessio Farinelli.
Foto di Alberto Farinelli e Alan Cacciatore.