01

Titolo: Gruppo d’azione – Sovvertire l’ordine creare il caos;
Autori: Filippo Landini e Alessandro Casolari;
Editore: autoprodotto;
Prezzo: 20 euro;

 

Gli ultras sono tutti uguali da nord a sud? Gli ultras cantano sempre le solite canzoni e son i soliti violenti? Gli ultras mutano nomi e colori ma poggiano i loro fondamenti sulle medesime basi? Il qualunquista di turno o il pennivendolo che raramente entra in uno stadio pagando regolare biglietto, starebbe lì a muovere il testone dall’alto verso il basso e viceversa, come convinto segno di affermazione a tutte le domande.

Il libro del Gruppo d’Azione Spal farebbe vacillare le sue certezze. Incuneerebbe parecchi dubbi nella sua mente carica di pregiudizi e convulse idee schematizzate. Non è questo il primo libro che narra le gesta di una tifoseria ma particolare è l’arco temporale che racchiude, particolare è il fatto che narra le avventure non di un’intera tifoseria, ma in special modo del solo Gruppo d’Azione. Poi è evidente che certe gesta non possono far altro che raccontare della Curva Ovest nel suo insieme, delle trasferte di massa effettuate, delle coreografie organizzate. Ma il libro è qualcosa di più e probabilmente il suo centro d’attenzione non è la curva, ma piuttosto la città ed il suo spaccato giovanile.

Chi si aspetta un racconto incentrato sullo stadio e sulle tifoserie amiche-nemiche deve restare deluso, pagina dopo pagina viene raccontata Ferrara nel suo insieme, vengono descritti i quartieri storici ed i luoghi di ritrovo ed anche la periferia viene analizzata con il giusto piglio.

Il periodo che viene preso in esame è quello che va dal 2 novembre 1986, l’esordio a Padova del Gruppo d’Azione, fino al maggio del 1992, momento dello scioglimento del gruppo a causa di una triste vicenda raccontata proprio nelle ultime pagine.

Ultras, stadio, politica, violenza, Ferrara: il libro non si fa mancare nulla e poggia principalmente su questi cinque cardini. Ferrara è la città dove prendono vita le avventure dei protagonisti, una città magari simili ad altre, con piazze e luoghi di ritrovo, con i soliti passatempi anche se il tutto deve essere visto in prospettiva anni ’80. Perciò non bisogna scandalizzarsi di un rapporto tra giovani e forze dell’ordine che nel libro viene descritto come “difficile” (e mi sto tenendo basso!) con un paio di episodi parecchio comici.

La cosa che fa riflettere il lettore, o almeno ha fatto riflettere me, è il rapporto che questi ragazzi avevano con le droghe leggere: in perfetta linea con gli eccessi dell’epoca e l’età dei protagonisti, dalle varie avventure raccontate, è possibile dire che in parecchi nel Gruppo d’Azione non facessero proprio una vita salutare, ed a ben vedere neppure diversi loro coetanei. Ancora una volta viene messo in evidenza l’humus cittadino con una serie di personaggi, molte volte slegati dall’ambiente stadio, che vengono menzionati per le loro stranezze e proprio per queste in perfetta sintonia con i membri del gruppo.

Poi c’è la politica ed il titolo la dice lunga. C’è ancora la simbologia, con i due martelli incrociati modello “Forever Ultras” per capirsi. C’è la condotta di vita della maggior parte dei protagonisti che mette il carico da undici su quello di dieci. Del resto la politica in questi anni era all’ordine del giorno, assistere ad un concerto piuttosto che ad un altro era fare politica, portare le Clarks oppure i Ray Ban era politica, fare un Interrail nel 1989 per l’Europa in cui Amsterdam è la tappa principale, può diventare politica. Resta una politica slegata dai partiti, resta più che altro quello che oggi si direbbe “uno stile di vita”.

Sullo sfondo rimane lo stadio, la curva, il gruppo e naturalmente questo aspetto non può essere secondario perché, nel bene e nel male, di ultras si parla. Ed allora come è interessante leggere della nascita del gruppo, è altrettanto interessante leggere come questo si evolve, come cresce e come da gruppo d’elite, diventa in breve quello che si può definire un gruppo guida, sicuramente un gruppo che ha lasciato una firma all’interno della curva.

Una buona parte del libro è dedicata ai rapporti con le tifoserie nemiche, le trasferte a rischio ed i “movimenti” tra le mura amiche. Leggere di cariche, di incidenti, di lanci di oggetti appena fuori le mura perimetrali dello stadio, ci riporta indietro nel tempo e ci ricorda come la violenza fosse più spontanea e magari meno organizzata rispetto agli anni duemila, periodo che ha visto ergersi a protagonisti microgruppi spesso slegati dal resto della tifoseria con conseguenze, in alcuni casi, davvero tragiche.

In definitiva un libro che scorre davvero bene, perché racchiude al suo interno parecchie sfaccettature e non si fossilizza su di un argomento in particolare.

Era possibile fare qualcosa di meglio? Io sono un fan della copertina rigida, quella di cartone duro e questa non lo è. I pro ed i contro della cosa sono noti ed ognuno può dare il proprio giudizio. Nelle pagine finali ci sono una quarantina di foto, tutte in bianconero, in tutte è menzionata la partita e non la stagione, piccola lacuna che poteva essere colmata.

Per chi vuole provare l’ebbrezza di tornare indietro negli anni senza necessariamente collaudare una macchina del tempo, provi a comprare il libro: non ne resterà deluso!

Per le info del caso contattare: https://www.facebook.com/gruppodazione?fref=ts&hc_location=ufi

Valerio Poli.