Pullman Real (2)Molte immagini, nell’era di internet, fanno rapidamente il giro del mondo, ma in pochi, dopo un breve consumo, vi danno un significato più intenso, abbinando qualche riflessione, magari qualche volta banale ma mai scontata.

Per esempio, durante i festeggiamenti della decima Coppa dei Campioni vinta dal Real Madrid, a Placa de Cibeles, nel cuore della Capitale spagnola, era impossibile non soffermarsi sull’incredibile spettacolo pirotecnico offerto dalla folla festante. Oltre a bandiere e sciarpe al vento, i tifosi Madridisti, rimasti ad attendere la squadra fino all’alba, hanno acceso un armamentario notevole di torce, anticipando di qualche decina di minuti la luce del sole. Niente di male: la torcia è un materiale di libera vendita, ed accenderne qualcuna fuori dallo stadio non è mai reato.

La scena madre dell’alba madrilena, tuttavia, si è svolta all’arrivo del moderno carro dei vincitori, quel pullman a due piani che un po’ tutte le principali squadre europee, ormai, usano per celebrare i propri trionfi. Tra le tante immagini, impossibile sbagliarsi, una torcia viene accesa e tenuta in mano, in primissima fila, da uno dei giocatori del Real Madrid, completamente trascinato dall’adrenalina della festa. Insomma, che proprio i Campioni d’Europa, appartenenti ad un club storico e dall’immagine irreprensibile, facciano lo spot ad un artifizio pirotecnico proibito in tutti gli stadi, ed il cui uso viene sanzionato con denunce e Daspo, appare una contraddizione generale alle rigide regole morali che la UEFA vorrebbe imporre a tifosi e tesserati.

Pullman Real (1)La contraddizione, tuttavia, non sta nell’atteggiamento di gioia da parte di un giocatore entusiasta per la Coppa appena vinta, ma in una morale distorta che vorrebbe equiparare a criminali tutti coloro che, con intenti assolutamente pacifici, accendono torce e fumogeni in un contesto sportivo. Basti pensare che, solo in Italia, l’articolo 6ter della “Legge Antiviolenza negli stadi”, punisce, dentro o nei pressi degli impianti sportivi, anche il solo possesso di materiale pirotecnico “con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro”, oltre ad un Daspo che, mediamente, è di uno o due anni (ma ci sono anche casi di tre anni).

Vietare bengala, torce e fumogeni in occasione di una manifestazione sportiva, e far passare dei guai a chi vuole solo dare un po’ di colore allo stadio, rimane una contraddizione senza logica né buon senso. Tanto che, tutt’oggi, soprattutto nelle serie minori, sono gli stessi giocatori in campo che, a fine partita, tengono più che volentieri in mano una torcia o un fumone in un momento di festa. Forse perché nessuno, a parte i classici moralizzatori da strapazzo, o coloro che hanno interesse a rendere asettici gli stadi, vede nella pirotecnica qualcosa di sbagliato, figuriamoci un reato. Sarebbe forse ora di avviare un dibattito serio e costruttivo sulla legalizzazione della pirotecnica negli stadi, anche perché questo non vuol dire che rimangano impuniti, in maniera proporzionata, gli eccessi.

Stefano Severi.