Lo scorso 15 giugno il Consiglio di Stato ha annullato la lista nera con cui il Psg designa i supporter “sgraditi”.

Gli spalti del Parco dei Principi fanno (parecchio) parlare. Il caso delle “liste nere” del PSG è riemerso ed ha visto un cambiamento significativo a favore del club della capitale. Dopo una richiesta da parte della Commissione Nazionale sull’Informatica e la Libertà (CNIL) che sollevava dubbi sulla legittimità delle liste di sostenitori indesiderati, il Paris Saint-Germain ha reso nulla questa procedura grazie al Consiglio di Stato. Se la decisione sembra, al pubblico in generale, un’altra vittoria per il club parigino, a guardare più da vicino, questo annuncio in realtà non cambia la situazione del PSG e l’aspetto illegale dell’approccio resta infatti confermato.

UN FELICE COLPO DI COMUNICAZIONE

Può sorgere spontaneo più di qualche dubbio. Il Consiglio di Stato ha emesso due decisioni riguardanti le liste nere. La prima rende nulle le autorizzazioni con cui il PSG raccoglieva e deteneva i dati dei sostenitori nella propria lista. “C’è della retorica” – ammette Pierre Barthelemy, l’avvocato dei sostenitori. “Questa decisione della CNIL sembra quantomeno secondaria, per due motivi” egli considera. “Perché? Questa messa in mora è scomparsa dal 2013, quando il PSG ha presentato le richieste di autorizzazione”.

Inoltre, questa cancellazione è basata su un errore di procedura (uno degli ingegneri che ha condotto le ricerche non aveva l’autorità per farlo) e non sul merito del bando. “Questo fa davvero cambiare la sostanza”, ha detto Pierre Barthelemy, aggiungendo che “la seconda decisione del Consiglio di Stato ha confermato il divieto per PSG di mantenere attiva la sua ‘lista nera’ di oltre duemila sostenitori presumibilmente incompatibili con i ‘valori’ del club. Quella sì, è stata sicuramente una sconfitta al PSG: il Consiglio di Stato ha confermato che il PSG non aveva alcun diritto di varare quella lista nera”, dice l’avvocato dei sostenitori. La decisione comunque non avrà conseguenze per il club, dato che nel frattempo il PSG ha soddisfatto tutti i requisiti richiesti dalla CNIL.

L’OPPOSIZIONE PREME PER IL DIALOGO

Il nodo della questione: liste di persone considerate indesiderabili e in contrasto con i valori del club. Se la maniera di imporre i divieti ha dato adito ad un’ondata di rabbia tra molti sostenitori, la legalità di queste liste è (molto) vaga. La AJADIS (associazione di difesa e assistenza legale ai tifosi) ha anche lanciato una campagna di crowdfunding con lo scopo di attaccare il PSG in tribunale per discriminazione. Metodi difficili da digerire per Pierre Barthelemy, un avvocato specializzato in casi di diritto pubblico. “Dobbiamo assolutamente opporci a qualsiasi lista nera perché apre la porta a molti abusi. A parte che i facinorosi devono rispondere già alla legge, in piena trasparenza e per una buona ragione “, afferma Pierre Barthelemy.
Ci sono chiaramente alcuni all’interno del PSG che sono favorevoli a una schedatura soggettiva dei tifosi e che vedono il ritorno delle associazioni ultras come il ritorno di un problema. È davvero un peccato”. Ha detto l’avvocato del foro di Parigi. Se l’opposizione della società ha per molto tempo dominato, l’opinione pubblica sembra ora tendenzialmente favorevole, ma un ritorno degli Ultras al Parco dei Principi resta alquanto difficile.

GLI ULTRAS SONO PRONTI “A SEDERSI INTORNO AD UN TAVOLO”

Se questa voce ha di nuovo infiammato il pubblico parigino e oltre, questa difficile scelta di riportare di nuovo gli “Ultras” al Parco dei Principi resta comunque lontana dal realizzarsi. “Gli Ultras continuano a difendere i loro diritti e a chiedere l’apertura di un dialogo formale con il club. L’unica certezza è che i tifosi continuano a dire di non avere requisiti o richieste specifiche: sono solo pronti a sedersi intorno a un tavolo per discutere e sviluppare un quadro di animazione degli spalti”, afferma Pierre Barthelemy.

Antoine Boutonnet, capo della Direzione nazionale per la lotta contro la violenza negli stadi (DNLH) si è affrettato a saltare e sollevarsi contro questa “È una buona falsa idea”. “Non ho mai sentito nessun ufficiale di polizia ritenere che il rispetto del diritto sia una cattiva idea. Atmosfera non è mai stato sinonimo di violenza”. In un contesto complicato come quello di Euro2016, segnato dalla violenza, il ritorno degli ultras del PSG resta però un dolce sogno che fatica a diventare realtà.

Traduzione di Francesco Passarelli.
Articolo originale Football365.fr.