A Livorno tira aria di derby, la sfida della prossima settimana a Pisa catalizza l’opinione pubblica ed il termometro fa degli alti e bassi inspiegabili, tra un momento di euforia ed un altro di sconforto. In effetti la partita sembra non nascere sotto i migliori auspici, le due tifoserie hanno fatto chiaramente sapere il proprio pensiero e c’è da considerare, particolare non del tutto da sottovalutare, che in questa battaglia per un derby aperto, le iniziative degli ultras hanno trovato il sostegno dei club delle due città. Insomma, un fronte comune che al momento sembra inscalfibile.

Ma il pomeriggio odierno vede come ospite in Toscana l’Olbia ed i suoi ultras, che da qualche tempo hanno ricominciato a viaggiare. Per me, vado a memoria, è la prima volta che mi capita di fronte la tifoseria sarda, ho un ricordo vago delle Brigate Bianche soprattutto grazie a quella fitta rete di corrispondenza e corrispondenti che si tesseva ai tempi di Tuttocalcio prima e Supertifo dopo.

Olbiesi che a prima vista mi paiono una gran bella realtà, anche in questo caso i numeri ci sono ed oltre questo va apprezzato il comportamento fuori e dentro lo stadio. Bel gruppo, compatto e chiassoso, con qualche elemento un po’ su di giri. Una sola pezza al proprio seguito e dietro di questa gli ospiti compongono un bel quadrato. Partono con dei cori accompagnati da battimani e pur con qualche naturale pausa, si fanno sentire e vedere.

Nessuna bandiera, poco colore ma dalla loro tanta voce ed una compattezza esagerata visto che praticamente tutti i presenti partecipano attivamente ai cori. Per loro, oltre ai rituali cori di incitamento alla squadra, qualcuno offensivo verso i rivali della Torres ed uno contro i piacentini, rivalità che non conoscevo assolutamente.

Non si fanno mancare neppure qualche coro contro le forze dell’ordine e rimarcano più di una volta la loro indole ribelle. A gara finita, nonostante la sconfitta, chiamano la squadra sotto il settore e ricevono come giusto premio di una prestazione maiuscola, pantaloncini e maglie.

Da menzionare, infine, il bello striscione di solidarietà alla città di Livorno colpita dalla recente alluvione, striscione che si è preso indistintamente gli applausi di tutto lo stadio, Curva Nord in primis mentre a fine partita il dirigente amaranto Igor Protti si è avvicinato al settore per ringraziare personalmente gli autori del gesto.

Curva di casa che si presenta con il tutto esaurito anche se, viste le nuove norme di sicurezza, qualche vuoto è presente. Striscione amaranto nuovo di zecca appeso alla vetrata dove trova posto pure un pensiero per i gemellati dell’AEK Atene ed un altro per Luca Rondina, giovane tifoso amaranto venuto a mancare troppo presto.

I padroni di casa ad inizio partita organizzano una bella cartata, il risultato è ottimo, l’effetto a cascata è assicurato e qualche bandierone mette uno schizzo di amaranto in una mare di bianco. Poi c’è il tifo che non abbassa mai la guardia, è continuo, pochissime e brevissime sono le pause, la parte centrale della curva è in perenne movimento ed i cori sono tutti per la squadra.

Nella seconda frazione, con il risultato in bilico, il tifo aumenta i giri ed a tratti è l’intera curva a spingere il Livorno ad una sofferta vittoria. Sul finale di gara si capisce che il pensiero va al derby ed ovviamente viene rimarcato il disappunto per una scelta che al momento sembra irrevocabile.

Valerio Poli