Gli ultras hanno una memoria storica e dividono gli avversari in amici, nemici e tifoserie neutre. La geografia dei rapporti tra le tifoserie è soggetta a cambiamenti, del resto ultimamente i gemellaggi stanno passando di moda, a qualcuno piace parlare più di amicizia come una possibile via di fuga da un rapporto magari non consolidato. Evidentemente la scomparsa dei grandi gruppi, falcidiati da leggi fratricide, cambi generazionali ed incapacità di egemonizzare una curva, ha fatto sì che ogni compagnia potesse intraprendere rapporti con questa o quella tifoseria, con questo o quel gruppo.

Pisa-Foggia 2005/06: la Curva Nord apre la partita con un bel bandierone copri settore ed un lunghissimo striscione che ricorda Maurizio Alberti: “Maurizio per sempre nel cuore degli ultras” mentre i foggiani, durante la partita, aprono due striscioni molti simili tra loro: “2000-2006 giustizia per Mau” a firma Ultras 1980, mentre il secondo recita “Giustizia per Valery e Mau” a firma Regime Rossonero. Solidarietà tra ultras ma anche gesti che rendono bene l’idea dello spessore delle due tifoserie, che pur non avendo stretti rapporti, vogliono mettere in chiaro ciò che invece mezzi di informazione e addetti ai lavori vorrebbero insabbiare come incidenti di percorso, come dire che morire in uno stadio, per di più all’interno di un settore ospite, ci può stare. Perché l’ultras è un animale e lo stadio la sua gabbia, la curva quello spazio temporaneamente ed in tutti i sensi libero da regole scritte, perché dei preconcetti la gente è piena fino alle punte dei capelli, perché lo striscione “Libero cittadino? No ultras” ha le sue fondamenta in anni ed anni di abusi perpetrati ai danni di chi indossa una sciarpa.

Dopo dieci anni da quella sfida, Pisa e Foggia si ritrovano l’una di fronte all’altra per giocarsi la promozione in Serie B. La partita di andata si gioca all’Arena Garibaldi e naturalmente l’ambiente è carico oltre il limite. La disponibilità di biglietti, nonostante l’ampliamento, è stata rapidamente polverizzata, mentre da Foggia si attendono un migliaio di tifosi. Tifosi e non ultras perché i rossoneri, almeno la maggior parte dei gruppi organizzati, hanno scelto la via del non tesseramento, perciò la loro presenza all’interno dell’Arena Garibaldi è da escludersi. Un problema in meno, direbbero i fautori della sicurezza ad ogni costo, ma evidentemente così non è ed i fatti sono lì a dimostrarlo.

Stadio che inizia a gremirsi un paio d’ore prima del via, in curva non entra uno spillo ma anche la gradinata è ben piena ed è uno spettacolo che da solo vale il prezzo del biglietto.

I foggiani arrivano alla spicciolata, molti sono quelli che provengono dal nord Italia, le pezze sono lì a dimostrarlo, altri provengono dalla Toscana. C’è chi arriva in auto e chiede informazioni per arrivare al settore ospite, l’ambiente, pur essendo carico oltremisura, è tranquillo, con la tifoseria di casa che già nel prepartita se la prende ironicamente con le forze dell’ordine.

Quando manca una mezz’ora all’inizio dell’incontro, una quarantina di tifosi del Foggia si presenta munita di tagliando in tribuna coperta, ma evidentemente la loro presenza disturba qualche tifoso pisano che comincia ad indicare e a inveire contro i presenti. Il buon senso degli addetti alla sicurezza fa spostare il gruppo nel settore ospite, ma è chiaro che questi signori avevano sborsato un bel po’ di soldi per un biglietto di tribuna e si vedono confinati nel ben più economico settore ospite: la memoria storica delle distinte persone in tribuna, in questo caso, è lacunosa.

Settore ospite che comincia a prendere forma, tante le pezze attaccate alla vetrata e tanti anche gli striscioni o le bandiere a due aste fatte per l’occasione, ma niente che possa far risalire a qualche sigla del tifo rossonero. Nella parte bassa si forma un gruppo di ragazzi con le t-shirt marcate ultras che provano a mettere un po’ d’ordine ma sinceramente non mi posso sbilanciare. Comunque presenza corposa di tifosi rossoneri che se non altro, malgrado l’evidente disorganizzazione, possono contare su un bel numero di persone.

Organizzazione che sembra essere invece da dieci e lode per la curva di casa, che apre le danze con una coreografia davvero esemplare, che cattura gli applausi di tutto il pubblico e che coinvolge ben due settori. Originalità, competenza, organizzazione portano ad un risultato che è da stropicciarsi gli occhi.

Anche il settore rossonero accoglie le formazioni in campo con una riuscita coreografia: diverse strisce plastificate vengono fatte cadere dall’alto e vanno a disegnare il simbolo della squadra, mentre in basso viene aperto lo striscione “Con ardore e a denti stretti… avanti tutta satanelli!!!”. Anche in questo caso lo spettacolo è assicurato, sicuramente è una coreografia più semplice, ma comunque onore a chi si è sbattuto, per di più non trattandosi di ultras in senso stretto.

Le squadre iniziano le ostilità mentre la coreografia pisana è sempre in corso, gli spettatori in questo frangente sono più interessati a quello che succede sugli spalti che ai giocatori in campo. Il tempo di mettere via cartoncini e teloni che il Pisa passa in vantaggio. Passano una manciata di minuti e su un errore dell’estremo difensore rossonero, il Pisa raddoppia. Con un uno-due di queste proporzioni è ovvio che il tifo penda in maniera esponenziale verso la sponda nerazzurra ed infatti la Curva Nord alza i decibel immediatamente, chiamando a raccolta tutto il settore e coinvolgendo, senza troppi problemi, pure la gradinata che si dimostra una valida spalla.

Se è immaginabile il sostegno e la partecipazione al tifo del pubblico di casa, devo spezzare una lancia a favore di quegli irriducibili tifosi rossoneri che, nonostante il passivo, continuano a cercare di vivacizzare il settore. Impresa non troppo facile, infatti dopo una buona partenza, il doppio svantaggio fa ammutolire tanti tifosi ospiti mentre un manipolo continua imperterrito a cercare di spronare la squadra.

La partita è emozionante quasi quanto il tifo sugli spalti e dopo poco più di venti minuti, il Foggia accorcia le distanze facendo riprendere fiato e vigore al tifo pugliese. Gol che non influisce invece sulla prova della Curva Nord che si mantiene su standard altissimi, del resto in certe occasioni è veramente tutta la curva a partecipare al tifo.

Anche a livello di colore i nerazzurri si fanno valere: bandiere, bandieroni e due aste create per l’occasione sono spesso e volentieri alte, donando ulteriore vigore ad un tifo che in questo pomeriggio è di alta scuola.

Sul finire del tempo il Foggia perviene al pareggio, facendo esplodere il settore che termina il primo tempo in evidente crescendo. Esultanza che piace poco ai vicini tifosi della gradinata e della tribuna che battibeccano a distanza o danno il via a gestualità che lasciano poco spazio all’immaginazione.

La ripresa si apre con la Curva Nord che espone un lungo striscione in memoria di un giovane ultras prematuramente deceduto, “Ciao Marchino”, mentre nel settore ospite ci si cimenta in una seconda coreografia con strisce rosse e nere che calano dall’alto e con una maxi scritta in basso che non viene proprio perfetta ma che dovrebbe recitare “Foggia nel cuore”.

Se la ripresa sul terreno di gioco inizia a ritmi più blandi, sugli spalti c’è poco da annoiarsi, con la curva di casa che prosegue ininterrottamente con cori e battimani, sostenendo la squadra in maniera egregia. Pause ridotte a zero e cori sempre rilanciati molto potenti ed incisivi, bandiere al vento e di tanto in tanto pure qualche torcia accesa. Cosa chiedere di più?

Nel settore ospite c’è movimento, il tifo prosegue tra alti e bassi, qualche bandiera, qualche battimano ma anche qualche inevitabile pausa. Sicuramente il miglior momento del tifo dei satanelli è stato in concomitanza con il pareggio della squadra, quando l’intero settore ha partecipato compatto al tifo.

Il Pisa riesce nuovamente a segnare due reti agli avversari che nel finale tentano di accorciare le distanze ma questa volta non riescono nell’intento.

A fine partita entrambe le squadre si portano sotto i rispettivi settori, i foggiani non mancano di incitare ed applaudire i propri undici, mentre mister Gattuso ed i giocatori nerazzurri fanno la rituale sosta sotto la curva cantando e saltando insieme agli ultras.

Come era lecito immaginarsi, a differenza degli altri settori dello stadio, la Curva Nord non ha minimamente considerato l’avversario odierno, nonostante la posta in palio. Perché di memoria storica si parla, malgrado qualcuno pensi che sia solo un gioco che duri novanta minuti.

Valerio Poli.