Armato di gran voglia decido di affrontare, dopo tanto tempo, un’altra trasferta: direzione Venezia. Potrei definirla come trasferta “zero”, poiché è la prima volta che sono accreditato come fotografo a bordo campo, un’esperienza del tutto nuova ma che mi offre un punto d’osservazione privilegiato verso le due curve.

La Curva Sud, casa degli ultras lagunari, fatica a riempirsi, gli ultimi arrivano in concomitanza con il fischio d’inizio e a conti fatti sono circa 150/200 pronti a sostenere la propria squadra. In balaustra campeggia lo striscione “Curva Sud”, il gruppo principale degli ultras arancioneroverdi, ai cui lati si trovano drappi degli altri gruppi come ad esempio “Le ragazze della Curva Sud”.

Gli ultras di casa arrivano da una settimana culminata con l’incontro con Ds e Dg. Il tema lo evinco dalla loro fanzine: si chiede il rispetto per una piazza stanca di continue promesse mai mantenute oltre a chiarimenti sul campionato appena iniziato.

Volgendo lo sguardo alla curva ospite, è più che discreta la presenza novarese: sono circa 150 gli azzurri arrivati in Laguna, chi con mezzi propri chi con i classici pullman organizzati. Passando in rassegna le pezze esposte posso affermare con certezza, anche per conoscenza diretta, che tutti i gruppi della Curva Nord Novara sono presenti poiché tesserati, una scelta dettata dalla volontà di non lasciare mai la squadra sola.

L’ingresso dei ventidue in campo è salutato da entrambe le fazioni con cori e bandiere al vento: una bella cornice fornita dagli ultras. Nel primo tempo mi metto sotto la curva Sud che, partita a razzo, non smette per un secondo di incitare i propri colori: sia chiaro, solo i colori, non i giocatori che li indossano. Il lanciacori, spalle al campo, dirige l’orchestra spaziando dai cori di sostegno a quelli contro repressione e tessera del tifoso, ricordando la difficile scelta fatta dai veneziani di non tesserarsi, un modo concreto per dire no al calcio moderno.

Anche la curva ospite si sa far sentire: compatti e colorati cercano di spingere la propria squadra verso la vittoria, che da più di 300 giorni manca lontano dalle mura amiche. Due bandieroni fanno da contorno ai novaresi, rendendo bello alla vista il loro settore.

Lo sforzo profuso dagli ultras di casa sugli spalti non è ripagato dai propri giocatori, infatti è il Novara a passare in vantaggio a metà del primo tempo. Settore ospite che esplode per una rete davvero pesante nell’economia della gara. Assorbito il colpo gli ultras di casa tornano a tifare più forte di prima, e quando la voce inizia a scemare ci pensa il battimani ad assicurare sostegno.

Terminato il primo tempo, decido di spostarmi anche per poter degnamente fotografare la curva di casa, poiché l’architettura dello stadio non permette foto decenti a distanza ravvicinata.

Il calo di voce patito da entrambe le curve è sintomo che nel primo tempo si è speso molto, preso quindi fiato entrambe tornano a sostenere i propri colori. Il canovaccio della partita è sempre lo stesso, squadre che non riescono ad affondare il colpo decisivo e risultato che vede sempre il Novara avanti nella contesa.

I padroni di casa cercano di spronare i propri giocatori in campo, ma questi paiono non comprendere il messaggio, anzi è il Novara a firmare il raddoppio con Gonzalez, lesto a battere il portiere avversario. Opposte reazioni nelle due curve: i novaresi carichi a mille esultano a più non posso, mentre gli ultras locali esprimono tutta la loro indignazione verso il proprio allenatore, esponendo il molto eloquente “Dal Canto Vattene”.

Gli ultimi minuti della gara scorrono veloci, accompagnati dalla festa degli ultras azzurri che, sull’onda dell’entusiasmo, riescono a coinvolgere la quasi totalità del settore, ottenendo buoni risultati. Sulla sponda opposta è la goliardia a farla da padrone: si salta e si fa festa inneggiando all’Europa, un modo efficace per lanciare un messaggio alla proprietà, rea di aver illuso finora le promesse fatte.

Il calcio di rigore accordato ai padroni di casa, fissa il risultato finale sull’1-2, per la gioia dei novaresi che, terminata la partita, chiamano a gran voce i propri giocatori al fine di festeggiare la vittoria ritrovata. Diversa, come logico che sia, la reazione dei veneziani che, spalle al campo, accompagnano la battuta del rigore. A fine gara escono di fretta per cercare un colloquio con la squadra, o almeno questo mi è parso di intuire. Bella comunque la loro prova, come promesso nella fanzine hanno continuato a sostenere i propri colori fino al 90’, nonostante la sconfitta in campo. Colorati e compatti, hanno fatto sventolare due bei bandieroni nel corso della gara, rendendo viva la curva anche dal punto di vista cromatico.

Buona la presenza novarese che non fa mai mancare il proprio apporto, dando colore e calore con continuità.

Nota finale di encomio è quella che mi sento di dare personalmente ai veneziani: non piegarsi al sistema, continuare a rifiutare la tessera in un periodo in cui pian piano stanno cedendo tutti è sicuramente degno di lode.

Alessio Farinelli.