Gli anni duemila sono ricordati, dai tifosi e gli sportivi materani, più per le delusioni che per le soddisfazioni. La squadra della città dei Sassi, infatti, ha militato sempre nel campionato interregionale dilettantistico, occupando il più delle volte i bassifondi della classifica e ricorrendo talvolta agli spareggi play-out oppure alla salvezza all’ultima giornata.

Ad invertire la rotta e chiudere in bellezza questo periodo, lungo due lustri, è la vittoria, inaspettata, della Coppa Italia di serie D. I lucani, dopo aver avuto la meglio in semifinale ai danni del Boville Ernica, sono pronti per affrontare i lombardi del Voghera, che in semifinale ha regolato il Pordenone.

La finale di andata, giocata a Voghera, è terminata con la vittoria di misura dei biancazzurri con oltre trecento tifosi al seguito, anche grazie ai tifosi fuori sede presenti nell’Italia settentrionale. La gara di ritorno si disputa dopo due settimane a Matera; il giorno della gara, qualche ora prima del fischio d’inizio, si abbatte una forte pioggia, che per la scaramanzia dei tifosi materani non può che essere di buon auspicio, visto che capitò altrettanto nel 1990, nel vittorioso spareggio promozione con il Gangi.

Quando manca poco più di un’ora all’inizio dell’incontro, nonostante si giochi di mercoledì pomeriggio, il XXI Settembre – Franco Salerno risulta quasi completamente pieno e primi cori accompagnano il riscaldamento dei calciatori. Man mano i minuti passano e si vanno a riempire gli ultimi posti liberi. Alla fine si conteranno oltre ottomila biglietti staccati: l’impianto lucano, nonostante non sia di ultima generazione, è in grado di offrire un ottimo colpo d’occhio, con gli spalti completamente pieni e in cui non c’è spazio nemmeno per uno spillo, tanto che gli ultimi spettatori, arrivati all’ultimo momento, saranno costretti ad assistere alla partita in piedi, aggrappati alla recinzione che separa dal campo.

Non si vedeva uno stadio così pieno da oltre dieci anni e la mente inevitabilmente torna ai tempi d’oro vissuti dal Matera Calcio, come l’unica apparizione in serie C1 negli anni novanta oppure il campionato di serie B a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

All’ingresso in campo delle due squadre, dalla gradinata inizia a scendere un grande telone, firmato dai gruppi organizzati, che rappresenta il trofeo tricolore, con la scritta in basso “Conquistiamola”. Ai lati del telone vengono sventolate tantissime bandierine bianche e azzurre.

Durante il primo tempo il sostegno è di ottimo livello, i cori vengono eseguiti i maniera potente e riescono a coinvolgere la maggior parte dei presenti in gradinata. Tanti cori anche a sostegno della città e per i diffidati. Ben riusciti sono i battimani, accompagnati anche dal tamburo, che si alternano al supporto vocale. Non mancano cori contro i rivali rossoblù di Potenza.

Il primo tempo, si chiude sul punteggio di zero a zero, avaro di emozioni, con i padroni di casa che hanno cercato di conservare il risultato maturato all’andata.

Il sostegno durante il secondo tempo risulta di pari livello alla prima frazione di gara. Da segnalare il coro a ripetizione MA-TE-RA eseguito da tutto lo stadio. Molto bella è la sciarpata eseguita, nell’ultimo frangente di gara, davvero bene sulle note della canzone Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Infine si registrano, negli ultimi minuti di partita, diversi cori a favore dei gemellati battipagliesi, presenti anche loro quest’oggi.

Dalla Lombardia arrivano a Matera, per questo storico evento, circa una sessantina di supporter, la maggior parte dei quali giunti in treno. Si posizionano, compatti, nella parte centrale del settore ospiti dietro i loro striscioni. All’inizio della gara espongono un copricurva che riproduce la propria maglia e con il numero dodici alle spalle. A contribuire al colpo d’occhio finale sono anche le tante maglie indossate, dello stesso colore.

Il loro sostegno è continuo e di buona fattura per tutta la gara, nonostante i tanti chilometri percorsi, malgrado possano risultare non molto udibili a causa del loro numero in proporzione agli spettatori locali. Degna di nota è la fitta sciarpata effettuata nella seconda frazione di gara.

In campo il match si chiude con i padroni di casa che riescono a trovare la rete del vantaggio e mettere in cassaforte la coppa. Dopo il fischio finale, prima della festa, viene tributato un lungo applauso, dalla gradinata, verso i vogheresi come segno di sportività. Espletate le operazioni di premiazione, il capitano Martinelli può finalmente alzare la coppa al cielo che arricchisce l’albo d’oro della società, fermo ormai dalla vittoria del campionato di Eccellenza del 2000.

Testo di Federico Longo.
Foto di Alessandro Veglia.