Ci sono rivalità e rivalità, sarebbe ingiusto e soggettivo fare una classifica di queste sbandierando quelle maggiori o, peggio ancora, più importanti. Diciamo però che le rivalità si possono sicuramente dividere tra di loro: ci sono quelle regionali che non si toccano, un derby Perugia – Ternana oppure un Pisa – Livorno o ancora un Avellino – Salernitana, e la lista potrebbe continuare quasi all’infinito, sono sfide che richiamano l’attenzione del tifoso e dell’ultras perché in ballo c’è una superiorità regionale che di volta in volta viene messa in palio. Ed è ovvio che sulle gradinate i numeri siano esagerati così come calore e colore non conoscono limiti.

Ci sono poi quelle rivalità extraregionali che allargano il cuore di ogni vero tifoso: Fiorentina – Juventus penso sia la madre delle partite di questo genere, ma anche Milan – Genoa o Pescara – Lazio riservano tutto il loro fascino.

Partite che sugli spalti non passano inosservate, ultras che attendono con trepidazione l’avversario, trasferta che deve essere preparata nei minimi dettagli perché un errore potrebbe costar caro.
E fino ad ora ci siamo sempre mossi sul piano principalmente calcistico, ma Napoli – Verona è una di quelle rivalità che va ben al di là dello stadio, travalica letteralmente il perimetro del campo da gioco, travalica le curve e si estende alla città. Perché ad essere rivali non sono i due gruppi ultras, non sono le rispettive curve, ma in questo caso si parla di due città che in un modo o nell’altro non se le mandano certo a dire. Qui la rivalità è radicata ed alcuni striscioni del passato così come alcuni cori delle due tifoserie, stanno a dimostrare quanto sia sentita tale sfida.

Partiamo da un punto ben preciso: son finiti, almeno in Italia, i periodi del far west all’esterno degli stadi, ormai la militarizzazione ha assunto livelli esagerati, la tecnologia è venuta incontro all’esigenza di monitorare, schedare e colpire i soggetti più “vivaci”. Oggi con una bella telecamera piazzata in faccia che riprende, analizza ed elabora ogni movimento, diventa dura giocare quella famosa danza fra la guerra reale e quella simulata.

A Napoli, per questa sfida, un elicottero volteggia sopra la città, nelle zone più a rischio, e non porta in visione una pubblicità di qualche marca di detersivo da far notare alla massaia di turno, ma sorge il dubbio che anche da quella altezza, l’attuale tecnologia permetta di filmare e zoomare per scovare possibili momenti di tensione. Momenti di tensione che si vivono all’arrivo dei veronesi alla stazione, in Piazza Garibaldi c’è un primo contatto tra qualche napoletano e le forze dell’ordine che riescono a tenere la situazione sotto controllo e a trasportare il contingente veronese all’interno dello stadio.

Gli ospiti, ad occhio, sono circa duecento, ovviamente tutti ultras e fin dal loro ingresso nel settore dimostrano quanto poco feeling ci sia verso la tifoseria locale. Poi si sistemano nella parte bassa del settore, pezze alla mano, e danno via al loro solito ed ineguagliabile show: ormai il tifo marcato Hellas è conosciuto e da molte parti apprezzato, perciò tanta sostanza e voce che fa da autentica padrona.

Ovviamente il San Paolo ribolle di tifo, le due curve possono portare numeri ampiamente al di sopra della media nazionale, perciò, visto il pubblico odierno, l’asticella pende inequivocabilmente da una parte. Anche per i padroni di casa, a parte qualche bandierone e qualche due aste, c’è poco da segnalare, ciò che fa la differenza anche in questo caso è l’apporto vocale che in certi casi arriva a dei livelli esagerati.
Da menzionare lo striscione che gli Ultras Napoli dedicano al loro capitano Marek Hamsik: “Donare la carriera ad un unico colore, vivere la vita da uomo di valore. Portaci lontano immenso capitano!”. Per Hamsik una bella soddisfazione, l’ennesima dimostrazione di un rapporto speciale con il pubblico partenopeo, pubblico che tra le altre cose difficilmente nel recente passato ha dimostrato con questa intensità, amore e rispetto verso un singolo giocatore. Il voltafaccia del Pipita Higuain è stato un tradimento vissuto in maniera troppo intensa, ma Hamsik ha dimostrato con parole e fatti che lui a Napoli ed al Napoli ci tiene.

Foto di Pier Paolo Sacco.