Vikings Isernia: Della storia calcistica e Ultras di Isernia abbiamo già avuto modo di parlare in una precedente puntata di One Step Beyond (#22). Questa coppia di disegni è dedicata a quello che può definirsi – dopo tentativi più o meno riusciti – come il primo gruppo Ultras nato nella piccola città molisana.

Correvano i primi Anni ’80 e l’Aesernia (questo l’originale e bellissimo nome di derivazione latina che s’era dato il club biancoceleste in onore delle antichissime origini della città), dopo una vita trascorsa nella Promozione campana (all’epoca non esisteva ancora l’autonomia calcistica regionale) stava disputando i suoi primi tre campionati del torneo Interregionale (l’equivalente dell’attuale Serie D), conoscendo il suo periodo di maggior fulgore, in termini d’entusiasmo e partecipazione popolare, che sarebbe sfociato nella vittoria del campionato (stagione ’83-84) e nei conseguenti due tornei della vecchia Serie C2.

Proprio nel cuore di quegli anni, era il 1982, nacquero i Vikings (che leggenda vuole avessero mutuato il nome dai più famosi Viking della Lazio, squadra quest’ultima tifata e seguita da uno dei fondatori del gruppo) che erano anzitutto una banda d’amici e che realizzarono il loro primo striscione in un garage. Striscione che presentava al centro un teschio con basco nero e sciarpetta/foulard biancoceleste al collo; a destra e sinistra dello stesso erano le lettere a comporre la scritta VIKINGS. Per l’epoca – a detta di alcuni – lo striscione era molto accattivante e avveniristico, di ottima fattura come diremmo oggi.

Seppur i Vikings, a conti fatti, ebbero vita assai breve (almeno in quella loro “prima fase”) lasciarono un’importante impronta nel costume calcistico isernino tanto che racconti e aneddoti sulle loro “imprese” si tramandano ancor’oggi. Forse per la vicinanza geografica con la Campania (da sempre grande fucina di gruppi Ultras e cultura da stadio in genere) distante soltanto poche decine di chilometri, ma più probabilmente per i lunghi anni trascorsi dall’Aesernia nei campionati e raggruppamenti campani (che avrebbero raddrizzato la schiena anche a chi non l’aveva), i Vikings Isernia furono un gruppo assai ruvido e tosto da incontrare, per chiunque.

Forti d’una partecipazione collettiva – che aveva nel Calcio il veicolo perfetto d’ogni rivalsa sociale – figlia legittima degli Anni ’70 e che non avrebbe avuto riscontri simili nel futuro (a parte un’altra felice parentesi a cavallo tra gli Anni ’90 e 2000), a capo d’un popolo sportivo assai caloroso e partecipe, i Vikings guidarono un piccolo esercito di autentici “scalmanati”, animando gli spalti come nessuno aveva saputo fare in precedenza e trasformando il vecchio e romantico stadio X Settembre (anche se all’epoca si diceva “campo sportivo”) in un vero e proprio spauracchio per gli avversari, tanto che la piazza calcistica pentra fu classificata come una delle più calde dei raggruppamenti centromeridionali della vecchia C2. Merito anche d’un impianto in centro città con gradinate praticamente appiccicate al terreno di gioco e in cui la pressione esercitata sui calciatori da parte dei tifosi era reale e tangibile. Un gruppo dal carattere e temperamento assai “campano” i Vikings, che della proverbiale compostezza e mitezza tipiche molisane aveva davvero ben poco.

Col declino del Calcio isernino, culminato nel fallimento della SS Aesernia del 1987, in pratica all’indomani del periodo storico calcistico più bello, anche i Vikings si eclissarono, insieme a una città che rimase ferita a morte da quel disastro sportivo e che impiegò un decennio per riaversi da quella tremenda mazzata. Dunque per i vecchi Vikings c’era ancora la possibilità di scrivere qualche altra bella pagina nella storia Ultras di Isernia. Certo, quel periodo “magico” dei primi ’80 non sarebbe mai più tornato (e con esso anche quell’atmosfera unica che si respirava in quegli anni in cui si viveva di pane e pallone), però col risorgere del Calcio in città, intorno alla metà degli Anni ’90 e con la nascita di quello che sarebbe col tempo divenuto il gruppo Ultras più importante e longevo del panorama cittadino (Cherokee 1994) che fece da traino per tutti in termini d’entusiasmo, anche i Vikings vissero una “seconda giovinezza” andando ad affiancare con lo striscione VECCHIA GUARDIA i gruppi più giovani presenti in gradinata.

C’è da dire comunque che – striscione o meno – i Vikings sono stati sempre presenti alle partite dell’Isernia e oggi che la squadra molisana vive uno dei suoi tanti momenti altalenanti tra Serie D e i soliti tornei regionali che hanno stancato davvero tutti, molti dei più vecchi e affezionati tifosi della Serpe biancoceleste sono proprio ex appartenenti al gruppo oggetto di questa presentazione. Magari oggi hanno capelli bianchi, pance e pinguedine, mogli, figli a carico e prostate appesantite dal tempo, ma in loro lo “spirito Vikings” ha perdurato e anche senza striscioni, pezze o simboli distintivi rappresentano la memoria storica del sodalizio biancoceleste.

Venendo ai disegni, per ognuno dei due mi sono concesso una “licenza artistica”. Nel primo mi sono concesso totale libertà espressiva. Un teschio con coppola irlandese e come sfondo un drappo biancoceleste cercando il più possibile di richiamare alla memoria le vecchie bandiere dalle tonalità cromatiche un po’ sbiadite che sventolavano nel vecchio X Settembre ai tempi d’oro dei Vikings. Le scritte, nere, sono in un font gotico e in questo credo rappresentino quasi una novità assoluta in casa Ultras Isernia. Il mio personale tributo a un gruppo che ho sempre amato e mai dimenticato e che m’ha fatto innamorare del mondo del Tifo e delle Curve quand’ero ancora un bambino.

Per il secondo disegno, invece, ho inserito un teschio classico, senza basco (come era invece per il loro striscione) che ho posto al centro d’un ipotetico drappo con sfondo blu (e in questo ho cercato di ricalcare il più possibile il colore dello striscione di cui sopra). Anche nel contorno nero delle scritte e dei numeri in bianco ho cercato di richiamare alla memoria il vecchio e glorioso cimelio in pvc di questi ex ragazzi. La sottile riga tricolore a destra e sinistra – oltre a donare luce e “accendere” il disegno – vuole essere un omaggio a quegli Anni ’80 per cui la nostra bandiera nazionale non rappresentava ancora un elemento di divisone politica come purtroppo avviene oggi, ma piuttosto era un simbolo di appartenenza territoriale a qualcosa di più grande.

Adler Gruppe Lazio: Disegno dedicato alla Lazio, di chiara ispirazione Anni ’90 ma con un’attitudine più smaccatamente casual. Ho posto in posizione centrale il bellissimo logo sociale del club capitolino ch’è davvero uno degli stemmi più belli del Calcio italiano e non solo. A sovrastare e soggiacere allo stesso ho inserito – in una doppia scritta di diseguale grandezza e in un font cubitale e accattivante – la nomenclatura d’un gruppo di mia personalissima invenzione e per cui ho optato per un’originale quanto inusuale dicitura in tedesco: mi piaceva molto il suono della parola ADLER, che sta per “aquila”; ovviamente GRUPPE è in luogo di “gruppo”. Lo sfondo è una “classica” bandiera pezzata orizzontalmente nei tre colori che vanno per la maggiore nella Nord romana: bianco, azzurro e blu. Colori che, nella disposizione come nelle proporzioni, vanno a costituire nient’altro che un frammento di Union Jack (ovviamente modificata nei colori), universale e concettuale simbolo che rimanda inevitabilmente alle side d’Oltremanica e al cosiddetto Tifo all’inglese che dagli Anni ’90 in poi, muovendo da Verona, attecchì nei nostri stadi e che rappresenta ancor’oggi, a tanti anni di distanza, una delle più grandi rivoluzioni (se non la più grande) a livello di supporto Ultras.

Lazio Soccer Casuals: Mutuando il nome da una delle tante crew che seguivano il football britannico (tipo gli Aberdeen Soccer Casuals) ho voluto creare un disegno che fosse casual in tutto e per tutto. Al centro della scena ho posto uno degli elementi più abusati del cosiddetto filone calciofilo – la cui primogenitura è una questione a due tra Friulani al Seguito e O.F.C. Arezzo – ovvero il pallone a spicchi appoggiato alla scarpa da Calcio. Elemento, come detto, abusatissimo di tanti disegni, adesivi, drappi e bandiere per cui n’è venuta quasi la nausea ma che in questa particolare “alta risoluzione” mi sembra possa trovare nuova linfa per una grafica che sia anzitutto godibile alla vista. Affiancato a questo elemento – andando quasi a incunearsi tra gli anfratti liberi – ho inserito il bel logo sociale del club romano che ben si presta alla realizzazione di materiale in puro casual style. Le scritte superiori e inferiori, in un font impeccabile, formale ed elegante insieme, vanno perfettamente ad amalgamarsi col contesto di cui sono parte integrante. La cornice squadrata, corposa e robusta, chiudere idealmente il “quadro”.

AS Roma Casuals: Altro disegno in puro stile casual dedicato stavolta all’altra sponda del fiume Tevere. Due side, la Sud e la Nord giallorosse, che da sempre hanno fatto scuola in tal senso, regalando agli appassionati ed esteti (come me) della parte più easy del movimento Ultras dei momenti di pura e autentica goduria. Come già affermato in passato, a mio avviso le Curve capitoline (romaniste e laziali) hanno più di chiunque altro saputo unire uno stile che fosse accattivante e modaiolo (nell’accezione meno negativa del termine) a una spiccata e compiaciuta artigianalità, creando un mix davvero unico ed esplosivo, imitato da tanti. In questo disegno ho voluto dare massimo risalto al meraviglioso logo dell’AS Roma (che, al pari di quello della nemica Lazio, considero uno dei più belli ed evocativi del Calcio italiano) contornato dal più classico quanto inflazionato alloro. Per farlo ho scelto, come sfondo, il nero, che più di qualunque altro colore si presta a far risaltare in maniera totale gli elementi soprastanti, tutti declinati secondo una tonalità molto accesa. In basso ho posto la scritta CASUALS in un font di massima eleganza che nel giallo ocra si esalta in maniera pressoché totale sulla colorazione sottostante. Il tutto è contornato da una sottile cornice, nel medesimo colore, che delimita e chiude lo spazio, conferendo all’insieme un ulteriore senso di compiutezza ed eleganza.

Piazza Statuto Torino: Della Torino Mod, a cui ho già dedicato altri due disegni in passato, abbiamo già avuto modo di parlare in una precedente puntata di questa rubrica (One Step Beyond #12). Come base sono partito dal vecchio simbolo del Torino Calcio degli Anni ’80, un periodo che, come ho più volte ripetuto fino alla noia, è stato una vera e propria isola felice per quanto concerne la creazione di loghi per le squadre di Calcio, s’è vero che in quegli anni uscirono alcuni tra gli stemmi più belli mai apparsi in circolazione e la cui fascinazione prosegue ancor’oggi. Uno stile minimal fatto di poche linee che con mestiere, eleganza e tanta simpatia e spensieratezza riusciva a inventare in pochi e semplici tratti un’icona in cui potesse riconoscersi un intero popolo sportivo.

È proprio il caso del toro stilizzato di cui sopra, disegnato per celebrare gli ottant’anni del club granata e che per diversi anni ha campeggiato sulle gloriose casacche. Talmente bello d’aver “vinto”, nel 2013, un sondaggio lanciato dalla popolare rivista Guerin Sportivo sui migliori cento simboli calcistici dei club di tutto il mondo. Un toro rampante e spigoloso ch’è m’è sempre piaciuto e che trovo assolutamente e nettamente superiore a quello che viene usato attualmente, pur bello ma lontano parente di quello in oggetto.

Anche per la colorazione del disegno ho cercato per quanto più possibile di ricreare quell’alchimia cromatica dei perduti Anni ’80, con un granata più brillante e meno cupo. Personalmente trovo che le attuali maglie del Torino non rispecchino il vero colore granata della tradizione… questione di gusti e di “sensibilità”: molto retrò la mia, lo ammetto. Per le scritte ho utilizzato un font altrettanto semplice e lineare che avesse la stessa spigolosità del toro per alcune lettere e di contro la morbidezza delle curve per altre. Il target tricolore – mutuato dall’universale simbolo della cultura Mod a sua volta ripreso dalla celebre Royal Air Force di Sua Maestà britannica – vuole essere un ulteriore elemento d’appartenenza a un’elite di giovani e meno giovani per cui il Toro è una delle tante sfaccettature del loro peculiare stile di vita. La cornice bianca e stondata vuol esplicitamente richiamare alla memoria proprio quel simbolo, completo, degli Anni ’80 di cui sopra, andando anche idealmente a chiudere il disegno.

Luca “Baffo” Gigli.

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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;