Brigate Gialloblu Verona: Parlare delle Brigate Gialloblu di Verona in poche righe è impresa pressoché impossibile. Un gruppo che ha fortemente caratterizzato e influenzato l’intero panorama Ultras nazionale. Amato e odiato, criticato ed elogiato oltre misura, imitato e parodiato, le Brigate sono state l’anima del tifo per l’Hellas e il loro mito è rimasto intatto nel corso dei decenni e se oggi la Curva scaligera è giustamente considerata come una delle migliori, molto del merito va a questo gruppo. Cattivi, agguerriti, ironici, mai allineati, totalmente controcorrente e capaci di prese di posizione estreme, totalmente rivoluzionarie e sempre avanti sui tempi, i ragazzi delle Brigate hanno realmente scritto la storia del tifo in Italia e non c’è nessuno – amico o nemico – che possa mettere in dubbio l’assoluta imprescindibilità di questo gruppo per quello che ha fatto e rappresentato, nel bene e nel male. Le Brigate Gialloblu Verona sono state senz’altro uno dei gruppi più importanti di sempre del movimento Ultras nel nostro Paese.

Venendo al disegno, ho voluto creare una sorta di logo inserendo tra le due lettere che formano uno degli acronimi più famosi d’Italia (BG) la scala a tre pioli simbolo della città. In questo non ho fatto altro che pescare a piene mani dall’iconografia del gruppo stesso che aveva proprio nella scala uno dei suoi simboli principali e che campeggiava pure sul leggendario striscione. A contornare questo “trittico” ho posto una spessa cornice nel medesimo giallo oro delle lettere su campo blu. La scala a tre pioli, nella parte superiore e inferiore, pare essere direttamente appoggiata su questa ideale cornice dagli angoli stondati che restituisce una sensazione molto moderna e per certi versi quasi futuribile. Nella parte inferiore del disegno e sottostante al logo di cui poc’anzi, ho invece inserito nel medesimo font dell’acronimo e in maiuscolo, la scritta VERONA che inizia e termina su un nastro tricolore a righe orizzontali a voler richiamare posizioni nazionaliste e identitarie da sempre appannaggio di questa tifoseria. Il disegno ha una forma rettangolare sviluppata molto in larghezza e lo vedrei bene come adesivo da appiccicare ovunque.

Sparuta Presenza Piacenza: Disegno dedicato ad un gruppo al seguito del Piacenza che ha caratterizzato gli Anni ’90 e i successivi, dopo lo scioglimento della Legione Gotica ch’è stata forse la sigla più importante e rappresentativa del tifo biancorosso e ch’è riuscita a unificare dietro le proprie insegne migliaia di ragazzi nel cosiddetto periodo d’oro del Piacenza che bazzicava anche la Serie A (con una simpaticissima squadra tutta italiana) e che conobbe in quegli anni il suo acme sportivo in termini d’entusiasmo e partecipazione popolare in una piazza tradizionalmente piuttosto fredda. Molto originale e auto-ironico il nome, Sparuta Presenza (gruppo identificabile oggi dietro le pezze “93”), credo mutuato dai servizi televisivi, dagli articoli e dalle prime tifocronache che imperversavano in quegli anni (Supertifo era la Bibbia di ogni Ultras) che spesso – a causa della presenza non eccessivamente nutrita in trasferta, conseguente al fisiologico sbandamento che conobbe l’intera tifoseria nel periodo immediatamente successivo all’uscita di scena della Legione – si riferivano in questi termini parlando dei piacentini.

Il disegno l’ho impostato su uno sfondo nero – colore particolarmente caro a questa tifoseria che dagli Anni ’90 in poi non ha mai nascosto le proprie simpatie politiche talvolta estreme – al cui centro ho inserito il bel logo sociale del club emiliano, col lupo bianco su campo rosso. Ho inoltre creato una sorta di “gioco” geometrico andando a porre il rombo del logo su un quadrato sottostante di eguale dimensione. Le scritte indicative del gruppo sono bianche in un font semplice e d’impatto. Il tutto è posto su un ipotetico tricolore italiano sottostante che restituisce maggiori luminosità e dinamicità al disegno. Lo immaginerei come adesivo o come drappo.

Vecchio Balordo Genoa: Con questa divertita espressione, Vecchio Balordo, soleva riferirsi al Genoa CFC l’inarrivabile Gianni Brera ch’è stato forse il più grande giornalista sportivo italiano di tutti i tempi. Il buon Brera usava quest’espressione in maniera simpatica e affettuosa, dettata dalla notoria capacità che aveva (e che non ha perso col trascorrere dei decenni) il più antico club calcistico italiano di complicarsi la vita (sportiva) con partite praticamente chiuse – avendo anche due o tre goal di scarto – che riusciva puntualmente a farsi recuperare.

Ho immaginato il disegno come un vecchio bandierone di quelli che andavano tanto di moda negli Anni ’80 e che imperterriti continuano a sventolare ancor’oggi in una delle side più affascinanti del nostro Calcio, con quell’atmosfera così “inglese” Anni ’70/’80 che in misura così smaccata si respira soltanto nella Città della Lanterna, forse anche grazie ad uno stadio tra i più british dello Stivale. Anche per i colori, molto “elettrici”, mi sono liberamente ispirato agli eighty quando le tonalità – discorso valido non solo per il Genoa ma un po’ per tutti i club – brillavano di spensieratezza rispetto alla cupezza, materiale e concettuale, dei colori attuali che si son fatti davvero troppo scuri. Al centro ho posto la testa d’un grifone molto ben disegnata e particolareggiata, in nero e giallo come pure le scritte, per certi versi barocche e ridondanti, che vogliono richiamare alla mente proprio i caratteri d’una vecchia macchina per scrivere, immaginandovi seduto dietro l’eterno Gianni Brera che lavora e fuma l’immancabile pipa d’ordinanza. Una sottile cornice, pure nera e gialla, chiude idealmente il “quadro”.

Ultras Sampdoria: Passiamo all’altra metà di Genova, sponda blucerchiata. Differentemente dal passato, ho voluto dare a questo disegno un’impronta molto classica, misurandomi – cosa mai facile – coi bellissimi ed unici colori della Samp che per quanto sono affascinanti e accattivanti, non risultano mai facili da abbinare in un qualsiasi disegno. Ho posto dunque un’ipotetica bandiera (o drappo) blucerchiato ponendovi al centro una figura che potesse richiamare sia la parte più tradizionale della simbologia Ultras – che trova nel più abusato teschio la propria quintessenza – sia elementi immediatamente associabili al concetto stesso di mare – nella fattispecie il berretto da capitano di vascello con impressa sulla parte frontale l’immancabile àncora – fondendoli insieme. Altro elemento assai marinaresco è la folta barba da vecchio lupo di mare che presenta il teschio stesso. Nelle parti blu superiore e inferiore del disegno, ho posto le scritte bianche, in un font corsivo d’impatto e lineare, contornate di nero per meglio amalgamarsi col teschio di cui sopra. Il risultato non mi sembra malvagio, per una grafica che vuol essere molto evocativa da un lato pur mantenendo una semplicità mai banale dall’altro, cercando di interpretare al meglio l’anima estetica di questa straordinaria quanto importante tifoseria italiana.

Curva Nord Campobasso: Dopo lo scioglimento degli Smoked Heads (vedi One Step Beyond #32) che per trent’anni hanno guidato il tifo per i lupi molisani e di cui sono stati senza tema di smentita il gruppo Ultras più importante e influente, la Curva Nord dello stadio Selva Piana di Campobasso si è ritrovata dietro una nuova sigla molto semplice e che ripercorre (nella nomenclatura) una soluzione intrapresa da miriadi di Curve in Italia. Naturalmente poter rimpiazzare un gruppo stagionato e navigato come gli Smoked non è impresa facile, tutt’altro, però questi ragazzi hanno capito che  – in un periodo di risacca del tifo e in una fase di non facile congiuntura per le sorti del Campobasso Calcio che da troppi anni mastica amaro tra categorie indegne, fallimenti e ripartenze varie – quella del gruppo unico è la migliore strada da percorrere per poter tenere alto l’onore della tifoseria e aspirare a tornare ai fasti del passato.

Per questo disegno ho immaginato una sorta di drappo molto spartano pezzato verticalmente in rossoblu, ponendovi al centro – in un disco bianco – la testa in blu d’un lupo, da sempre simbolo del club murattiano. Sopra e sotto, in un font dinamico, moderno e sbarazzino, ho posto in grande il nome del gruppo che poi è anche la porzione di stadio d’appartenenza. Nella parte più bassa del disegno, sempre in bianco ma in un carattere più piccolo, il nome della squadra/città. Una spessa cornice, del medesimo colore delle scritte, corre per tutto il perimetro del disegno, conferendo un senso di finezza e compiutezza. Un piccolo dettaglio in più: gli angoli – alternati – sono sia stondati che squadrati, al fine di suscitare una sensazione ulteriore di “movimento”.

Nocera Ultras: Altra tifoseria molto “presente” su questa rubrica a cui ho dedicato innumerevoli disegni in passato. Una Curva, quella molossa, che non ha bisogno di tante presentazioni e parole: calorosa, passionale, colorata, di mentalità, temuta e rispettata. Personalmente considero il pubblico nocerino come uno dei migliori in Italia e – di base – la Nocerina dovrebbe giocare almeno in Serie B, dove tante piazze anche molto più grandi di quella campana hanno numeri nettamente inferiori. Comunque a questo pubblico, secondo me, non è preclusa alcuna categoria e alcun sogno. Come detto tante volte in passato, per la Nocerina non è soltanto una questione di numeri (che tuttavia restano superlativi se rapportati alla grandezza della città). La Nocerina è proprio un fatto sociale che fa parte della vita di Nocera e dei suoi abitanti e nel corso degli anni il club e il suo pubblico hanno creato un legame fortissimo e indissolubile, saldato dalla tradizione che affonda le proprie radici agli inizi del Novecento e che ha consolidato una peculiare quanto sentita consuetudine Ultras forgiatasi principalmente lungo tutti gli Anni ’70 e ’80.

Passando a parlare del disegno: ho immaginato una sorta di striscione molto classico, pezzato orizzontalmente in rossonero e recante all’interno dei due rispettivi colori – in un font elegante e cubitale insieme – la dicitura NOCERA ULTRAS. Le scritte sono bianche e risaltano bene sullo sfondo sottostante. Una sottile riga, pure bianca, separa il rosso dal nero e conferisce quel piccolo tocco di modernità. Dietro quest’ipotetico striscione, ho posto, braccia conserte e atteggiamento divertito e di sfida, un po’ da “guappo” di periferia, un personaggio delle cosiddette nuvole parlanti: Dennis the Menace (Dennis la Minaccia), serie a fumetti creata dallo statunitense Hank Ketcham negli anni ’50 e che ha ispirato anche film, serie televisive, cartoon e videogiochi. Questo personaggio guascone e burlesco, armato di un’inseparabile quanto precisissima fionda e sempre intento a combinarne di cotte e di crude, con la sua inconfondibile maglia a strisce orizzontali rossonere mi pareva il modo più simpatico di poter rappresentare la tifoseria nocerina, lasciando per un attimo da parte il classico molosso o simbologie più serie e attinenti. Ho voluto darne una “lettura” più personale e spensierata, sperando che possa comunque piacere.

Vis Pesaro 1898 Ultras: Da tempo volevo dedicare un disegno alla tifoseria marchigiana che m’è sempre piaciuta e per cui ho sempre avuto un “occhio di riguardo” in termini affettivi, avendo fatto un mese del vecchio Servizio Militare (più precisamente il CAR, ovvero Centro Addestramento Reclute) proprio nella bellissima città di Pesaro, una vita fa. Una tifoseria calcistica sempre presente e appassionata che non ha mai potuto assaggiare la Serie A e la Serie B ma che s’è dovuta “accontentare” – nel corso della sua lunghissima storia: la Vis è infatti uno dei club più antichi d’Italia, datato addirittura 1898 – di 23 partecipazioni alla Serie C. Comunque il fatto di aver a lungo annaspato nella Terza Serie nazionale o peggio nei campionati dilettantistici o regionali, non ha mai intaccato la “fede” per la Vis Pesaro che ha sempre potuto contare su uno zoccolo duro di tifosi che non hanno mai mollato, anche e soprattutto tenendo conto delle “sirene” rappresentate dall’altro sport cittadino che va per la maggiore, la pallacanestro, con una squadra, la Victoria Libertas, che è uno dei club cestistici più tradizionali e blasonati del nostro Paese – quasi perennemente in Serie A – e che ha conosciuto il suo momento di maggior fulgore negli Anni ’80, quando la mitica Scavolini Pesaro vinse due Scudetti, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia, con un palazzetto dello sport (il vecchio e famigerato Hangar) considerato come uno dei parquet d’Europa su cui era più difficile giocare e far punti, per gli avversari.

Tornando al Calcio: ricordo con piacere e nostalgia gli Ultras Vis Boys Pesaro, con sullo striscione il mitico teschio con basco e pugnale tra i denti, ai tempi della vecchia Serie C2 e dei furibondi e infuocatissimi derby contro la vicina Fano (altra tifoseria tostissima e che ho sempre ammirato). Dopo lo scioglimento del suddetto gruppo – che per oltre trent’anni anni ha guidato il tifo nella gradinata biancorossa – il supporto per l’undici marchigiano s’è sempre più assottigliato, conoscendo negli ultimi anni il suo minimo storico (anche per via di categorie indegne d’una città come Pesaro). Fino a quando, da qualche stagione a questa parte – e grazie a una società e a una dirigenza che sembrano voler finalmente rilanciare il Calcio cittadino – il tifo per la Vis sembra stia conoscendo una seconda giovinezza, con un Benelli tornato a riempirsi come non si vedeva da anni, forte d’un ritrovato entusiasmo. E la recente costruzione d’una nuova gradinata metallica più vicina al terreno di gioco (in uno stadio obsoleto e un po’ troppo dispersivo) non potrà che giovare ulteriormente sull’efficacia del tifo per una squadra che è in lotta per la conquista della Serie C.

Passando al disegno: sono partito dal bellissimo nuovo logo sociale di ultima creazione che trovo realmente affascinante e ben fatto. Ho “caricato” ulteriormente il colore rosso, per dargli un tono più sanguigno e passionale e – per un maggior amalgama – ho ritenuto di colorare di rosso anche il pallone retrò. Accanto a siffatto scudo ho posto la figura d’un Ultras incappucciato, di spalle e che, travisando gli occhi, mostra il profilo d’un ghigno di chi la sa lunga ed è pronto a difendere a qualsiasi costo la propria città, la propria squadra e la relativa side. In basso, a includere entrambi i due elementi (scudo e incappucciato), ho inserito un nastro, pure rosso, recante, in bianco, una cubitale e inequivocabile scritta ULTRAS. Nella mia fantasia pieno-adolescenziale lo immaginerei come un grande murales dipinto sulla cinta esterna dello stadio Benelli.

Luca “Baffo” Gigli.

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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;