UCN Bari: Una delle mie tifoserie preferite, Bari, nonché una delle piazze storiche del nostro Calcio e del panorama Ultras nazionale (e di cui abbiamo già avuto modo di parlare in due precedenti puntate di questa rubrica: One Step Beyond #15 e #33) .

Ciò che mi ha sempre affascinato del tifo per i galletti è il fatto che, nonostante sia un club che a ben vedere non ha mai regalato grandissime soddisfazioni (il massimo è stata la partecipazione a campionati di Serie A), di contro i biancorossi pugliesi hanno sempre potuto contare su un pubblico numeroso e appassionato, in tutto simile a quello che segue i grossi club scudettati e stellati.

Tranne delle brevi parentesi in anni anche abbastanza recenti – quando l’intera Bari calcistica, con le frange più Ultras in testa, combatteva contro la presidenza Matarrese di cui era ormai stanca – in cui il San Nicola ha toccato il fondo in quanto a presenze, in tutte le altre circostanze il dato numerico dello stadio barese è sempre stato ottimo e oggi che il club veleggia in Serie B (da ormai troppe stagioni) l’afflusso nell’avveniristico impianto ideato da Renzo Piano non è mai venuto meno e dove 15-20.000 spettatori sono la normalità (e in cadetteria non è poco).

Numeri da capogiro che quando la squadra lotta per la promozione (come quest’anno) sono subito pronti a impennarsi, impiegando davvero poco a raddoppiarsi. Una piazza straordinaria, punto e basta, dove l’amore per le bianche casacche travalica categorie e contingenze e dove il Bari Calcio è un’istituzione che fa parte della città e della vita delle persone. Nel capoluogo pugliese chi segue e vive il Calcio considera il proprio club cittadino al pari del Real Madrid e del Barcellona. Un’istituzione, non saprei come altro definirla… una fede, la propria stessa vita.

Il disegno oggetto di queste righe è dedicato a quello ch’è stato il gruppo più importante nella storia del tifo biancorosso. Gli UCN (acronimo di Ultras Curva Nord), indifferentemente conosciuti con questo nome o più semplicemente come Ultras Bari, sono stati per 36 anni il cuore pulsante della Curva Nord (prima nel vecchio Stadio Della Vittoria e dal 1990 nel sopracitato San Nicola) e hanno regnato incontrastati dal 1976 al 2012, anno in cui decisero di farsi da parte non tollerando più una spietata repressione nei loro confronti, divenuta realmente asfissiante e anche perché incapaci di riconoscersi nell’attuale movimento Ultras italiano, orami pallido ricordo dei fasti che furono, con una società civile profondamente e radicalmente cambiata, dove i vecchi valori e princìpi che per oltre trent’anni avevano tenuto in piedi il più grande fenomeno aggregativo giovanile nella popolosa città meridionale, adesso latitavano e dove il cancro del cosiddetto Calcio Moderno – con tutte le sue nefaste ramificazioni e metastasi – aveva cominciato a intaccare persino la gloriosa Curva Nord barese e il gruppo stesso con suoi elementi coinvolti nell’ennesimo scandalo del Calcioscommesse.

Gli UCN sono stati l’esempio più fulgido e felice di quello che si può definire come “gruppo di massa” (nell’accezione migliore e più nobile di quest’espressione). Focosi, fieri, spavaldi, tumultuosi, leali, perfetti detentori di quegli antichi e sani princìpi che vanno a comporre quel cosiddetto “codice non scritto” che sta alla base dell’essere Ultras.

In oltre tre decenni, questo gruppo ha fatto da guida e leit motiv nella vita di decine di migliaia di giovani baresi e del suo hinterland come della popolosa provincia, contribuendo in maniera determinante a iscrivere il nome di Bari ai primissimi posti delle migliori tifoserie del nostro Paese. Quando gli UCN si muovevano in trasferta: era una festa… una colonna impressionante di automobili, furgoni e pullman che partivano alla “conquista” delle più disparate e lontane città della Penisola e dei relativi stadi, per un popolo intero che si muoveva dietro alle proprie maglie.

Per non parlare di quello che succedeva quando il Bari giocava in casa: un pubblico strabordante in tutto, una Curva tra le migliori in Italia e non solo. Gli UCN sono stati davvero la quintessenza del gruppo Ultras. Difficile descriverli a parole o esprimere ciò che hanno rappresentato e rappresentano ancora (in termini di “emulazione” ed eredità che hanno lasciato) all’interno d’una Curva, la Nord, che ha saputo comunque rialzarsi anche dopo il loro scioglimento, restando grande, con l’attuale gruppo dei Seguaci in piena sintonia coi valori d’un passato tanto glorioso e che – una volta tanto – personalmente non considero “irripetibile” in quanto il pubblico barese non conosce flessioni ed è capace di rinverdire i propri fasti.

Ringrazio l’amico e collega di testata, Gianluca De Cesare, per le informazioni su questa presentazione.

AS Roma Mob: Fatalmente e ciclicamente infatuato dallo stile casual e dalla british attitude, con l’AS Roma in mente, m’e venuto fuori questo disegno.

Centrale è il volto, anzi la maschera – resa famosa dal movimento nato in rete intorno agli inizi degli Anni 2000 – di Anonymous, i cui attivisti crearono a difesa della libertà di pensiero e d’espressione. Questa maschera, a sua volta ripresa dalla graphic novel “V per Vendetta” ideata negli Anni ’80 dagli inglesi Alan Moore e David Lloyd, è indossata dal protagonista del fumetto che vive in una società distopica in cui il potere è accentrato nelle mani d’un regime assolutista e totalitario e contro il quale il protagonista stesso, chiamato appunto “V”, combatte.

L’inconfondibile quanto originale maschera di “V” prima e di Anonymous poi, dal caratteristico colore bianco, dai baffi all’insù e dal sottile pizzetto che fanno da corollario a un beffardo e impenetrabile sorriso, sarebbe stata ideata dal disegnatore Lloyd sulle reali fattezze di Guy Fawkes (conosciuto anche come John Johnson), un cattolico britannico reazionario che nel 1605 – insieme ad altri congiurati – provò ad attentare alla vita del re Giacomo I d’Inghilterra e di tutti i membri del Parlamento inglese riuniti nella Camera dei Lord, a mezzo di 36 barili di polvere da sparo. Attentato – passato alla storia come “congiura delle polveri” – sventato e che costò allo stesso Fawkes dapprima la tortura e quindi la conseguente condanna a morte a mezzo d’impiccagione e successivo squartamento del corpo, affinché i resti fossero da “monito” a quanti avessero voluto emularne le gesta.

La figura di Guy Fawkes/John Johnson per secoli fu sinonimo di tradimento e sberleffo, ma nel corso del tempo è stata man mano rivalutata fino ad assurgere a icona di tutte quelle battaglie che vedono nella libertà di pensiero e d’espressione il massimo obiettivo da perseguire, anche a costo della propria stessa vita.

In ambito Ultras la maschera di Anonymous ha avuto poco successo. Non sono al corrente se la nota icona di “V per Vendetta” abbia avuto dei proseliti nei gruppi e nelle tifoserie di Provincia… a livello mainstream l’ho vista soltanto nella Curva Sud di Roma e più precisamente in un drappo riportante per metà la nota maschera e per l’altra l’acronimo ASR (Associazione Sportiva Roma).

Credo che quando si parli di libertà d’espressione negata, di diritti calpestati e di princìpi costituzionali puntualmente violati, nessuno più degli Ultras possa essere chiamato in causa, per le continue vessazioni e la spropositata e feroce repressione che il nostro movimento conosce da decenni. Dunque la maschera di Anonymous – seppur fin troppo inflazionata in rete e non so quanto consapevolmente – mi sembra perfetta per poter rappresentare un gruppo o comunque un’idea di libertà e giustizia inseguita a qualunque costo. Poi, se questo simbolo a livello Ultras doveva avere una primogenitura (almeno a livello di massa) non poteva che provenire dalla side giallorossa capitolina. Da decenni, infatti, la Sud di Roma è un vero e proprio laboratorio di idee e “ricerca” stilistica che ha dato luogo, nel corso degli anni, a interessanti esperimenti di tifo sia a livello comportamentale che puramente espressivo.

Inoltre, nella “mia” versione di Anonymous, il noto “volto” s’arricchisce di due elementi spiccatamente Ultras e immediatamente associabili al travisamento della propria identità: il cappuccio d’una felpa e gli occhiali da sole. Quindi, in sostanza, ci troviamo dinanzi a un’immagine direi quasi unica, che coniuga perfettamente sensazioni puramente concettuali ad altre prettamente stilistiche (e dal risvolto ironico).

Ascoli Piceno Ultras: Dell’Ascoli Calcio e della sua splendida tifoseria abbiamo già avuto modo di parlare in una precedente puntata di questa stessa rubrica (One Step Beyond #28).

In questo nuovo disegno dedicato agli Ultras piceni, ho voluto mescolare due elementi in parte antitetici che però, uniti insieme, a ben vedere, non stanno poi così male. Da una parte ho creato la grafica ponendo in posizione centrale un elemento satirico, il classico fante del fumetto Sturmtruppen; dall’altra parte – anche “giocando” coi colori bianconeri del club marchigiano che ben si prestano a una raffigurazione in tal senso – ho inserito elementi tipici da “tifoseria di destra” (com’è sempre stato per la Curva Sud Costantino Rozzi che non ha mai fatto mistero delle proprie inclinazioni politiche) come i colori della nostra bandiera nazionale che si stagliano nettamente, venendone esaltati, sul fondo nero sottostante.

Vorrei un attimo soffermarmi sul personaggio oggetto di questo disegno. Il fante di Sturmtruppen, in ambito Ultras, ha conosciuto una buona diffusione presso le più disparate tifoserie del nostro Paese (e non solo) facendo la sua comparsa sul materiale di tanti gruppi, soprattutto negli Anni ’90 e primi 2000; comunque ancora oggi alcuni gruppi scelgono il noto personaggio di Sturmtruppen a propria icona, per una rappresentazione del mondo del tifo giocata anche sull’ironia, per stemperare un’atmosfera da stadio che, nel corso degli anni, s’è fatta sempre più pesante e guerrafondaia.

Il geniale fumetto Sturmtruppen, apparso per la prima volta nel 1968, si deve all’estro e alla creatività del compianto Bonvi, al secolo Franco Bonvicini, artista modenese (fraterno amico di Guccini) ch’è considerato uno dei maestri del fumetto satirico italiano (che ha fatto proseliti anche oltre i nostri confini nazionali) e alle cui matite si deve la creazione d’un altro personaggio divenuto anch’esso icona utilizzata dagli Ultras, parliamo di Cattivik, il buffo e informe ladro pasticcione di nero guantato, parodia dell’epopea del cosiddetto fumetto nero italiano (di cui Diabolik ne è il più noto portabandiera).

Bonvi fu un artista eclettico dotato d’un’immensa creatività e lavorò tutta la vita per la divulgazione del fumetto; è inoltre stato uno dei primi – in Italia – a tentare di portare i personaggi dei fumetti in televisione e anche a lui si deve l’invenzione e il lancio della trasmissione per ragazzi “Supergulp!… fumetti in TV” che ebbe vasta risonanza tra i bambini e i ragazzi degli Anni ’70 e ’80 (tra cui, ovviamente, chi scrive). Il buon Bonvi dedicò il meglio della propria arte a Sturmtruppen che venne pubblicato ininterrottamente fino al 1995, anno fatale e tragico in cui il grande artista modenese – ancora giovane: aveva 54 anni – perse la vita in circostanze drammatiche mentre si recava in qualità di ospite presso la trasmissione televisiva Roxy Bar (ideata e condotta da Red Ronny, che andava molto forte in quegli anni); il cartoonist emiliano fu infatti investito da un’automobile all’uscita di un bar, nell’hinterland bolognese, in cui era entrato per chiedere informazioni utili per raggiungere gli studi televisivi in cui si registrava il noto programma.

Il fumetto Sturmtruppen ha rapidamente travalicato i confini nazionali, conoscendo larga diffusione in tutto il mondo, tradotto in decine di lingue. Il fumetto in questione, intrinsecamente pacifista e antimilitarista, non è altro che una rappresentazione, in chiave satirica e allegorica, della Seconda Guerra Mondiale vissuta al fronte, più precisamente in trincea, attraverso gli occhi di un gruppo di soldati tedeschi sottoposti alle più assurde restrizioni e che rischiano costantemente la vita, passando le proprie giornate a evitare le pallottole e le cannonate del nemico e vivendo in continuazione situazioni al limite del grottesco e del demenziale. Oltre alla profonda e caricaturale bellezza dei disegni, ciò che ha fatto le fortune di Sturmtruppen è anche il linguaggio che Bonvi s’inventò per queste strisce a fumetti: un tedesco parlato che potremmo definire “maccheronico”, dove alle parole italiane è stato aggiunto un suffisso che facesse pensare alla Germania e alla lingua tedesca: sergenten, capitanen, ufizialen, cuoken… sono solo alcuni dei geniali e ridanciani neologismi messi in campo da Bonvi.

Per concludere: un disegno che ha una chiave di lettura concettuale e non priva di nostalgia: la grande epopea del fumetto satirico italiano (ricco di rimandi e citazioni) che incontra la cultura da stadio, il movimento Ultras e in particolare una tifoseria sempre in prima linea e sopra le barricate.

Reggina 1914 Fans: Una piazza Ultras, Reggio Calabria, che avevo in mente da tanto e che finalmente e giustamente trova spazio in questa rubrica. Una squadra, la Reggina, che negli ultimi anni ha conosciuto il periodo più brutto e travagliato della propria storia, finendo a giocare tra la polvere di campi e campetti inadeguati al blasone delle gloriose casacche amaranto che hanno fatto la storia del Calcio calabrese e per decenni portato in giro per l’Italia la passione irrefrenabile d’un intero popolo sportivo davvero eccezionale.

Ricordo con nostalgia gli Anni 2000 in cui la Reggina disputò nove campionati nella massima serie, di cui sette consecutivi, portando alla ribalta un pubblico e una Curva, la Sud (una delle side del Belpaese con più radicata e antica tradizione Ultras) dai numeri straordinari, che resero realmente la piazza reggina una delle migliori del nostro Calcio: strabordanti in casa, quando il Granillo si riempiva come un uovo e fantastici in trasferta, con vere e proprie invasioni nei templi sacri dell’italico Pallone (Stadio Olimpico e San Siro) in cui gli amaranto si presentarono in 10.000. Numeri che parlano da soli.

In quegli anni – per molti versi irripetibili – la Curva amaranto si reggeva sulla coabitazione di quattro gruppi principali che si muovevano in piena sintonia: i Boys, il CUCN, gli Irriducibili e gli Ultras Gebbione. La riprova dell’assoluto e indiscutibile valore di questi ragazzi calabresi era data anche dalle importanti amicizie che instaurarono in quel periodo (oltre ai solidi e decennali gemellaggi con Bari e Salerno): Roma (sponda giallorossa), Milano (sponda rossonera) e Torino (granata).

Irascibili Trani e Trani 1929: Al pari del discorso fatto per Monopoli nella puntata precedente (One Step Beyond #42) e al netto delle “eterne” Bari, Taranto, Lecce e Foggia, considero la piazza calcistica di Trani come una delle “grandi” di Puglia.

Una tradizione che viene da lontano e affonda le proprie radici nei primi decenni del Novecento, per un club (che nel corso degli anni ha più volte variato la propria ragione scoiale: AS, Polisportiva, Vigor e Fortis) capace di annoverare nel proprio palmarès 22 campionati di Terza Serie nazionale (tra vecchia Serie C unica e vecchia C2) nonché due campionati di Serie B negli Anni ’60, con un primo torneo (stagione ’64-65) che vide il Trani salvarsi e mettersi alle spalle club del calibro di Livorno, Monza, Bari, Triestina e Parma e con un secondo campionato cadetto in cui i biancazzurri non riuscirono a ripetersi, perdendo la categoria. Anni comunque rimasti nella memoria collettiva tranese e che videro l’undici pugliese togliersi anche la soddisfazione di piegare sul campo amico il Napoli e di battere il Bari, sempre in casa, per il derby regionale della supremazia cadetta.

Oggi quegli anni sono lontani e dopo aver pagato lo scotto di due fallimenti (1997 e 2013) il sodalizio tranese sopravvive nei tornei regionali (quest’anno in Eccellenza) insieme ad altre “nobili decadute” che, al pari dei biancazzurri in oggetto, calcano campi indegni del proprio illustre passato che le ha viste talvolta primeggiare anche a livello nazionale: Barletta, Casarano, Fasano, Gallipoli, Bisceglie… nomi che – nel loro piccolo – hanno scritto pagine importanti del Calcio italiano provinciale.

Il pubblico tranese è sempre stato molto partecipe e caloroso; una piazza competente e abituata a masticare Calcio e, come visto, con un’ottima tradizione. Nei momenti topici e quando il gioco è valso la candela, l’enorme gradinata (dal forte sapore vintage e old football) del vecchio stadio Comunale s’è spesso riempita e colorata alla grande.

Anche dal punto di vista che più ci interessa, quello Ultras, la piazza biancazzurra ha sempre detto la sua, non sfigurando mai tra le mura amiche e in trasferta, fedele a una tradizione consolidata e dall’ottima mentalità.

In questo senso vanno a inserirsi i due disegni in questione dedicati rispettivamente all’anima, per così dire, più storica del tifo per il Trani (gli Irascibili, nati nel 1988) e all’attitudine più casual e moderna del tifo biancazzurro, rappresentata dai gruppi più “nuovi” che affollano oggi la Gradinata (Trani 1929 e GBA Ultras); per quanto resti da dire che anche i gruppi più storici e tradizionali del tifo tranese abbiano sempre saputo rimanere al passo coi tempi, senza arroccarsi su posizioni inconcludenti e stilemi anacronistici.

Luca “Baffo” Gigli.

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LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;