Il nuovo format dei play off di Lega Pro, fa giungere ad una delle due semifinali Parma e Pordenone. Partita che si gioca in gara secca all’Artemio Franchi di Firenze. Si gioca di martedì sera, non proprio giorno ideale per chi vuol seguire la propria squadra lontano dalle mura amiche. Fortunatamente è stata scelta una sede praticamente al centro dell’Italia, ma se per i parmigiani il viaggio dura solo un paio di ore, chi parte da Pordenone si regala una trasferta non certo agevole.

Viste le forze in campo, c’è da attendersi una schiacciante predominanza di parmigiani: Boys e company sono ormai una tifoseria navigata che, almeno vedendoli da spettatore esterno, risultano sempre molto organizzati, capillari in alcune iniziative legate allo stadio ma pure in materia extra stadio. Conosco sinceramente poco la tifoseria del Pordenone ed in questa serata avrò l’opportunità di vederli all’opera per la prima volta, per di più in un’occasione non certo usuale: una semifinale play off è una di quelle partite che “segnano” la storia, nel bene o nel male, inoltre la cornice dell’Artemio Franchi è sicuramente suggestiva.

Nonostante l’incontro sia dal punto di vista delle tifoserie estremamente tranquillo, nelle zone limitrofe lo stadio l’attenzione è ai massimi livelli: strade chiuse, disagi vari, cancellate, divieti di parcheggio e divieti di sosta. Sinceramente non si capisce la differenza che corre tra una Parma – Pordenone ed un Fiorentina – Juventus, la soglia di attenzione mi pare eccessivamente elevata così come lo sforzo umano e organizzativo per l’evento in corso.

Parmigiani che dovevano occupare la Curva Ferrovia ma invece vengono dirottati nei due spicchi destinati agli ospiti, mentre i neroverdi vanno ad occupare uno spicchio di tribuna adiacente la Curva Fiesole. Distribuzione dei settori che se non altro compatta molto le due tifoserie: i gialloblù alla fine occupano completamente uno spicchio mentre nel secondo si notano ampi spazi vuoti ed anche i neroverdi hanno uno spazio più che ampio per poter seguire le gesta dei propri undici.

Boys con lo striscione in prima fila, diverse pezze appese alla vetrata tra le quali spiccano quelle del Settore Crociato, mentre i club del Coordinamento si sistemano nello spicchio adiacente. I tifosi del Pordenone attaccano qualche striscione e diverse pezze per marcare il territorio: lo striscione dei Supporters rimane un po’ in disparte nonostante sia appeso comunque nella balaustra centrale.

Ad inizio partita i Boys presentano una coreografia d’impatto, con tantissime bandiere gialloblu e qualche fumogeno che va a fare da contorno. Ottimo il colpo d’occhio dato dalle numerosissime bandiere che vengono sventolate pure da quelle persone sistemate nella parte alta del settore.

Nello spicchio di tribuna a loro destinato, i neroverdi non stanno a guardare e salutano l’ingresso in campo delle squadre con parecchie bandiere sventolate, sia nella parte bassa sia in quella alta, a ciò vengono aggiunte diverse sciarpe mostrate per l’occasione.

Ovviamente il tifo pende da una parte, i numeri in campo sono diversi, la storia e l’attitudine nonché l’organizzazione sono tutti fattori che fanno sì che i parmigiani possano fare la voce grossa. Numericamente da Parma non sono giunti tantissimi tifosi, ovviamente non è una presenza da sminuire ma sicuramente non si può parlare di invasione: considerando lo spessore della tifoseria, è giusto aspettarsi altri numeri nella finalissima.

Dopo una coreografia riuscitissima, i Boys lanciano un paio di cori che confermano i livelli raggiunti dai gialloblu, poi, come spesso succede in caso di partita importante o decisiva, c’è un certo rilassamento del tifo: molti dei presenti si concentrano più sulla partita trascurando di tanto in tanto il sostegno alla squadra. Nella parte bassa c’è sempre un certo movimento ed i cori che vanno per la maggiore, oltre quelli per la squadra, sono sicuramente quelli contro i “cugini” reggiani. Cambiano marcia nella seconda frazione di gioco: il tifo risulta più corale, più incisivo, in un certo senso più “cattivo”, ma soprattutto viene coinvolta una fetta di pubblico più estesa.

La squadra sul terreno di gioco soffre un Pordenone arrembante ed i Boys ci mettono l’anima per sostenere i propri undici: tanti battimani, cori per i ragazzi in campo che si susseguono ininterrottamente e di tanto in tanto, proprio per non farsi mancare niente, si nominano i reggiani. In materia di cori offensivi, un paio di nomination li prendono anche gli ultras viola, inevitabile vista la presenza tra i gialloblu dei gemellati empolesi, presenti con tre pezze ed una bandierina.

Boys che ripropongono nella seconda frazione la coreografia iniziale, offrono una sciarpata e tengono il tifo alto ben dopo il novantesimo minuto visto che la partita si decide ai calci di rigore.

Capitolo Pordenone: mi aspettavo poco e sono andati al di là delle mie previsioni. Anche numericamente c’è poco da obiettare vista la distanza e a livello di tifo hanno saputo offrire un buon mix tra ultras e tifosi. Tifo che non poteva e non è stato un rullo compressore ma hanno dimostrato sicuramente una bella dose di passione, cantando anche nei tempi supplementari. Ad inizio gara hanno saputo coinvolgere tutto il settore, man mano che son passati i minuti è venuta meno la compattezza ma il tifo non è scemato mai completamente. Parecchie bandiere ed una sciarpata hanno colorato il loro spicchio ed a partita conclusa hanno salutato calorosamente la squadra che è uscita sconfitta solamente ai calci di rigore.

A proseguire il cammino è il Parma, in finale penso proprio che i due settori ospiti dell’Artemio Franchi non basteranno ad accogliere i gialloblu: l’opportunità di tornare in serie B è un’occasione troppo ghiotta per seguire la squadra da uno schermo Lcd.

Testo di Valerio Poli.
Foto di Valerio Poli e Marco Florenzi.

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