e7b279be6a862d254f0e7cc4dde2874e_XLEro a Dublino da qualche mese quando ormai mi ero rassegnata a parlare della mia amata Samb solo su Facebook con gli amici. Un giorno però, tra i tanti italiani, conosco Generoso, Ultras dell’Avellino che al sentire “San Benedetto del Tronto” salta in aria emozionato e mi stringe la mano dicendomi: “Rispetto!”.

Dopo aver verificato le relative “credibilità Ultras” ci catapultiamo in quel mondo delle Curve che ci mancava visibilmente:

“La mia prima trasferta fu proprio a S. Benedetto nel 2002 e se non ricordo male pareggiammo 1 a 1.

Avevo 15 anni e prima di quel campionato non avevo mai sentito parlare della Samb. Quando arrivammo però ci trovammo davanti migliaia di tifosi, non me l’aspettavo. Noi riempivamo tutta la Curva ospiti e ricordo bene che quando cantavate quel coro “Samba Samba” tremava tutto lo stadio..bellissimo”

I miei occhi si riempiono d’orgoglio, mi viene da abbracciarlo perché so che in quel coro c’era anche la mia voce.

“Già da lì era nato il mio rispetto per la città. Ma quello tra le tifoserie è nato quando alcuni dei nostri Ultras andarono al funerale del vostro caro Massimo Cioffi e come ringraziamento trovammo lo striscione: <<Rispetto e lealtà abbiamo riconosciuto. Agli Ultras d’Avellino il nostro saluto!>>”.

Dopo averlo aggiornato sulle ultime vicende che avevano colpito la Samb lo invito calorosamente a venirmi a trovare nella mia città una volta tornati in Italia e lui conclude:

“Spero con tutto il cuore di rivedervi presto nel calcio che conta e tornare a trovarvi: bel campo e grande tifoseria. Dopo la partita mi so fatto na magnata di pesce come Cristo comanda, nun m’ ‘a pozzo scurdà!”

Grazie a Generoso ho rivissuto il brivido che mi attraversa la schiena quando sono su quei gradoni e per almeno un pomeriggio, condividendo la stessa passione fatta di colori diversi, mi sono sentita a casa.

[Fonte Noi Samb]