Incontro sentito da entrambe le tifoserie, partita che in origine era in programma a Frosinone, ma giocata a Pisa per la richiesta dei laziali di invertire i campi, visti anche i lavori non ancora ultimati del loro nuovo stadio, il Benito Stirpe.

Cornice di pubblico non certo disprezzabile. Circa seimila spettatori affollano l’Arena Garibaldi, numeri di tutto rispetto vista la posta in palio e il periodo dell’anno notoriamente vacanziero. Del resto la Coppa Italia, specialmente nei primi turni, viene snobbata e quasi ridotta al rango di amichevoli precampionato. Le grandi squadre entrano in gioco nei turni successivi, perciò i primi accoppiamenti vedono spesso squadre di categorie diverse ma nonostante questo, qualche risultato a sorpresa è sempre dietro l’angolo. Ciclicamente viene proposto di modificare il regolamento di questa Coppa Italia ma evidentemente il potere delle grandi squadre di serie A non favorisce l’idea di un sorteggio totale come in tanti altri paesi d’Europa, che porterebbe sfide inedite, in casa delle più deboli, perciò con stadi sempre pieni (vista la minor capienza dei loro impianti e il maggior interesse delle piccole compagini a certe sfide), mutualità vera con qualche bell’incasso per loro e magari qualche “sorpresona” in campo, che sarebbe un bello sponsor per lo sport, dove non dovrebbero vincere sempre le più potenti con le loro strategie a tavolino o entrando in gioco ormai a ridosso della finale. Per dirne una sulla discutibilità di questa manifestazione, nella scorsa Coppa Italia il Cesena ha vinto più partite della Juve che poi s’è aggiudicata il trofeo: un paradosso grottesco.

Quest’oggi la curva di casa si presenta in grande spolvero, con pochissimi posti vuoti. Anche la gradinata offre un buon colpo d’occhio, mentre nel settore ospite si contano una cinquantina di unità: numero tutto sommato accettabile, considerata la posta in palio. Frusinati che marcano il proprio territorio con uno striscione appeso alla vetrata e contornato da qualche pezza, mentre all’interno del settore si notano le insegne di un club e dei residenti al nord Italia.

Buono il colpo d’occhio offerto dagli ospiti. Il gruppo ultras si compatta a centro settore, quasi tutti a torso nudo, ed offre una serie di battimani e cori a ripetere che non passano inosservati, soprattutto agli spettatori di gradinata che non mancano di rispondere per le rime. Tifo che si concede qualche pausa, alcune anche piuttosto prolungate, ma del resto il numero fa la differenza ed è quasi impossibile chiedere un sostegno incessante.

Curva Nord che si fa forte dei numeri a propria disposizione, i presenti sembrano proprio ben disposti a sostenere la squadra così ne vien fuori un tifo continuo ed incisivo, con i cori che spesso e volentieri echeggiano nello stadio. Anche la gradinata non resta con le mani in mano, qualche bandiera fa spesso e volentieri capolino, poi in diverse situazioni viene pure spalleggiata con la voce la curva. Ambiente niente male, a livello di colore la curva non manca di sventolare diverse bandiere mentre alcune torce danno quel tocco di colore in più, che specialmente nelle partite giocate alla sera è sempre suggestivo e ben accetto.

Tra le due tifoserie vola qualche offesa come in passato, ma il botta e risposta non è stucchevole e reiterato. Entrambe le tifoserie intonano invece cori contro la repressione ed a favore dei diffidati, piaga che ormai colpisce indiscriminatamente da nord a sud ed in qualsiasi categoria. Spesso anche male ed a casaccio, ma del resto la legislatura in materia stadio fa acqua da tutte le parti. Con buona pace di chi è convinto del contrario.

Valerio Poli.