Piccolo aspetto da non sottovalutare: dagli aretini mi aspetto sempre uno spunto d’interesse, uno striscione, un coro, una bandiera che vada al di là del semplice colore o del semplice messaggio. Questo perché, in questa stagione e non solo, la Curva Sud ha dimostrato di avere i titoli per poter competere con realtà di maggior peso, di maggior numero e con un curriculum di tutto rispetto.

La situazione calcistica ad Arezzo è a dir poco caotica, la settimana è trascorsa tra il serio incubo di sparire dal calcio che conta e la speranza di veder finalmente arrivare in società un presidente che possa prendere in mano la baracca e condurla almeno ad un finale di campionato tranquillo. La squadra con il mister in testa, ha assicurato la piena disponibilità ed il pieno impegno nella trasferta di questo pomeriggio a Pontedera, ma il futuro non è assolutamente roseo e gli ultras amaranto ne sono ben consci, ma sono altresì consci del ruolo che svolgono perciò hanno garantito il pieno apporto alla squadra, tappezzando la città di striscioni per invitare il maggior numero di persone in questa delicata trasferta.

A veder dai numeri, considerando il momento della squadra, si può ben dire che gli ultras abbiano centrato in pieno il primo obiettivo considerato che la trasferta viene effettuata se non proprio in massa, almeno in ottimo numero, con parecchie persone che all’ultimo momento si son decise ad acquistare il fatidico tagliando.

Gli ultras arrivano a bordo di mezzi propri, auto e pullmini ed entrano compatti nel settore destinato agli ospiti: l’idea originaria era di sistemare gli aretini nei due spicchi più piccoli del settore, presto naufragata visto che gli ultras amaranto hanno spostato transenne e steward e si sono impossessati della zona centrale. Scelta sensata ed equilibrata visti i numeri in gioco!

Gli amaranto si presentano con un lungo striscione “Curva Sud Lauro Minghelli” visto che il 15 febbraio cadeva l’anniversario della morte del centrocampista che contribuì, insieme a mister Serse Cosmi, alla promozione della squadra dai dilettanti alla serie C2 nella stagione 1995-96. Minghelli morì alla soglia dei 26 anni per una malattia rara, il “morbo di Gehrig”, nonostante le numerose cure provate anche negli Stati Uniti.

Subito in forma gli ospiti, che una volta compattatisi nel settore, cominciano a caricare la squadra che svolge i classici esercizi di riscaldamento: un paio di cori sono autentici boati e nonostante tutte le problematiche, ultras e squadra provano a formare un corpo unico, tanto che qualche giocatore sembra particolarmente apprezzare il sostegno ricambiandolo con i classici applausi.

Entrano le squadre in campo e Curva Sud che non smentisce la propria vena artistica, organizzando una coreografia che oltre ad offrire certamente colore, si fa apprezzare perché va a ricordare l’immagine della Madonna del Conforto, oggetto di culto degli aretini che ogni 15 febbraio la festeggiano commemorando il miracolo avvenuto nell’anno 1796, quando violente scosse di terremoto misero alle corde la città. Tra le altre cose, alla Madonna del Conforto è dedicata l’edizione di settembre della Giostra del Saracino, ma nel caso di questa sera è ovvio il collegamento alle vicende societarie della squadra. Ancora una volta la Curva Sud fa centro!

Poi ha inizio il tifo vocale ed anche su questo piano poco da dire: i presenti fanno un ottimo quadrato, restano assolutamente compatti e non smettono un secondo di incitare la squadra. Battimani, cori a ripetere, testi più elaborati, cori secchi, gli aretini sono autori di una prova con i fiocchi. E se la squadra non viene assolutamente tralasciata, anche i personaggi politici, sindaco in testa, e i dirigenti autori di tale scempio, vengono presi di mira con alcuni personalissimi striscioni dove il cognome viene associato all’immagine di un pagliaccio e ai quali seguono cori altrettanto personalizzati. In questo caso si va ben al di là della semplice contestazione, ma vengono presi in considerazione uno ad uno tutti i personaggi che, secondo gli ultras, sono autori o comunque protagonisti, della deriva della squadra.

La Fossa rimarca il pensiero comune con un suo personale striscione: “Con orgoglio e cuore… difenderemo la nostra passione”. Sempre in zona Fossa vengono accese delle torce, opportunamente nascoste dalle bandiere a due aste, colore e calore non mancano, così come gli striscioni di carta che vengono alzati praticamente ogni dieci minuti. È sempre la Fossa che ricorda Lauro Minghelli: “Ci hai insegnato a non mollare… Lauro Minghelli”; in questo caso, accanto allo striscione, viene sventolato il bandierone con l’immagine dell’ex giocatore e capitano amaranto.

Sul terreno di gioco intanto, la squadra cerca la vittoria con ogni mezzo. Un palo ed una traversa negano la gioia del gol al bomber Moscardelli, la Curva Sud apprezza e mette in campo tutto il proprio repertorio per trascinare i propri undici ad una vittoria che darebbe lustro a tutto l’ambiente. Se i cori si susseguono senza sosta, anche gli striscioni ed il pensiero degli ultras si susseguono con buona lena: simpatico ed irriverente “Senza il click… s’è fatto crack!” a ricordare certe affermazioni del presidente al quale – sosteneva egli stesso – sarebbe bastato un click sul mouse del proprio computer per poter eseguire i bonifici necessari a pagare i giocatori e mettere in regola la squadra. Al momento posso supporre che il click giusto non sia ancora stato fatto.

Quasi al termine della gara, altro striscione firmato Curva Sud: “Mister e squadra: se la città avesse la vostra dignità oggi saremmo in serie A”, a rimarcare quel feeling squadra-tifosi che ha permesso di onorare ogni impegno con la massima serietà da parte di tutti, desiderosi fino all’ultimo di fare il proprio dovere.

L’incontro termina con un nulla di fatto e mentre la squadra amaranto si porta sotto il settore per i tradizionali saluti del caso, gli ultras espongono sciarpe e bandiere con l’ennesimo ed ultimo striscione della serata: “Contate su di noi… non vi lasceremo mai!”. Vola qualche maglietta verso il settore e di rimando qualche sciarpa giunge ai giocatori che se la portano negli spogliatoi, con la speranza che non sia l’ultima gara giocata in campionato: il dubbio è più che legittimo.

Capitolo padroni di casa: ho sempre pensato che quantità non necessariamente faccia rima con qualità e che l’ultras, quello con la U maiuscola, lo trovi sia nei grandi centri, sia nelle periferie, in quelle tifoserie magari dai numeri ridotti, ma che proprio per questo sono lontane da quei canali economici e di visibilità che inducono più a pensare al tornaconto personale che non al bene della comunità.

Detto questo, gli ultras granata si danno da fare per quanto possono: in questo incontro i numeri sono a favore degli ospiti e farsi sentire non è assolutamente facile, però il loro dovere lo fanno fino in fondo, sostenendo la squadra ed intonando qualche coro offensivo verso i rivali storici di Ponsacco. Nonostante tra le due tifoserie non ci sia mai stato né astio né particolare stima, i granata confezionano uno striscione in ricordo di Lauro Minghelli, ricevendo gli applausi della tifoseria aretina alla quale, infine, lo passano e la stessa lo esporrà alla recinzione. Un bel gesto quello dei padroni di casa, che rimarca come al di là delle rivalità o della posta in palio, ci sia una generale maturità ed un rispetto per quelle tifoserie che vengono colpite da eventi drammatici o da situazioni negative.

Non so come andrà a finire la situazione ad Arezzo, ripartire dall’Eccellenza o dalla serie D a questo punto sarebbe il male minore. Disperdere un simile potenziale come quello della Curva Sud sarebbe invece un peccato non da poco. Resta la rabbia verso quei personaggi che ancora una volta, come successo in passato in altre realtà, continuano a fare del calcio il proprio divertimento, dimenticandosi che la squadra rappresenta una comunità ed una città intera. Attendiamo sviluppi, sperando siano positivi.

Valerio Poli