Vent’anni fa, quando qualcuno andava in Austria ad assistere ad una partita di calcio, le reazioni erano sempre un misto fra la sorpresa e l’incredulità per quel che si poteva apprezzare sugli spalti. Oggi proprio quei piccoli paesi dove il calcio non è solo caratterizzato dall’interesse di prendere quanti più soldi possibili, costituiscono una sacca di resistenza per salvare quanto di meglio resta della cultura del tifo dei bei tempi andati.

In virtù di ciò, non desisto nemmeno davanti alle difficoltà del viaggio e al giorno feriale per presenziare alla finale della Coppa Austriaca, giocata a Klagenfurt. Disgraziatamente l’avversario del famoso Rapid Wien si chiama Red Bull Salzburg, per certi versi uno dei fari dell’odiato “calcio moderno”.

Quando sono in viaggio per andare a vedere una partita di calcio (che non veda la partecipazione della mia squadra), vorrei sempre giudicare le cose in maniera oggettiva, riuscire a riportare con neutralità tutti gli avvenimenti dentro e fuori dallo stadio, oltre ogni rivalità o simpatia, ma quando mi ritrovo davanti a questa RB, davvero non riesco a trovare un singolo aspetto positivo…

Sfortunatamente il viaggio con la macchina, stimato in quasi 4 ore, a causa di parecchi incidenti stradali, code e una forte pioggia, mi costa quasi 6 ore, per cui non mi riesce d’arrivare in tempo per il corteo della tifoseria Viennese (tornato a casa ho poi apprezzato splendide immagini di questo corteo con tante torce e fumogeni…). Per lo meno riesco ad entrare allo stadio con un quarto d’ora d’anticipo sul fischio d’inizio.

La curva del Rapid fa subito una grande impressione con una coreografia semplice ma di notevole impatto. Per commemorare l’ultima vittoria della Coppa risalente a 22 anni fa, sventolano tante piccole bandierine che ricordano la maglia di quei tempi, accompagnate da un grande striscione con su scritto: “Vinceremo la coppa con lo spirito del 1995”.

Il tifo durante tutto il primo tempo è di altissima qualità, con cori fortissimi, sempre tutti eseguiti con le mani in alto, le bandiere sventolate senza un minuto di pausa e con tanti torce e fumogeni durante la partita.

Dopo l’intervallo, se possibile, il tifo sarà ancora più impressionante. Al rientro delle squadre per il secondo tempo, nel secondo anello, dov’è sistemato il nucleo più caldo della tifoseria Viennese (rappresentato dai gruppi principali degli Ultras Rapid, Lords, Tornados, Spirits, ecc.) viene accesa una lunga fila composta da tantissime torce di colore verde. I cori sono sempre di massima intensità, le bandiere sempre in alto, con un clima emotivo altissimo allorquando la squadra in campo sigla il pareggio e la Curva accende di nuovo tante torce.

Un altro picco sugli spalti si registra intorno al 75esimo minuto: l’inizio del famoso “Quarto d’ora Rapid” è annunciato da un battimano intenso in quasi tutto lo stadio (sono 17.000 i tifosi del Rapid presenti e quasi 2.000 quelli dell’RBS) e ancora una volta si vedono tante torce, questa volta sia verdi che rosse.

Ottima davvero la prestazione della tifoseria del Rapid, per me una delle più belle realtà del panorama ultras germanofono. Sfortunatamente il grande favorito RBS segna il gol decisivo a 5 minuti dalla fine della partita.

Giusto per la cronaca, la “tifoseria organizzata” nel settore ospiti, quasi un migliaio di gente senza il minimo piglio ultras, raccolta dietro qualche striscione in stile americano e con due bandiere, non si faranno mai sentire. Esulteranno, quello sì, se esultanza si può chiamarla, perché la loro squadra artificiale (per me non si tratta nemmeno di una società sportiva, ma di un’impresa commerciale) ha infilato la doppietta campionato-coppa per la quarta volta di fila. Un record storico per il calcio in Austria, ma un disastro per ognuno che ama il vero calcio in cui i valori agonistici sono anteposti a quelli economici.

Dopo la partita gli Ultras della squadra Viennese lanciano fumogeni e torce sul terreno di gioco per tutta la durata della cerimonia della consegna della coppa. È in questo momento che lo speaker dello stadio paradossalmente ringrazia le tifoserie per “l’atmosfera meravigliosa”. Un momento bellissimo se penso alla Germania, dove una singola torcia può già provocare la sospensione della gara: apprezzo che la partita di stasera non sia mai stata sospesa per un secondo nonostante per quasi tutti i 90 minuti abbia visto torce, fumogeni forse perché, questo va detto, solo una parte marginale è stata lanciata verso il terreno di gioco.

Dopo la partita, fuori dello stadio, niente da segnalare per quanto concerne l’ordine pubblico: la “tifoseria” dell’RBS non rappresenta un vero e proprio avversario.

Di nuovo la pioggia riprende a cadere quando lascio la città di Klagenfurt. Alle 4 di notte arrivo finalmente a casa mia. Avrò solo 2 ore per dormire prima di tornare al lavoro, ma ne è valsa sicuramente la pena.

Jürgen De Meester.