Tra qualche campione che ha lasciato il nostro campionato e parecchi stranieri dai nomi e dal curriculum incerti che si sono presentati con le solite frasi di circostanza, riparte la serie A senza apparenti modifiche rispetto al recente passato in tema di sicurezza e stadio. Anzi, in nome del terrorismo che va combattuto e possibilmente eliminato, l’Olimpico di Roma vede nuove misure restrittive per quelle persone che proprio non sanno stare senza la loro squadra. Il bello è che in questi giorni tocca pure sentire opinionisti ed “esperti” in materia cianciare della passione e della paura che incute entrare allo stadio Dragao del Porto, avversario della banda Spalletti per il preliminare di Champions. Forse mi son perso qualcosa: avete voluto la desertificazione dei nostri impianti, avete imposto il divieto per striscioni, bandiere, torce e quant’altro di coreografico, avete introdotto biglietti nominativi, tessere del tifoso, prefiltraggi ed ora volete anche il calore dei tifosi??? Dieci anni fa il problema ambientale l’avrebbero avuto i portoghesi all’Olimpico che, volenti o non volenti, ha saputo esprimere, anche nel recente passato, prestazioni da togliersi il cappello.

Ad Empoli, tornando in loco e all’attualità, arriva la Sampdoria targata Giampaolo. Ma proprio perché quasi nulla è cambiato in certe tifoserie, mi aspetto poco o comunque non il tifo targato Doria a cui eravamo abituati nel recente passato: Fedelissimi e UTC non sono tesserati e non si presentano in Toscana, i presenti ce la mettono tutta ma è visibile e tangibile l’assenza dell’asse portante del tifo blucerchiato.

Buon pubblico al Castellani di Empoli, tifoseria di casa che affolla la Maratona mentre gli ospiti si sistemano nei due spicchi del settore ospite. Da segnalare qualche decina di doriani che prende posto nel rettilineo scoperto di tribuna, tra questi vanno menzionati alcuni ragazzi del gruppo “Struppa” che appendono la pezza e seguono la partita in disparte.

I doriani arrivano alla spicciolata ma come da tradizione risultano essere molto colorati. Poco da segnalare nel prepartita mentre, nel momento dell’ingresso in campo delle squadre, in uno spicchio del settore ospite fa bella mostra un bandierone copri-settore che offre un bel colpo d’occhio. Doriani che impiegano qualche minuto a coordinarsi, i “Cattivi Maestri” fungono da direttori d’orchestra e preferiscono tenere in mano il proprio striscione invece che appenderlo alla ringhiera, mossa che esteticamente appare parecchio indovinata. I blucerchiati partono bene e riescono a tenere alto il tifo per tutti i novanta minuti, le pause sono ridotte al lumicino anche se in alcune fasi dell’incontro, il sostegno vocale è sulle spalle di una esigua minoranza. Ma del resto è pur quello che mi aspettavo: difficile se non impossibile poter coinvolgere tutti i presenti senza una guida riconosciuta e senza una organizzazione capillare. A livello di colore i doriani si fanno vedere con diverse bandierine e con un bel bandierone, in fondo le bandiere sono il cavallo di battaglia della Gradinata Sud ed anche in questa serata i colori blucerchiati raramente vengono ammainati.

I padroni di casa vedono la regia anche per questa stagione dei Desperados, che colorano il proprio settore con qualche bandiera e con alcuni due aste, ma per quanto riguarda il tifo vanno un po’ a corrente alternata, con qualche bel coro ma anche con diverse pause. Non certo la loro miglior prestazione, probabilmente pagano lo scotto della prima giornata, offrendo il loro meglio sul finire della partita quando provano a trascinare la squadra ad un difficile pareggio.

A vincere l’incontro è la Sampdoria che esce tra gli applausi dei propri tifosi, ma anche gli ultras azzurri non fanno mancare cori ed applausi ad una squadra parecchio rinnovata nell’organico, che ha bisogno di tempo per carburare alla perfezione. Tra le due tifoserie reciproca indifferenza.

Valerio Poli.