Salernitana-Ascoli 2-1, Lega Pro 1/B 2013/14

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Pensandoci bene, erano anni che non vedevo i Salernitani in casa e gli Ascolani all’opera. L’incontro è di quelli altisonanti, quanto meno per la storia del nostro calcio. Due compagini che hanno scritto pagine importati nello sport più seguito d’Italia e che si ritrovano a fronteggiarsi in Serie C, ognuna con i rispettivi problemi da affrontare.

L’Ascoli, da poco fallito e rilevato dalla nuova cordata capeggiata da Bellini, sta vivendo una seconda giovinezza, con la Curva Sud che sembra esser tornata su ottimi livelli ed è speranzosa per un futuro che riporti il Picchio nel grande calcio.

Salernitana-Ascoli 2-1, Lega Pro 1/B 2013/14

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La Salernitana, di contro, sta disputando un campionato finora al di sotto delle aspettative ma, a far infuriare gli ultras granata, non sono tanto i risultati sportivi quanto la gestione fantozziana di Lotito ed i numerosi Daspo piovuti in seguito ad alcune trasferte effettuate senza tessera del tifoso. Su tutte, quella di Frosinone in Coppa Italia, con oltre 50 diffide notificate ad altrettanti esponenti della Sud. Una vera e propria mannaia che non poteva lasciare indifferente il movimento ultras salernitano, il quale, per alcune domeniche, ha deciso di disertare l’Arechi, presenziando all’esterno della curva con striscioni e cori di protesta. La sfida contro i Marchigiani vedeva quindi il ritorno degli ultras granata che, sin dalla vigilia, avevano però annunciato 30’ di silenzio per rispetto dei diffidati.

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Gli ingredienti per una gara interessante ci sono tutti, allora si parte. In settimana mi sento con Emilio, anche lui sarà all’Arechi. Ci mettiamo d’accordo dandoci appuntamento alla stazione di Pompei. La scarsezza dei collegamenti tra Roma e Napoli, tipica dei giorni festivi, mi costringe a dover prendere prima un Regionale fino a Formia, e poi da là l’Intercity per Napoli. Ma non filerà proprio tutto liscio, come da migliore tradizione. Lascio casa intorno alle 7 e con tutta tranquillità raggiungo la stazione della metro a piedi e, con i soliti 20 minuti, sono a Roma Termini. C’è il sole e la temperatura è più che primaverile. Una bella giornata dopo quasi un mese di pioggia ed umidità. Ciò che ci vuole per iniziare bene la mattinata. La stazione è un via vai di turisti e quasi quasi, vista la benevolenza climatica, verrebbe voglia anche a me di scendere giù per Via Nazionale e godermi un bel giro per il centro. Sai com’è, sarebbe anche una cosa normale di domenica. Magari con la ragazza, che invece rimane sconsolata a casa. Mi rendo conto di esser persino peggiorato con il passare degli anni. Ma a che serve pensarci? Si sale sul treno e si parte.

Salernitana-Ascoli 2-1, Lega Pro 1/B 2013/14

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La tranquillità di questa mattina, che lungo i binari volge sempre più a sud nel Lazio, per poi accedere in Campania, viene bloccata a Fondi. Il convoglio non riparte. Dieci, venti, trenta minuti. Non se ne parla proprio. Un annuncio invita i passeggeri a scendere e ad attendere il Regionale successivo, che passerà dopo 20 minuti. Quando mancavano solo 12 minuti a Formia. Se l’Intercity dietro di me non farà ritardo, saranno davvero guai. Rischio di non fare in tempo, visto che il primo treno utile per Napoli arriverà alle falde del Vesuvio alle 13:12 che, se a qualcuno può sembrare un orario visivamente simpatico e ribelle, a me fa pensare che vedrò l’Arechi solo dalle foto su internet. I moccoli si sprecano, l’unica speranza che ho è che la coincidenza arrivi a Formia in ritardo. Non vedendo passare l’Intercity comincio a nutrire qualche speranza e, dopo aver ripreso il treno fino alla città nota per aver dato i natali all’ex Napoli e Juventus Fabio Pecchia, osservo con immensa gioia che l’Intercity porta un sostanzioso ritardo di 50 minuti. La fortuna è dalla mia. Una volta tanto.

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Inganno l’attesa facendo avanti e indietro sulla banchina e poi, quando sono le 11, prendo finalmente il treno che in poco meno di un’ora mi porta a Napoli Centrale. Quasi un’odissea ma il più è fatto. A questo punto non resta che scendere le scalette che conducono alla Circumvesuviana e prendere il primo treno utile in direzione Sorrento. Nel frattempo mi sento con Emilio il quale, ignaro di tutte mie peripezie, mi dice di scendere a Moregine, stazione successiva a Pompei.

Come sempre il viaggio in Vesuviana è una delle cose più caratteristiche ed al contempo divertenti. Napoli ed il suo hinterland non smetteranno mai di sorprendermi per la vitalità e spensieratezza dei suoi personaggi. Su questi treni puoi davvero incontrare di tutto e spesso è persino difficile non scambiare quattro chiacchiere con chi ti sta vicino, persino per uno taciturno come me. Il sole a quest’ora brilla in alto in cielo e, quando si comincia a costeggiare il mare, la visione del Golfo è davvero un qualcosa di eccezionale. Peccato che da queste parti un’edilizia a dir poco vergognosa ed intossicante abbia distrutto e contaminato buona parte del territorio. In quei tratti dove il verde del Vesuvio scende fino al mare s’intuisce come un paio di secoli fa questo fosse davvero un luogo incantevole. Non a caso, Goethe nel suo Viaggio in Italia ne parla con un sincero sentimento di fascino.

Salernitana-Ascoli 2-1, Lega Pro 1/B 2013/14

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Con mezzora abbondante sono a destinazione, attendo qualche minuto ed ecco arrivare anche Emilio. Poco prima delle 13 si può partire alla volta di Salerno. Mi chiede se voglia fare l’autostrada oppure la strada interna. Che domande, la seconda opzione è un’ovvia scelta. Scafati, Angri, Nocera, si passa da un comune all’altro senza quasi accorgersene. Casermoni costruiti in stile dormitorio, vere e proprie celle che hanno contribuito a deturpare questa zona favorendo gli interessi di chi ha affossato negli anni buona parte del meridione, consegnando in molti casi alla gente povertà, ignominia e malessere. Da Cava de’ Tirreni comincia un altro paesaggio: il piccolo centro metelliano già di suo risulta grazioso e, una volta superato, ci si inoltra verso la costiera, con il paesaggio scosceso a picco sul mare. Qualche chilometro ancora ed ecco aprirsi davanti a noi il Golfo di Salerno in tutta la sua bellezza. Chiaramente sul motorino si parla di ultras. Manco a dirlo. Così io, Emilio ed il motorino raggiungiamo l’Arechi. Come nei migliori film di Nino D’Angelo.

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Parecchi tifosi stanno entrando sulle gradinate, si prevedono circa 7.000 spettatori. Dopo aver messo qualcosa nello stomaco ci avviamo verso l’ingresso fotografi. Esorcizziamo i nostri timori per una possibile mancanza degli accrediti e ci facciamo avanti. I nostri nomi risultano regolarmente sulla lista, possiamo entrare, lasciare il documento e prendere la pettorina. L’Arechi è, secondo me, uno dei più belli stadi del Sud, raccolto attorno al campo e con una buona capienza. Di contro, non uno dei migliori per immortalare i tifosi. Ma ci si adegua ed alla fine non mancheranno foto e video, come di consueto.

Prima dell’inizio della partita, ecco spuntare un’altra figura mitologica dell’entourage “partitelle”. Quel Sascha conosciuto sempre attraverso Sport People che, dopo un suo soggiorno di studio nel Belpaese, non manca di marcare, con una certa costanza, visita in Italia per seguire questa o quell’altra partita. Anche lui rientra a forza nella cerchia dei malati di mente.

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Come detto in precedenza, i Salernitani osserveranno 30’ di silenzio per rispetto dei diffidati esponendo lo striscione “Il nostro ritorno non è una resa, aspetteremo gli amici con grande attesa!”, mentre nel settore ospiti, poco prima dell’inizio, arrivano gli ultras marchigiani. Il dato ufficiale parla di 120 biglietti staccati ad Ascoli, il che appare abbastanza veritiero. Un pullman a due piani e qualche macchina: una presenza più che dignitosa se si tiene conto che, in questo campionato senza obiettivi e quindi già di suo poco stimolante, i bianconeri non stanno certo facendo faville e, comunque, bisogna sempre fare i conti con le continue limitazioni sui biglietti.

Tra di loro noto subito la presenza degli Ultras Monaco 1994, un gemellaggio, quello tra Piceni e Monegaschi, che va avanti ormai da qualche tempo e viene rinsaldato ogni qual volta il calendario lo renda possibile.

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Gli ultras ospiti si compattano tenendo in mano le loro pezze e cominciando sin da subito a farsi sentire. Tra le due tifoserie c’è rispetto; va ricordato che all’andata i Campani esposero uno striscione in ricordo di Nazzareno Filippini, di cui, in quell’occasione, cadeva l’anniversario della morte. Gli Ascolani dimostrano subito di non voler essere semplici spettatori: mani in alto, cori a rispondere e due bandieroni sventolati continuamente saranno la costante per tutta la partita. Diversi i cori a favore del presidente Bellini e contro l’ex di turno, quel Pasquale Foggia accusato senza mezzi termini di essere un mercenario.

Devo dire che, rispetto a qualche stagione fa, ho trovato i bianconeri in netta ripresa. Vuoi per la nuova società, vuoi per l’entusiasmo ritrovato, ma la loro prestazione non mi è dispiaciuta affatto. Ascoli è una piazza importante che nel calcio italiano ha sempre occupato un posto di rilievo, staremo a vedere se nel futuro prossimo il nuovo corso societario saprà riportare il Picchio ai fasti di un tempo.

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Quando il cronometro segna i 30 minuti ecco arrivare il ruggito della Sud. “Noi siamo gli Ultras Granata, e abbiam Salerno nel cuore…”: un vero e proprio boato che scuote l’Arechi. Torce, fumogeni e parecchi bomboni segnano il ritorno al tifo dei Salernitani. È l’anello inferiore il cuore pulsante del sostegno e, durante tutto l’arco della partita, sfodererà davvero una bella prova. La cosa che più mi piace è come i ragazzi di casa riescano a mantenere per molti minuti lo stesso coro senza mai calare d’intensità.

L’apice lo si raggiunge al primo gol dei granata, tutti girati di spalle a saltellare sul tormentone “Jamm ‘a vreee non tifo per gli squadroni ma tifo te”, uno dei pochi cori argentini eseguiti come si deve da una curva italiana. Non manca neanche una bella sciarpata fatta da tutto l’anello inferiore e resa ancor più d’impatto dal continuo sventolio dei molti bandieroni. Per ciò che è diventata la Serie C, la Sud di Salerno, ma anche gli ospiti di oggi, sono vero e proprio oro colato. Soprattutto considerando il periodo a dir poco nero per il tifo granata, tra problemi con le diffide e la solita gestione pallonara e all’amatriciana di quel Claudio Lotito che resta uno dei principali mali del calcio italiano.

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In campo i padroni di casa s’impongono per 2-1, rientrando di prepotenza in zona play-off, mentre l’ennesima sconfitta per l’Ascoli risulta comunque indolore. Molto bello, a tal proposito, vedere i giocatori bianconeri dirigersi verso gli ospiti battendosi le mani sul cuore dicendo “ce l’abbiamo messa tutta”. È vero, ed infatti gli ultras ascolani applaudono stringendo le mani ai propri beniamini e ricevendo in cambio le magliette. Scene ormai inusuali sui nostri campi, dove si fa sempre di tutto per distanziare il tifoso dalla squadra. È forse l’esempio dei giocatori salernitani, che accennano ad un timido saluto nei confronti della propria curva, la quale tuttavia sembra non importarsene e dedica gli ultimi minuti di tifo ai ragazzi che non possono essere là con loro a cantare.

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Anche per noi, a questo punto, è arrivato il momento di andarcene. Riconsegniamo la pettorina e, dopo aver preso i documenti, possiamo uscire e montare nuovamente sul motorino. Commentiamo la partita mentre dribbliamo il traffico avviandoci, stavolta, verso l’autostrada. Con il passare dei chilometri, davanti a noi si staglia sempre più nitida la figura del Vesuvio con tutti i paesi ai suoi piedi. La nostra corsa si arresta alla stazione della Vesuviana. Ci salutiamo, contenti della bella giornata, dandoci appuntamento alla prossima occasione che certamente non mancherà.

Per me è solo l’inizio del ritorno. Ma non manca l’ultimo siparietto. Consultando l’orario, infatti, mi accorgo che il primo treno disponibile per Napoli passerà troppo tardi, facendomi perdere la coincidenza con il treno per Roma. Do un’occhiata anche all’orario dell’altra stazione di Pompei (Villa dei Misteri), dove transita la linea proveniente da Sorrento. Un treno passerà là alle 17,55 arrivando giusto in tempo per la mia coincidenza. Mi informo sul come arrivarci, mi dicono che è distante un paio di chilometri. Tanto vale tentare, con uno scatto felino mi avvio correndo, e dopo aver superato una piazza chiedo di nuovo informazioni a due ragazzi, i quali gentilmente si offrono di accompagnarmi con la macchina. Per un soffio riesco a salire sulla Vesuviana, arrivando giusto in tempo a Napoli Centrale. Che poi il mio treno parta con oltre mezzora di ritardo, stracolmo di persone tanto da costringermi a viaggiare in piedi fino a Latina, questa è un’altra storia. Ma evidentemente una domenica senza corse e senza patemi d’animo per prendere treni ed autobus non è degna di essere chiamata così. Rientro a Roma quasi in orario, metro e poi casa. La stanchezza c’è ed è latente. Ma va bene così.

Testo e foto di Simone Meloni.