Diamo spazio ad un’altra interessante riflessione su Salernitana-Nocerina da parte di un nostro lettore.

Se c’è una cosa che odio più di tutte, di questo Paese, è la facilità con la quale si punta il dito contro presunti responsabili di fatti che non si conoscono nemmeno troppo bene.
Oggi è stato il turno di Salernitana-Nocerina, una partita che ha fatto parlare di sé anche all’estero (si veda l’articolo di Marça).

Partiamo dal punto primo: l’accusa di aver minacciato giocatori e società se questi fossero scesi in campo. I nostri quotidiani, si sa, fanno a gara per chi si aggiudica il titolone, spesso senza nemmeno pensare di documentarsi a dovere; un servizio, che dovrebbe essere di informazione pubblica, diventa un business in più su cui speculare senza scrupolo alcuno. E così, riga dopo riga, il primo avvenimento viene travisato: dagli ultras che chiedono alla società di segnalare, con un gesto eclatante, l’assurdo divieto di assistere alla partita passiamo a dei balordi che (ancora non sappiamo con quale modalità) avrebbero promesso la morte non a un giocatore o ad un dirigente, bensì all’intero staff del club Nocerina.
Come il giornal(ett)ismo, lo sport vero e proprio viene manipolato e riplasmato secondo un modello “da telecomando”: pacchetti sempre più convenienti, televoti, moviole, ore e ore passate a recriminare su un paio di avvenimenti e la domenica passa liscia, con gli spalti vuoti e le poltrone calde. Diritti tv e sponsor la fanno da padrona, e un mercato sempre più grande e sempre più mediatico si impossessa di quel mondo che impariamo a conoscere giocando sotto casa da bambini.
Un passo dopo l’altro, dunque, chi di dovere decide che Nocera non può assistere alla partita: la situazione sarebbe di pericolo mortale.

La squadra si rende conto dell’assurda restrizione: non esiste un vero derby senza vero tifo, e un calciatore lo sa meglio di tutti. Così, assieme, decidono di compiere un gesto eclatante, che lanci un segnale chiaro alle istituzioni che regolano il mondo del calcio. Il secondo ritocco passa inevitabilmente per il primo: i nocerini sono dei balordi capaci di minacciare la loro squadra, dunque è giusto che venga loro vietata la trasferta. Davvero pensate che dei veri balordi non avrebbero percorso 20/25 km per andare a spaccare qualche cosa? Le solite teste calde, protagoniste di atti vandalici e violenti, invece, hanno scelto la via più difficile, magari che gli appartiene anche meno delle altre, e l’obiettivo ancora una volta è stato “spostato” da chi specula sul cosa e non sul perché.

In un Paese di soubrette e papponi al governo, che dimentica i crolli de L’Aquila e del Vajont ma si sforza tutte le volte nell’additare “dei violenti balordi”, la soluzione sarà sempre la più breve: abbonatevi a Sky e guardatevela da casa, ‘sta cazzo di partita.