Altach è un paese piccolo, di una tranquillità assoluta, con appena 6500 abitanti. Si trova vicino alla dogana che separa l’Austria della Svizzera e già il fatto che la squadra locale giochi nella massima serie può essere una sorpresa; ancor più grande se questa si classifica tra i primi e si qualifica per i preliminari di Europa League. L’Altach ha concluso la stagione 2016/17 al quarto posto, entrando così nel primo turno di preliminari. Lì, ha eliminato, faticando non poco, la squadra georgiana del Chikhura Sachkhere, così che ora affronta i bielorussi del Dynamo Brest.

Altach si trova in Vorarlberg, una regione non piccola e sopratutto non povera, vuoi per la vicinanza alla Svizzera o per un’economia, sia di industria che di turismo, che va abbastanza bene. E l’Altach la rappresenta sul palcoscenico calcistico: nelle più grandi città, Dornbirn, Feldkirch o Bregenz, non ci sono realtà calcistiche all’altezza. Tutto si concentra su Altach che gioca in Bundesliga e Lustenau, presente in seconda divisione con ambizioni di salire in questa stagione appena iniziata.

Brest, con più di 300.000 abitanti, è la sesta città della Bielorussia, situata anche lei direttamente alla dogana, qui parliamo di quella tra Bielorussia e la Polonia. Al di là dei più famosi BATE Borisov (che ha giocato anche in Champions) e Dinamo Minsk, la Dynamo Brest non è la squadra più conosciuta del Paese. Infatti ha raggiunto l’Europa vincendo la Coppa e non in campionato. Attualmente, i biancoblù si ritrovano sul decimo posto su 16 squadre.

In una classifica, però, la Dynamo Brest è capolista: quella degli spettatori. Con una media di 5700, il Brest vanta il numero maggiore di spettatori in Bielorussia. Anche il massimo assoluto di 9100 spettatori in una partita è suo, numero registrato agli inizi del Campionato nella sfida contro il blasonato BATE. E secondo chi conosce il movimento Ultras in Bielorussia, il Brest dovrebbe avere anche una delle migliori Curve del paese, cosa che io personalmente non sapevo prima della partita.

Così sono sorpreso di vedere quasi un centinaio (erano 94, secondo la Polizia) di bielorussi nel settore ospiti improvvisato. Arrivando in pullman, prima della partita hanno fatto pausa a Bregenz sul Lago di Costanza. Quasi tutti vecchi, di una certa esperienza e un certo spessore, stanno compatti nel settore e danno vita ad un tifo classico nordest-europeo. Con tanti battimani, cori secchi e una sciarpata ben riuscita. I cori, cantati per tutti i 90 minuti, sono poco fantasiosi, ma non mi aspettavo altro di loro. Beh, non mi aspettavo nemmeno la sua presenza. O, almeno, non così numerosa.

Allo stadio Schnabelholz erano aperti solo due tribune perché l’UEFA permette solo posti a sedere nelle sue competizioni. Questo ha fatto che quelli del Brest erano tutto ad un lato della Tribuna, mentre i padroni di casa hanno preso posto nell’opposta Gradinata Laterale. La loro Curva del tifo è formata dai consueti 60, forse 70, ma questa volta mi hanno sorpreso: anche loro hanno tifato bene e sembrano in crescita.

Ovviamente in Austria sono piccoli e poco conosciuti, ma questo è dovuto anche alla sua posizione geografica: la loro trasferta più vicina è Salisburgo con 350 chilometri di distanza. Sottolineo anche la loro presenza in 25 in Georgia, sicuramente degni di nota. Parliamo di un paese di 6500 abitanti, in una regione non conosciuta per il suo movimento Ultras, ma sopratutto per tanti tifosi passionali, molto spesso operai, che seguono le partite a suon di birra e bestemmie.

In campo è subito chiaro che la squadra più propositiva sono i padroni di casa, volenterosi di guadagnarsi un vantaggio per la partita di ritorno. Fari (all’inizio alle ore 18.30 non accesi) puntati anche sulla terna arbitrale, proveniente da San Marino: anche lo speaker dello Stadio, ridendo, sottolinea che uno dei guardalinee si chiama Tuttifrutti. Degli arbitri ci sarà da parlare dopo, mentre scorre via il primo tempo. Tattico, poche emozioni, diciamolo: noioso.

Nel secondo tempo è tutta un’altra storia: dopo pochi minuti, Nutz porta in vantaggi i padroni di casa. Questi poi prendono nettamente in mano la partita e creano almeno quattro nitide palle-gol; tutte però malamente sciupate. Così, a un quarto d’ora dalla fine, in uno dei pochissimi proposizioni degli ospiti, pareggia Sedko, è 1-1 e nel settore ospiti parte una decina di torce. Prima del gol c’è stato un fallo nettissimo sul Piesinger dell’Altach, ma l’arbitro sammarinese ha fatto proseguire. D’ora in poi, la partita sarà nervosissima con una miriade di cartellini gialli e anche uno rosso per Aliseiko del Brest.

Il punteggio, invece, non cambia più. Finisce 1 a 1, discorso qualificazione rinviato alla partita di ritorno. Una curiosità: siccome lo stadio dell’Altach è molto piccolo e ha solo due Tribune con posti a sedere, ci sono solo 3500 biglietti a disposizione. Rimango un po’ allibito dal fatto che c’erano solo 2811 spettatori, nel turno prima contro il Chikhura c’era il tutto esaurito. Comunque, se l’Altach passa il turno, deve andare a giocare il prossimo turno (contro il Gent) a Innsbruck, città a 175 km da Altach, per motivi legati alla capienza dello stadio. Infatti, essendo all’estero, l’Altach non potrebbe utilizzare gli impianti molto più confortevoli e sopratutto molto più vicini di Vaduz (Liechtenstein) oppure San Gallo (Svizzera). L’UEFA pensa davvero al calcio popolare o contano solo le regole?

Remo Zollinger