Dopo diversi mesi, si sono ricreate le condizioni per poter tornare a scattare alla Resega di Lugano e per poter raccontare l’ambiente del tifo in una partita di hockey svizzero. A tal proposito, ringrazio chi ha insistito per questo mio rientro, spendendosi per me; ma un cenno va fatto anche a quei lettori che hanno chiesto, in questi mesi, che fine avevano fatto le cronache delle partite di Lugano ed Ambri: segno che il lavoro personale iniziato da un paio di anni a questa parte ha avuto un minimo di riscontro in quella che, per Sport People, è la seconda nazione in termini di visite giornaliere.

Torno a bordo pista con la consapevolezza piena che, come in qualsiasi mio servizio, stare dalla parte dei tifosi e capirne le ragioni resta la priorità. Questo vale a Lugano come a Bellinzona, a Milano come a Seregno. Così come ancora vale per chiunque collabori con la nostra rivista.

È il 23 Dicembre, si gioca in pieno periodo natalizio. Già ieri, 22 Dicembre, il campionato di hockey svizzero era sceso in campo. Il Lugano, dopo una serie impressionante di sconfitte di fila, è riuscito nell’impresa di espugnare, ai rigori, il sempre difficile campo del Davos. Una classifica molto altalenante quella dei bianconeri, saldamente nelle zone che contano ma troppo soggetti a cali di varia natura per ambire alle primissime posizioni. Ma, l’importante, in questo sport, è dare spettacolo e, soprattutto, arrivare tra le prime otto che poi si giocheranno il tutto per tutto nella lunga serie dei play-off.

Lugano, tra l’altro, vive un buon momento, sportivamente parlando: l’hockey su ghiaccio si mantiene su buoni livelli, ed anche la squadra di calcio è seriamente candidata per il salto in Super League. Per ora, comunque, il grosso dei numeri continua a concentrarsi sulla Resega e, solo oggi, sono presenti più di 6.000 spettatori paganti. Niente male, soprattutto se si pensa al poco appeal della partita, contro il Rapperswil-Jona, squadra che, attualmente, è la sola in tutto il campionato con la certezza logica di disputare i play-out a causa del suo sconsolato ultimo posto.

Rapperswil-Jona è un comune del Cantone di San Gallo di 25.000 abitanti, nato da una fusione, nel 2007, tra due comuni storicamente contigui. La squadra, fondata nel 1946, non vanta nessun titolo, ma una buona tradizione. Gruppo guida del tifo dei Lakers (denominazione assunta nel 2005 per logiche commerciali e con ammiccamenti al mondo yankee, senza contare il carattere lacustre della città) sono i Fanatics 2003, già visti una volta in esiguo numero ad Ambrì ma ingiudicabili a causa del settore ospiti angusto della Valascia. Oggi, alla Resega, ben altra storia, e si potrà dare un giudizio più accurato su questi tifosi dell’hockey di lingua tedesca.

Essenzialmente, ciò che si respira nei campionati svizzeri, è la multiculturalità di tifosi ed addetti ai lavori. Già il solo entrare in sala stampa e sentir parlare tedesco ha l’effetto di inquadrarti in ciò che effettivamente è la realtà svizzera, ovvero un crogiuolo di lingue ed abitudini diverse che convivono, ormai da secoli, tra di loro.

Il clou, tuttavia, è entrare a bordo pista e respirare l’aria del ghiaccio e sentire lo stridio dei pattini e i colpi delle mazze da hockey sul puck. La Curva Nord del Lugano ha gli striscioni al completo con largo anticipo, mentre il settore ospiti tarda a riempirsi. Poco prima dell’ingresso ufficiale delle squadre, tuttavia, fanno capolino i circa 40 componenti dei Fanatics. Ciò che più spicca è come il gruppo sia molto variegato non solo per genere (praticamente la metà dei componenti sono donne), ma anche per l’età differente tra coloro che sostengono il “Rappi”. Gli ospiti hanno il merito di compattarsi subito e, coadiuvati da tamburo e bandiere, incitano la loro squadra. Come sempre, su sponda opposta la Nord è piena e comincia già dalla presentazione dei giocatori a farsi sentire in maniera molto intensa. Una nota a margine va fatta sulla novità del plexiglass per chi scatta: ogni foto è “filtrata” dalla vetrata-divisorio a partire da quest’anno, e la resa delle foto, come quella dell’effetto acustico per giudicare il tifo, è minore. Ma si procede oltre.

La partita inizia e, cosa accaduta praticamente sempre in partite che non sono i derby, la Nord copre del tutto il tifo ospite: sin da subito, infatti, gli ultras bianconeri sospingono il proprio roster a far un solo boccone degli avversari in classifica, e le numerose penalità a favore nella prima frazione facilitano l’entusiasmo; ciò nonostante, il Lugano non riesce a passare. Gli ospiti fano quella che nel calcio si definirebbe “partita di rimessa”, cercando di contenere i danni e puntando su fiammate sporadiche ma pericolose. In tutto ciò, nonostante faccia fatica a sentire qualcosa, è veramente continuo, compatto e lodevole l’incitamento dei tifosi ospiti. La prima frazione va in archivio sullo 0-0.

Il secondo periodo vede le tifoserie immediatamente compatte sui gradoni. Rimane inalterato il sostegno continuo da una parte e dall’altra, anche se è la Nord, per un fattore numerico schiacciante, ad avere la meglio. L’imprevisto, invece, avviene in campo, dove l’espulsione di un giocatore bianconero con relativa penalità numerica di ben 5 minuti cambia il copione della partita. Il Rapperswil, preso coraggio, si ritrova addirittura in vantaggio proprio grazie al prolungato power-play: Peerson punisce il Lugano a cinque minuti dalla sirena. Si esaltano i tifosi ospiti i quali, con buona lena, cercano di incoraggiare il Rapperswil verso il raddoppio che, tuttavia, non arriva.

Inaspettatamente sotto, nel terzo periodo il Lugano si gioca il tutto per tutto. La Resega per nulla scoraggiata, capisce la situazione e gli stimoli che arrivano dalla Nord ottengono il risultato sperato. Al 44° Chiesa trova il pareggio e, sulle ali dell’entusiasmo e tutta la Resega a cantare, otto minuti dopo Klasen mette dentro la rete del sorpasso e del 2-1 definitivo. In tutto ciò, nessuna delle due curva delude. Aiuta, e non poco, la partita incerta fino all’ultimo: il Rapperswil tenta la carta dell’uomo in più rinunciando al portiere, ma non arriva né la rete del pari, né il 3-1 del Lugano grazie alla porta sguarnita. Tuttavia il suono della sirena sa di liberazione, e i tifosi bianconeri trovano sotto l’albero la seconda vittoria in due giorni.

Il finale è sempre bello in una pista di hockey: la Nord offre la sua sciarpata in segno di vittoria, dall’altra parte applausi per gli sconfitti dai propri tifosi. L’abbandono della pista è sempre un affare lento, visto che la squadra bianconera, dopo il consueto cerimoniale di fine partita, festeggia coi propri tifosi. Dalla Resega è tutto, così come ciò che riguarda il mio 2014 di servizi.

Stefano Severi