Una volta, da adolescente illuso e scanzonato, mi avevano inculcato il mito della Costituzione Italiana. A scuola se ne parlava assai bene. Questa carta giovine, in grado di difendere i diritti dei cittadini italiani meglio di qualsiasi altra sorella europea. Un testo all’avanguardia che avrebbe permesso all’Italia e agli italiani di avere sempre certi i loro diritti così come i loro doveri. Era bella questa idea, non lo posso negare. E io il mito della Costituzione l’ho coltivato per anni. Con ossequioso rispetto.

Eppure un giorno ho messo i piedi fuori da casa. Ho cominciato a girare un po’ la nostra penisola, la sua gente ed i suoi costumi. Tutto continuava ad essere adorabile. Tutto tranne la Costituzione. Che di anno in anno veniva smontata, scomposta e tutt’altro che rispettata.

Oggi potrei anche citarvi l’articolo 16. Quello sulla libera circolazione nel territorio nazionale. Ma a cosa servirebbe? A fare cronaca? No. Non credo. E’ ancora più superfluo e grottesco sarebbe parlare di Accordi di Schengen rapportandoli alla piccolezza mentale e organizzativa di sedicenti gestori dell’ordine. La cronaca oggi giorno la fanno le tette di qualche sciacquetta e la farfallina di Belen. Fondamentalmente la cronaca oggi non è neanche raccontare quello che è successo ai margini della partita di basket tra Juvecaserta e Virtus Roma. Perché non interessa a nessuno. Ormai su certe tematiche in Italia ci sono delle verità precostituite che è impossibile intaccare. Quindi, prendetela come uno sfogo. Non ci guardate nient’altro.

Del resto a ricordarmi in quale contesto sociale contraddittorio vivo ci ha pensato il paesaggio che  scorre soave dal finestrino del treno. Poco prima di fermarsi ad Aversa il convoglio passa davanti allo stadio della squadra locale, dove i granata stanno giocando contro la Salernitana. L’occhio va subito al settore ospiti. Spoglio. Privo di gruppi e striscioni. C’è  la tessera del tifoso e ci sono i divieti. Come dimenticarlo? Una decina di anni fa, ci sarebbero stati almeno 5.000 salernitani.

Nel nostro Paese ormai tutto è possibile se di fronte si hanno i tifosi. E’ possibile mettere a nudo tutta la meschinità di un sistema che da una parte ti fa vedere come è bravo a non vietare la trasferta per i romani al PalaMaggiò, ma dall’altra te li tiene fermi un’ora e mezza a pochi chilometri dal palazzetto inventando scuse assurde per creare tensioni, provocare reazioni ed uscirne sempre come fiero vincitore e paladino dell’ordine pubblico contro le bestie che indossano una sciarpa. Nonostante si adottino metodi da vero e proprio stato di polizia che, come sempre in questi casi, ledono appieno la legge sulla privacy.

Le Questure sanno e fanno finta di non sapere. Diciamocelo chiaramente. Le Questure italiane non sanno gestire 30-40 persone? Allora le questure italiane devono cambiare mestiere. Magari darsi al bricolage o al decupage. In tutti i casi a compiti che richiedono meno assunzioni di responsabilità. La Questura di Caserta, in questo caso, ha deciso deliberatamente di sequestrare il pullman che portava i tifosi della Virtus Roma, adducendo la scusa che i casertani erano pronti, lungo la via, ad aggredirli, mentre attorno al palazzetto si stavano svolgendo violenti incidenti tra tifosi e polizia. Se la prima appare assai difficile (i giornali hanno riportato di un tentativo di agguato subito scongiurato dalla polizia con tanto di fermi e fuga nelle campagne da parte di alcuni tifosi campani, che quindi per ovvie ragioni non potevano stazionare per tutta la durata della partita lungo la via che porta all’impianto di Castel Morrone) la seconda è una vera e propria bufala. Nei pressi del palazzo non c’è stata alcuna carica e alcun contatto.

Una strategia della tensione in piena regola. Perpetrata ai danni di chi aveva già sborsato i soldi per il noleggio del pullman e soprattutto per il settore ospiti. Dieci euro moltiplicato trenta persone fa 300 Euro. Per entrare all’ultimo quarto. Vivessimo in una società civile le associazioni dei consumatori si farebbero sentire per queste cose. Ovvio che la Juvecaserta non c’entri nulla, ma altrettanto ovvio che se questo deve essere il trattamento da riservare regolarmente ai tifosi in trasferta, meglio chiudere i settori allora.

La strana giornata all’ombra della Reggia si è svolta così. L’ennesimo schiaffo alla credibilità istituzionale. Un peccato mortale nei confronti di chi ama il basket e il suo tifo. Caserta-Roma è una delle rivalità più vecchie, storiche e sentite di tutto il movimento cestistico. E sarebbe stato bello vedere le tifoserie sfidarsi anche sugli spalti. Invece nei primi ¾ il palcoscenico è stato perlopiù tutto bianconero. Perlopiù perché nella curva di casa, comunque, mancano le pezze e un evidente fetta del contingente ultras non è entrato a causa della mannaia repressiva che solerte si era già abbattuta su di loro.

E’ anche difficile riportare una cronaca del tifo. Mi sarebbe piaciuto parlare della mia prima esperienza al PalaMaggiò, un impianto davvero bello e all’avanguardia. Del suo ambiente, a tratti infuocato, soprattutto nell’ultimo quarto, quando la Juvecaserta riesce nell’impresa di recuperare dal -14 e conquistare la sua seconda vittoria in campionato. Il sostegno della Curva Ancilotto è stato sicuramente continuo, ma monco, inutile negarlo.

Come detto, nell’ultimo quarto entrano gli ultras capitolini. Una trentina che si mettono dietro lo striscione Brigate Virtus tirando fuori gli artigli con belle manate e un fitto scambio di offese con i dirimpettai. Ovviamente, come immaginavo, chi dovrebbe occuparsi di mantenere l’ordine, non aspetta altro che una piccola scintilla per dar lustro ai propri manganelli. Così basta qualche scaramuccia verbale tra tifosi della tribuna e settore ospiti (roba risolvibile con una pacchetta sulle spalle) che gli agenti hanno già chiuso i tifosi romani a suon di bastonate. Tutto architettato alla grande: dal prossimo anno si potrà vietare la trasferta e la Questura di Caserta potrà mostrare all’Italia di aver arginato con maestria 30 romani da una parte e altrettanti casertani dall’altra pronti a scatenare il secondo conflitto mondiale. “Fatti non foste per viver come bruti…” diceva Dante. Infatti. Il problema è che ora in “bruti” molti ci si sono trasformanti con tanto di autorizzazione e ogni domenica ricevono anche i galloni.

Il triste scenario di questa domenica si conclude con il pubblico casertano che sfolla festoso e i tifosi capitolini che, approfittando dell’altra oretta di sequestro in piena regola (stavolta dentro al settore ospiti, quindi legalizzato da anni) ne approfittano per recuperare il tempo perduto e sostenere una squadra immaginaria.

Simone Meloni