È domenica mattina quando mi accorgo che una delle poche partite segnate come di mio interesse si sarebbe svolta il giorno dopo, di Lunedì sera. Parlo di Lugano-Servette, seconda contro prima, due punti di differenza, a cinque giornate dalla fine. Richiesta immediata e disperata di accredito al FC Lugano e accettazione, arrivata il Lunedì mattina. Miracoli della Svizzera.

Lugano sta pian piano riscoprendo il calcio, dopo anni di dominio assoluto dell’hockey. La città lacustre ha due anime sportive, entrambe bianconere, e l’una non esclude l’altra. Ma la passione assoluta, per il Ticinese, resta lo sport sul ghiaccio. Poco seguito il pallone, e i più tifano Milan, Inter e Juventus. Insomma, un mondo per nulla distante dal nostro, dove il “Support Your Local Team” deve ancora far breccia al 100%. A livello mediatico la soglia di attenzione per la palla tonda si è alzata, fermo restando che un anonimo Lugano-Kloten Flyer valido per la 22.ma giornata del campionato di Hockey avrebbe comunque avuto più spazio.

Stavolta però è diverso. Certo, la visibilità della squadra calcistica di Lugano non vanta mai una limpida esposizione al sole, ma i cittadini, bene o male, sanno tutti dell’evento. Persino nel mio ufficio se ne parla, e ciò fa capire veramente tutto.

E proprio dalla sede del mio lavoro mi dirigo tranquillamente a piedi e con largo anticipo allo stadio. La distanza non è proprio breve, ma Lugano in fondo resta una città piccola e raccolta, almeno finché non si esce nelle numerose frazioni che compongono la “Grande Lugano”. Nonostante giunga a destinazione oltre un’ora e mezza prima, già si riesce a toccare il grado di attesa del popolo bianconero. I botteghini registrano una discreta fila, le bouvette già preparano birra e salsicce per gli avventori.

Ho il tempo per concedermi un giro a 360° intorno all’impianto di Cornaredo. Di fronte al botteghino della curva di casa tanti ragazzi e, in particolar modo, una nutrita presenza di ultras ginevrini della “Section Grenat”. Ricordo, per i pochi che non lo sapessero, lo storico e saldissimo gemellaggio tra la Nord di Lugano e gli ultras del Servette. Nonostante la posta in palio altissima, si prevede un’altra giornata di piena amicizia. Spiccano ai miei occhi due ragazzi con la maglietta dei “Guidati dal Lambrusco” del Carpi, evidentemente “on tour”.

Finalmente faccio il mio ingresso in campo. Essendo un’ora prima dell’inizio, fissato per le 19:45, noto con piacere l’ingresso accelerato dei primi tifosi e l’arrivo delle Teste Matte per piazzare subito il proprio striscione. Diversi minuti e qualche birra più in là, fanno il loro ingresso anche i Ginevrini.

Non avendo mai fatto, prima d’ora, una degna parentesi proprio sulla tifoseria del Servette, ora mi sento di aprirla. Oggi in tutto si segnalano una sessantina di tifosi, di cui una buona metà della “Section Grenat”. Se si pensa al valore della partita e alla tradizione dei granata, nonostante sia Lunedì sera e la distanza sia notevole, il numero di ospiti non può essere ritenuto soddisfacente. Il grosso della tifoseria ha maturato un distacco enorme, negli ultimi anni, dalla propria squadra, perennemente in rotta con una dirigenza capace di trasformare una società storica in una squadra yo-yo, costantemente sospesa tra la Serie A e la Serie B svizzera. Ne fanno le spese anche i ragazzi della Section, ben lontani dal periodo d’oro in cui anche le loro foto contribuivano a far “sbavare” i più accaniti lettori di Supertifo. Per questo bisogna, da una parte, lodare chi resiste nonostante le difficoltà; dall’altra bisogna rimarcare il potenziale ben più alto di questa tifoseria, in attesa, decisamente, di tempi migliori.

Prima della gara vengono premiate le ragazza del Rapid Lugano, secondo sodalizio della città, la cui sezione femminile è stata appena promossa nella massima serie. Chissà cosa ne pensa il presidente della nostra Lega Dilettanti, pensando all’ovazione tributata alle entusiaste giocatrici. Già, ma in Italia lo sport nazionale è diventato trovare il pelo nell’uovo di ogni singola azione degli ultras. Mentre chi abita nel palazzo urla “Io dico ciò che voglio e voi non siete un cazzo”.

La partita ha inizio, e il colpo d’occhio è da brividi: in tutto si segnalano oltre 5.300 spettatori paganti, e anche la Curva Nord presenta numeri decisamente più alti del solito. Se serviva una risposta in merito alla maturità della piazza per tornare in Super League, questa è decisamente arrivata. La Curva Nord vede il nucleo compatto di ragazzi delle Teste Matte al centro e numerosi occasionali, talvolta ritardatari e non dispostissimi a seguire costantemente le direttive di chi si sbatte per fare del proprio meglio. Un’eventuale promozione nella massima serie elvetica può essere, in ogni caso, un ulteriore passo di maturazione anche per il pubblico meno fedele.

Le Teste Matte accolgono l’ingresso dei propri beniamini alzando lo striscione “Ti seguirò finché vivrò”, contornato da una bella torciata. Sulla sponda opposta la tifoseria della Svizzera francese si compatta alzando le proprie sciarpe. Cori di stima reciproca vengono continuamente scambiati tra le due tifoserie. Sia i bianconeri che i granata partono piuttosto bene, facendosi sentire per mezzo di cori continui e senza sosta alcuna. Forse fa più fatica la curva di casa a farsi seguire dall’intero settore; per assurdo è più partecipe la stracolma Tribuna Brè alle mie spalle degli occasionali stipati in Nord, rigorosamente ai lati. In campo il Lugano domina letteralmente la squadra ginevrina; la logica conseguenza è il vantaggio, alla mezzora, firmato da Rossini. L’esultanza di Cornaredo è di quelle da ricordare a lungo. I tifosi ginevrini accusano il colpo e la loro continuità viene meno, mentre l’entusiasmo su sponda opposta è papabile: in questo momento il Lugano è meritatamente primo.

Tra primo e secondo tempo si ripete un rito: i ragazzi della Section Grenat, stavolta assieme ai Maroons (al contrario di un Lugano-Servette da me seguito la scorsa stagione, dove il gruppo minoritario e composto da semplici tifosi rimase al proprio posto nel settore) staccano gli striscioni e, passando tranquillamente attraverso la Tribuna Brè (tra i numerosi applausi degli astanti), raggiungono i gemellati in Curva Nord e appendono i propri striscioni sulle relative balaustre.

Nel secondo tempo si tifa insieme: cori comuni, in italiano, in francese, per il Lugano, per il Servette. Tutti gli occhi sono puntati sulla Nord e non c’è distinzione tra tifosi di casa ed ospiti. La distinzione resta eccome in campo, dove un Servette incapace di reagire capitola al 68°, con la rete di Bottani per il definitivo 2-0. Lo stadio di Cornaredo è una bolgia e trascina i bianconeri al novantesimo. Lo stadio festeggia il primo posto e, a quattro giornate dal termine, c’è veramente aria di Super League in riva al lago.

I festeggiamenti sono tutti in Nord, dove conviene la squadra bianconera, applaudita e osannata dai propri tifosi, ma anche da quelli ginevrini. Una bella cartolina da questa città, in attesa di vedere cosa succederà. Ora è veramente tutto possibile.

Stefano Severi