Serata uggiosa a Verona, anche se non particolarmente fredda, per questo match d’alta classifica di serie B tra gli scaligeri dell’Hellas e gli stregoni del Benevento. Incontro inedito tra due tifoserie che storicamente non si conoscono, ma che già da prima di incontrarsi non si piacciono perché, da sempre, tra veronesi e le tifoserie campane certo non scorre buon feeling. All’andata non ci fu nulla da segnalare tra le tifoserie, se non cori di sfottò.

E’ dunque quasi una prima volta e certo non ci si aspetta una rivalità forte come quelle con napoletani o salernitani. Non a caso fuori dallo stadio tutto è tranquillo, le molte bancarelle ed i punti ristoro sono presi d’assalto dalle migliaia di tifosi gialloblu che si apprestano a riempire con 13.500 presenze lo storico e sempre affascinante Marcantonio Bentegodi. Devo dire che a differenza di molte altre piazze, dove nel corso degli anni il numero di spettatori si è dimezzato e dove tornelli e gabbie attorno allo stadio sono molto più invasive, qui in riva all’Adige lo “andare allo stadio” è ancora “come una volta”, un rito “di padre in figlio” che né le fortune del Chievo e né le stagioni infelici hanno scalfito.

Forze dell’Ordine ce ne sono comunque tante, dalla tribuna alla curva nord è tutta una sfilata.

Gli ospiti si presentano aggressivi, belli carichi e con tanta voglia di farsi notare in uno stadio da Serie A e contro una tifoseria da Serie A. I sanniti sono quasi in mille, posizionati nel quarto anello verso la tribuna, e fanno subito notare la loro presenza lanciando nel terzo anello un paio di bomboni e accendendo parecchie torce. La voglia di tifare è tanta, le delusioni spese alla conquista di questa benedetta Serie B, da anni cercata e spesso sfuggita per un soffio, sono ora finalmente tutte cancellate. Adesso c’è spazio solo per l’entusiasmo di questa stagione che tutta Benevento sta vivendo alla grande, con la possibilità di poter addirittura volare nella massima serie. È presente con pezza il gruppo “Curva Sud”, lo striscione “Benevento” dietro il quale è rappresentata la curva, e altre pezze tra cui spicca quella del gruppo “South Zone”.

Il Bentegodi pullula di gialloblu, soprattutto pezze se ne vedono in ogni settore. Alcune rappresentano compagnie di ragazzi, altre “ex-butei”, altre personali, altre ancora sono dei gruppi, come per esempio Curva Sud, Hell, Settore Est, I° Febbraio, La Barras. In curva sud ci sono i classici bandieroni presenti sin dagli anni ’70 , anche se devo dire onestamente che peccano in continuità, a parte quelli delle vecchie Brigate i quali, posizionati sopra di me, sventoleranno spesso. Le vecchie generazioni hanno lasciato il testimone ai “butei” più giovani e si sono sistemate nelle gradinate est ed ovest. La curva si è così di fatto prolungata, assumendo una forma a ferro di cavallo che a volte rende assordanti i loro cori.

I beneventani, spinti dall’entusiasmo, tifano per tutti i 90 minuti: è un tifo all’italiana, a volte anche quasi sudamericano con cori lunghi e ritmati. Non mancano i cori contro i veronesi, subito ricambiati dai gialloblu.

I veronesi invece sfoderano sempre il loro classico tifo di stampo anglosassone, fatto di cori brevi ma possenti. La copertura dello stadio dà loro una grossa mano, e quando riescono, anche se di rado, a coinvolgere tutta la curva e il quarto anello, allora sì che il tifo è davvero di buon livello.

Alla ripresa, la parte centrale della sud viene lasciata vuota e i ragazzi espongono uno striscione: “1987-2017… NON LE FERMI CERTO TU” a ricordare i 30 anni passati dalla prima grande ondata repressiva contro le Brigate Gialloblu e gli Ultras. Il primo febbraio è stato appunto l’anniversario della famosa retata in piena notte che la polizia eseguì nelle case dei ragazzi del gruppo. Striscioni che però indicano le Brigate, in realtà continuano a vedersi, a dimostrare che le stesse BGB, di fatto, non sono mai morte se non in via formale.

A conclusione bisogna dire che anche qui a Verona, e probabilmente più di altrove, la situazione per gli ultras non è delle più rosee. Le tante telecamere che dentro e fuori dal Bentegodi si possono vedere, ne sono una riprova. Ma gli ultras continuano a vivere la propria vita da stadio senza abbattersi.

Marcello Casarotti.