Il sole copre con i suoi caldi raggi un Arechi che spicca con il suo nuovo verde manto erboso. La terza giornata di campionato vede di scena un derby molto atipico come Salernitana Aversa, tutto a tinte granata, in un orario davvero anomalo: il fischio d’inizio sarà alle 11:00. Il calcio spezzatino all’ora di una tarda colazione.

In questo confusionario programma culinario-sportivo, il pubblico risponde bene: il numero dei presenti si aggira intorno alle 8.000 unità, che hanno scelto di assiepare le gradinate dello stadio, invece di approfittare di una bella domenica di metà settembre, ideale per gli ultimi bagni di fine estate.

In Curva Nord si collocano una ventina di tifosi aversani, mentre la Sud di Salerno, come sempre, offre un bel colpo d’occhio: visti gli orari e la condizione generale di svuotamento degli stadi, è un fattore non da poco.

Ad inizio match nella parte inferiore della Curva Sud, viene esposto uno striscione su sfondo granata e lettere bianche “La tua cura associata alla nostra forza… Armandino alla riscossa!”.

Parte in salita la gara per i padroni di casa, al 6° l’Aversa va in vantaggio per la gioia dei tifosi ospiti accorsi oggi allo stadio, ma nonostante ciò la Sud di Salerno non demorde: la parte inferiore, laddove sono posizionati la maggioranza dei gruppi ultras, dà costanza al tifo un po’ intaccato dal forte caldo. Battimani, tamburi e cori non fanno mancare il sostegno ai calciatori di casa.

A metà primo tempo uno striscione degli aversani fa scoppiare un lungo applauso, da parte di tutto lo stadio, impreziosendo una prima frazione avara di emozioni rispetto alla palpitante seconda: “Onore a Siberiano”. La Sud apprezza e con forza intona due possenti cori nei confronti del mai dimenticato Carmine Rinaldi, uno dei pilastri indiscussi del movimento ultras salernitano.

Il secondo tempo è ben altra cosa. Tutte le emozioni che il Calcio può regalare, compresse e poi esplose in 45 minuti: sconforto, rabbia, delusione, speranza e gioia incontenibile, saranno le componenti che come un ping-pong coinvolgeranno l’una e l’altra tifoseria.

Al 66’ raddoppia l’Aversa, accorcia le distanze la Salernitana, ma al 69′ c’è il terzo gol dei granata aversani che manda in estasi i tifosi ospiti, i quali, però, mancano di un supporto incisivo della curva, di quella componente ultras che avrebbe dato al settore da loro occupato sicuramente più vocalità ed effervescenza.

L’incitamento nella Curva Sud torna a riprendersi dopo il gelo dei colpi subiti, due gli striscioni esposti: “Immensamente tu… la mia magica Salernitana” e “La Salernitana…Siamo Noi”.

Partita finita? Assolutamente no. Dal 75’ in poi la Salernitana accorcia di nuovo, pareggia e rimonta: un crescendo di emozioni accompagnate da un tifo che prende forza e dà forza alla rincorsa dei suoi beniamini, fino a sfociare tutta la sua gioia al gol del 4-3 arrivato all’88’. L’Arechi diventa una vera e propria bolgia.

Il risultato rimane immutato fino al fischio finale. Applausi, applausi per tutti: avversari e giocatori della squadra locale. Una vera e propria standing ovation di tutto lo stadio, quella che accompagna il Ds dell’Aversa Normanna, Gioacchino Novelli, sotto la Curva Sud: la sua militanza ultras, da salernitano verace, non può passare in secondo piano o finire nel dimenticatoio. Il senso di appartenenza non si cancella con il tempo.

Ma una domanda ora sorge spontanea: cosa sarebbe stata questa partita, senza la giusta cornice di pubblico?

Applausi dunque a chi ha occupato queste gradinate, anche oggi, gli eterni romantici che non smettono di essere tali a qualunque orario. Sperando che non ci prendano troppo alla lettera, non vorrei che per assistere al prossimo incontro, ci si dovesse alzare al sorger del sole…

Gian Luca Sapere.