Per tradizione e storia Castellana Grotte rientra, per la pallavolo femminile, tra le più importanti realtà ultras dagli anni ‘90 ad oggi. Nonostante si tratti di un piccolo paese, ha sempre vissuto di “pane e pallavolo”, raggiungendo l’apice con la promozione in serie A il cui seguito è stato il triste fallimento della gloriosa Florens.

Già dai primi anni ‘90 vi era un buon seguito ultras, palazzetto pieno persino in categorie infime e bei derby non solo folkloristici, ma carichi di una tensione invidiabile anche in ambienti calcistici. Nella mente dei sostenitori rimangono, queste, immagini indelebili di un passato così remoto quanto recente.

Per la pallavolo femminile, Castellana è una delle poche realtà che ha portato la propria presenza ovunque, dal nord al sud, anche in infrasettimanali, con orari assurdi, magari con pochissime unità e in campionati anonimi, ma veder campeggiare il nome del gruppo ovunque, bastava a ripagare ore e km infiniti di viaggio, con l’amore verso la propria città come benzina del loro motore. Amore senza fine, amore che, come sempre succede, è stato pagato a caro prezzo con tante diffide. Con grande umiltà, grande sacrificio, il binomio tra Castellana e il volley ha resistito, a tutto, a qualsiasi fallimento e serie.

Un gruppo di appassionati di pallavolo femminile si è rimboccato le maniche e sta provando a ridare a Castellana la sua squadra, tanta è la voglia di ritornare protagonisti, in campo e sugli spalti. Loro sono sempre gli stessi, il solito manipolo che si riappropria dei cittadini colori bianco-azzurri, in barba alla categoria, con lo spirito di sempre, di esserci ovunque e comunque.

Quest’oggi, di domenica sera alle 18.30, bel derby contro il Gioia del Colle. Sugli spalti come prevedibile nessuna partita. Per gli ospiti poco da segnalare, si registra solo la presenza di uno striscione e qualche appassionato. In pochi i sostenitori di casa (si tratta pur sempre di una serie C) rendono comunque il “Palagrotte” un piccolo catino ribollente di tifo. Sostegno incessante, passione, tanto colore, ovviamente con le dovute proporzioni.

Bandierine bianco-blu ad inizio gara, mentre nel secondo set viene proposta una riuscitissima “coriandolata”. Unica cosa stonata, tendenza che purtroppo si sta diffondendo anche nel calcio, l’urlo di un punto o di un coro che rende magico il contorno, strozzato dagli speaker che propongono brevi radiocronache inutili, mortificanti e senza senso, coprendo la vera essenza e gioia di una partita: la partecipazione attiva del pubblico.

Ancora una volta spazio e merito a queste realtà piccole ma che concretamente dimostrano amore verso la propria città e il proprio gruppo, sentimenti che restano immutati nel tempo.

Massimo D’Innocenzi.